Capitolo 11

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POV: Macarena

Io e Zulema abbiamo fatto l'amore, da sobrie. Entrambe eravamo lucide e abbiamo deciso di farlo senza aver assunto alcol o droghe.

Cosa significa questo? Ora stiamo insieme?

So che non dovrei preoccuparmi e non dovrei cercare di dare un'etichetta al nostro rapporto che è già bellissimo così. Dovrei solo godermi il momento e smetterla di farmi domande.

Il problema è che io sono una persona molto insicura e c'è una parte di me che continua a dirmi: "Zulema ti ha solo scopata, non è mica la tua ragazza, non farti strane illusioni".

Guardo l'orologio sul mio comodino e scopro che è tardissimo. I bambini non hanno scuola, ma oggi sono entrambi impegnati.

Ryan ha gli allenamenti di calcio prima del torneo che inizia settimana prossima e Zahira mi ha chiesto di poter andare a giocare a casa di Malika, la sua migliore amica.

Li tiro giù dal letto, abbastanza di fretta.

L'allenamento di Ryan inizia alle dieci e sono già quasi le nove. Lui adora questo sport, ma ha anche capito che deve farlo per divertirsi e che non deve mai sentirsi sotto pressione.

Zahira fa danza, però gioca anche spesso a calcio con suo fratello. Non nella sua squadra, ma in giardino e qualche volta quei monelli lo fanno anche in casa.

Cioè, lo facevano. Poi sono finiti entrambi in castigo perché mi hanno distrutto la cucina e non l'hanno più fatto. Per fortuna.

"Ci siamo? Ce la facciamo?" urlo, esasperata.

Li sto aspettando da un po', mentre loro fanno di tutto, proprio di tutto, tranne prepararsi.

So che sono piccolini, però non hanno due anni. E spesso mi sembra che si divertano a farmi arrabbiare di proposito.

Chi può biasimarli? Far arrabbiare i genitori è sempre uno spasso. Quando ero piccola io e Román facevamo di peggio, molto di peggio.

Loro però non devono saperlo.

Alla fine arriviamo quasi in orario sia a calcio che a casa di Malika e mi chiudo la porta alle spalle, pensando che sono già troppo stanca alle dieci e mezza di mattina.

Fare la mamma è faticoso, soprattutto se hai due monelli e non c'è il loro papà a darti una mano. Allo stesso tempo però, non c'è cosa più bella al mondo.

Io amo i miei figli, hanno dato un senso alla mia vita quando tutto cadeva a pezzi e voglio solo renderli felici. Come loro hanno fatto con me, anche solo nascendo.

Mi sembra strano non passare la giornata con loro e so che mi mancheranno tanto oggi, ma è giusto che si dedichino ad attività che a loro piacciono. Non voglio assolutamente essere la madre rompiscatole che tarpa le ali ai propri figli, voglio lasciarli liberi il più possibile.

Mentre penso a come potrei trascorrere il mio giorno di riposo mi suona il telefono: è Zule.

Rispondo al primo squillo, come una ragazza del liceo che riceve una telefonata dal tipo (o dalla tipa) per cui ha una cotta da sempre.

"Ciao Zulema."

"Ciao bionda."

"Dimmi tutto."

"Ti va di vederci?"

Questa richiesta, del tutto normale, non è da Zulema. È successo qualcosa?

"Perché? Va tutto bene?"

"Sì, certo. Serve un motivo per vedersi?"

"No, è solo che... Non sono ancora abituata a questa nuova versione di te..." ammetto.

"Non montarti la testa, mi sto semplicemente annoiando e ho voglia di fare qualcosa. Tu hai i bambini a casa?"

"No, oggi sono impegnati fino a pranzo."

"Se vuoi posso passare da te."

"Sì, certo. Tra venti minuti sono lì."

"A dopo biondina."

Chiudo la telefonata e inizio a saltellare come una stupida ragazzina innamorata.

Vado subito a casa, mi spazzolo i capelli per cinque minuti, mi sistemo il trucco e cerco di farmi bella il più possibile.

Quando suona il campanello mi sembra quasi di svenire, sono troppo emozionata. Mi muovo di scatto e mi cade il profumo dalle mani.

Guardo il contenitore frantumato in mille pezzi e sento il profumo di menta e tabacco che, lo ammetto, fa molto bad boy di Wattpad, che si propaga per tutta la stanza. Io non sono per niente una bad girl e mentre raccolgo i cocci più grandi per non calpestare poi i vetri penso che quel profumo starebbe meglio a Zule.

Vado ad aprire la porta, trafelata. Lei mi studia un attimo, sembra divertita.

"Che c'è?" le chiedo.

"Sembri agitata."

"Ho appena rovesciato un sacco di profumo sul pavimento e ci sono vetri ovunque."

Lei si mette a ridere, non succede spesso.

"Sei la solita maldestra." dice.

"Mi stai prendendo per il culo?"

"Sì." risponde, senza smettere di ridere.

Vorrei incazzarmi, ma è troppo bello vederla così felice e spensierata, non capita spesso. Quindi, decido di lasciarmi prendere un po' in giro, senza protestare.

Lei si offre di aiutarmi a raccogliere gli ultimi vetri e a pulire, poi ci sediamo sul divano.

"Allora, cosa vorresti fare?" mi chiede.

Cosa posso rispondere? Che voglio baciarla e fare l'amore con lei fino a sentirmi male? Che la desidero ogni momento di ogni singola ora di ogni singolo giorno?

No, sarebbe troppo. Non voglio sembrare la sottona che in realtà sono.

"Non lo so, tu cosa vorresti fare?"

Passo la palla a lei, adesso voglio vedere cosa fa. Spero di sentirmi dire che mi desidera, che non può più fare a meno di me, che mi ama e vuole passare la giornata a dimostrarmelo.

Ma non sarebbe da Zulema, lei ha un modo tutto suo di manifestare i sentimenti e piano piano, forse, sto imparando a conoscerla.

Non risponde e dopo un po' il silenzio diventa troppo imbarazzante per me, così comincio a parlare a raffica.

"Allora? Preparo da mangiare? Guardiamo un film? Possiamo fare due passi o..."

"Stai zitta un attimo? Voglio provare a fare una cosa." mi dice, interrompendomi subito.

Forse le sto semplicemente dando fastidio.

"Che cosa?" le chiedo.

Prima che io riesca a rendermene conto mi bacia e devo dire che questa nuova versione di Zulema mi piace moltissimo. Ho paura che sia per un periodo di tempo limitato, tipo la prova gratuita su Amazon Prime Video, però voglio solo godermi il momento.

Adesso non voglio più pensare, voglio solo lasciarmi andare con lei. E questa volta spero che anche lei si lasci andare con me. Di più.

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