tutto era così buio, la bruna poteva quasi sentire i suoi stessi pensieri, e diavolo faceva freddo, molto freddo. Aprì improvvisamente gli occhi e si ritrovò in una vasta oscurità, sembrava che non ci fosse pavimento o soffitto, era tutto così strano. Improvvisamente le apparve una figura bianca che le accecò la vista per un attimo.
"Salve Lucia Noceda, tu non mi conosci ma io ti conosco da molto tempo."
"E tu saresti?" le chiese più confusa che mai.
"Sono molto simile a.. come li chiamate voi? Angeli custodi?" si chiese toccandosi il mento.
La faccia della bruna assunse un espressione indecifrabile, non poteva credere che tutto questo stesse accadendo. Era morta. Aveva dato la vita per salvare tutti e adesso perché non si trovava con suo padre in paradiso? Forse il paradiso non se lo meritava, forse aveva fatto troppo del male per andare in paradiso come tutti gli altri, e magari questo era il suo inferno personale. Questa donna diceva di essere un angelo custode, ma forse era solo un'altra trappola, in cui presto sarebbe cascata senza più via di scampo, per affondare in questo tunnel di dolore e rimpianto, ancora e ancora.
"Tu quindi saresti un angelo custode? e perché sono qui anziché con mio padre in paradiso?"
Sussurrò l'ultima parte più come se stesse parlando con se stessa.
"Cara, non posso darti questa risposta, dovrai vedere alcune cose e poi riuscirai a rispondere a tutte le tue domande da sola."
Luz a questo punto non sapeva cosa pensare, avrebbe dovuto fidarsi?
"Ragazza, riesco a sentire che sei combattuta, ma puoi fidarti di me, riesco a sentire tutte le emozioni che provi in questo momento, sento tutto il tuo dolore, tutta la tua rabbia, ma soprattutto sento il tuo amore per una ragazza, Amity Blight."
La latina sgranò gli occhi, riusciva davvero a sentire tutto? Amity.. chissà come stava.. l'aveva vista morire senza poter far nulla, si sentiva così in colpa per non essere potuta rimanere con lei, avrebbe voluto un futuro, una famiglia con lei, ma adesso l'aveva lasciata da sola al suo destino e dio, questo faceva più male di qualsiasi altra cosa.
"Mi seguirai o rimarrai lì impalata a rimuginare?"
'E' così arrogante!' decise di seguirla, anche se nemmeno lei ne conosceva il motivo.
Dall'altra parte c'erano tutti i suoi cari, inginocchiati dal dolore che speravano soltanto che si alzasse, ma non poteva, la sua mente non era nemmeno lì per vedere il loro dolore.
"Luz, per favore.. ho bisogno di te. Non posso farcela se tu non sei con me."
L'unica ed essere rimasta nei pressi del cadavere della bruna era la povera Amity, che ancora la stringeva tra le braccia, sporcandosi di sangue che non le apparteneva. Quando una mano sulla spalla la risvegliò dai suoi pensieri.
"Ams.. dobbiamo andare.."
Quel nome, quello stupido soprannome che aveva sempre odiato le scatenò dei flash di ricordi.
Lei e Luz che ballavano al Grom.
Luz che le teneva la mano per la prima volta.
La prima volta che si sono baciate.
Quando si sono riviste dopo sei anni.
Il bacio sotto la pioggia.
Quando stava per morire.
Quando è morta..
Era morta. Aveva sacrificato la sua vita per tutti e sembrava che nessuno riuscisse a capire. Perché nessuno capiva!? Era morta! non respirava più, il suo sorriso non c'era più, la sua risata, i suoi capelli marroni. Non c'era più nulla, il suo sorriso era diventato una linea dritta, la sua risata sostituita dalle urla di dolore e i suoi capelli erano tutti spettinati e macchiati di sangue, come tutto il suo corpo.
"N-non chiamarmi così." ansimò senza respiro.
Calde lacrime salate rimpiazzavano quelle vecchie mentre il dolore nel suo cuore cresceva, facendolo affondare sempre più in basso, quasi fino a farlo scomparire.
"Non ti dirò cosa devi fare qui ma penso che ormai tu ti sia fatta un idea no?"
"credo che devo vedere dei ricordi per poi decidere cosa fare giusto?"
"Sei così sveglia, se non fosse che te l'ho detto prima."
La latina odiava così tanto questa, "ragazza"? o qualunque cosa fosse ma doveva ammettere che le ricordava un po' Amity, la sua arroganza.. La bruna non riusciva a tenere la sua amata lontana dai suoi pensieri, era così innamorata di lei che avrebbe smosso fare e monti per renderla felice, ma ora, ora era triste, aveva sbagliato non avrebbe dovuto sacrificarsi ma prendere la sua ragazza per mano e scappare dal mondo che gli cadeva addosso, bruciando il passaggio di fronte a loro per poi nascondersi per sempre e vivere una vita felice insieme.
"LUZ!"
Quella voce.. no. Non poteva essere.
La prima volta che la vide mentre si nascondeva nei cespugli.
la prima volta che vide il suo sorriso.
La prima volta che la vide arrossire.
La prima volta che si toccarono le mani.
La prima volta che ballarono insieme al Grom.
La prima volta che si baciarono.
La promessa che le aveva fatto.
La prima volta che si rividero dopo sei anni.
La sua quasi morte.
E la sua morte.
Non poteva essere della sua ragazza dai capelli color menta. La voce era più bianca, quindi doveva essere un ricordo. Sgranò gli occhi quando si accorse di che ricordo si trattava.
"Ams! Che succede!? dove sei?!"
La quattordicenne Luz era così preoccupata che la sua cotta si facesse male che sentiva il bisogno di proteggerla da qualsiasi cosa.
"Luz Vieni ci siamo quasi!"
Amity entusiasta la prese per mano nel buio e la trascinò nella direzione in cui erano dirette. D'un tratto la sua faccia aveva cambiato completamente colore, era diventata di un color pomodoro bello maturo. Finalmente il buio era andato via e si coprirono subito gli occhi per non accecarsi. Un enorme distesa di cascate la sbalordì, era quasi come un paradiso sulle isole bollenti.
"Ams- E' bellissimo!"
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ANDRA' TUTTO BENE - LUMITY
Fanfiction"Amity, devo dirti una cosa...". Le disse Luz mentre erano sedute fuori dalla casa del gufo. Gli occhi di Amity si allargarono leggermente per la sorpresa e guardò gli occhi marroni della sua fidanzata. Era ancora strano chiamare Luz la sua ragazza...
