POV: Macarena
Sto aspettando di partorire e sono in una stanza con un'altra ragazza, anche lei al nono mese di gravidanza e quasi pronta per far nascere la sua bambina. Il marito continua a coccolarla, ad occuparsi di lei, a portarle un bicchiere d'acqua o altro.
E io sono tanto invidiosa. Non dovrei, ma lo sono, lo ammetto. Perché vorrei che qui ci fosse Zulema a fare le stesse cose con me.
Che poi, conoscendola, non le farebbe o almeno non così. Mi direbbe di farmi forza o che mi lamento troppo, ma mi aiuterebbe di sicuro a stare meglio. Per farmi stare meglio basterebbe la sua presenza.
Invece sono qui da sola, con delle contrazioni dolorosissime e l'infermiera che continua a passare dicendo che non sono ancora dilatata di dieci centimetri e che devo avere pazienza.
"Maca, scusami, sono arrivata appena ho potuto." mi dice Iris, entrando nella stanza.
Le sorrido, in questa situazione sono davvero felice di avere un'amica accanto. So che ci conosciamo da poco, ma Zulema si fidava di lei e si sta rivelando una bellissima persona, mi sta aiutando tantissimo.
"Non preoccuparti, abbiamo ancora tempo."
"Va bene, ho portato dei giochi da viaggio e delle riviste, così non ti annoi."
"Sei gentile, però le contrazioni mi stanno letteralmente uccidendo."
Aspettiamo per ore che mi sembrano secoli, lei mi legge tutti i gossip di vip che io neanche conoscevo, aggiungendo un suo commento personale per ognuno di loro. Apprezzo tanto quello che sta facendo, grazie a lei riesco a distrarmi un po' e anche a farmi due risate.
Fino a quando mi dicono che ci siamo, che sono finalmente pronta per partorire.
"Vuoi che io ti aspetti qui?" mi chiede Iris.
"Sì, sai che voglio sempre cavarmela da sola."
"Va bene, però quando avrai finito voglio coccolare i tuoi meravigliosi bambini."
"Certo, grazie."
"In bocca al lupo!"
Il parto è un'esperienza a dir poco traumatica. In pratica sto spingendo da due ore e non è ancora uscito nessuno. Tra l'altro, è davvero tanto doloroso. Mi sento come se mi stessero spezzando tutte le ossa nello stesso istante.
Sono sudata, stanca e dolorante. L'unica cosa che vorrei è che tutto questo finisca il prima possibile, perché non ce la faccio proprio più.
Qualche minuto dopo il pianto di un neonato irrompe nella stanza. Uno dei due è nato.
"Ecco la piccolina." mi dice l'ostetrica, con un sorriso complice.
È meravigliosa, è la bambina più bella che io abbia mai visto in vita mia. Mentre la lavano mi dicono che devo far nascere l'altro.
Ho appena partorito, non posso riposarmi e farlo uscire magari domani? Ovviamente no.
Spingo e spingo ancora, con la stessa fatica di prima e un bel po' di stanchezza in più.
Dopo minuti che mi sembrano interminabili sento un altro pianto acuto e non mi sembra vero. Ci sono riuscita, sono diventata mamma.
Il secondo è un maschietto, come già sapevo. Un bellissimo maschietto di poco più di 3 kili.
Mi fanno tagliare il cordone ombelicale di entrambi e me li mettono in braccio, in modo che io possa coccolarli un po'.
Sono così belli che non mi sembrano veri.
Continuo a guardarli, sono ipnotizzata da loro.
Sto tenendo in braccio i miei bambini, i miei figli. In questo momento mi sento la persona più fortunata del mondo, nonostante tutto.
Dopo un po' mi fanno sistemare nella mia stanza e me li portano, per farmi passare del tempo con loro. Inizio ad allattarli subito con l'aiuto dell'ostetrica ed è un'emozione che non saprei descrivere a parole.
"Adesso hai deciso come chiamarli?" mi chiede lei.
Effettivamente la scelta dei loro nomi è stata per me davvero complicata. Non avevo idee o forse, come ho detto un po' di tempo fa a Iris, ne avevo troppe.
Ora mi è tutto più chiaro.
"Lei si chiama Zahira e il maschietto Ryan."
Entrambi i nomi hanno un significato molto forte per me.
Zahira ovviamente perché mi ricorda Zulema, ma non così tanto da farmi male. È come aver dato il suo nome a mia figlia, però non proprio il suo. Penso che Zule ne sarebbe contenta.
Invece il nome Ryan arriva dalla mia infanzia. Ryan è stato il mio primo bambolotto, lo avevo chiamato così e lo portavo ovunque, dicevo di essere la sua mamma. Già all'epoca avevo nel profondo il fortissimo desiderio di maternità che sono riuscita a realizzare solo adesso. Sono rimasta molto affezionata a quel nome, è stata la prima esperienza da "mamma" che io abbia mai avuto, anche se era un gioco.
"Sono due nomi meravigliosi."
"Grazie." le rispondo, sorridendo.
Appena esce l'ostetrica entra Iris che mi ha portato dell'acqua con tantissimo ghiaccio.
"Oddio, sono stupendi!" esclama, appena vede i miei bambini.
Mi chiede i loro nomi e sta un po' con noi, fino a quando l'ostetrica viene a riprenderseli per farmi riposare. In fondo ne ho bisogno, oggi ho partorito due gemelli.
Mentre cerco di prendere sonno, dopo tutte le emozioni della giornata, penso che sarebbe bellissimo se Zulema fosse qui. È strano per me desiderare una cosa del genere, in fondo lei è pur sempre la donna che mi ha fatto abortire e che quindi ha ucciso il fratellino dei miei figli. Però lei non è stata la carnefice e io la vittima, noi due abbiamo ricoperto entrambi i ruoli. Non c'era buona e cattiva e alla fine, in un modo o nell'altro, ci siamo innamorate, o almeno io mi sono innamorata.
E mi manca tantissimo, vorrei che fosse qui.
Mi ha salvata. Ha salvato me e i miei figli e le sarò sempre grata. Di questo e di avermi fatto conoscere l'amore vero, nonostante tutto.
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FanficSequel di Juntas somos mejores e finale alternativo di Vis a Vis El Oasis 💚💚💚💚