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L'espresso per Hogwarts procedeva lento in una nebbiosa giornata di inizio settembre, pieno zeppo di studenti emozionati e rumorosi, i vagoni accoglievano suoni e schiamazzi di giovani maghi e streghe pronti a cominciare la loro formazione magica, piccoli schiocchi e luci colorate rendevano l'aria festosa e serena, finalmente.
Infatti, la musica era cambiata nel mondo magico: Voldemort era stato sconfitto, Harry Potter aveva vinto e per ora il male era stato scongiurato.
Dirlo in questi termini potrebbe sembrare semplificativo, come l'epilogo di una banale favola per bambini perché tutto è finito, è vero, ma la guerra magica aveva lasciato delle cicatrici che ancora non si erano rimarginate.
Famiglie intere di maghi erano state distrutte, uomini e donne valorosi si erano sacrificati per la causa, interi villaggi di maghi erano stati rasi al suolo e adesso rimaneva solo la voglia di ricominciare. Ma nonostante questo bisogno di pace e tranquillità, molti animi rimanevano ancora fortemente turbati.

Soprattutto una strega, seduta sola in un vagone silenzioso, stava facendo i conti con i tumulti dell'animo.
Hermione Granger sedeva composta, facendo finta di leggere un libro di pozioni avanzate, ogni tanto scrutava il paesaggio dal finestrino leggermente appannato, e tutto intorno a lei dava l'impressione di essere calmo e quieto.
Ma dentro di lei il dolore non smetteva di corroderle l'animo: faceva continuamente incubi, si perdeva spesso nei suoi pensieri fatti di morte e distruzione e spesso sentiva un bisogno incredibile di urlare e piangere.
Non lo aveva ancora fatto, non aveva versato neanche una lacrima e sapeva benissimo che questo non era un bene.
Tuttavia, la giovane strega, così promettente, aveva deciso di completare il suo percorso di studi e, a differenza di Harry e Ron che avevano accettato il posto al Ministero come Auror, lei aveva deciso di finire il suo ultimo anno alla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Sapeva benissimo che tutto sarebbe stato diverso da quel momento in poi, senza i suoi amici di una vita e senza la spensieratezza che aveva colorato quegli anni insieme, ma era decisa a portare a termine qualcosa che per lei significava tutto.
Voleva eccellere, voleva imparare e mettere un punto alla sua formazione magica e lo studio ancora una volta l'aveva aiutata: per tutta l'estate si era chiusa nella sua casa di Londra a studiare e recuperare ciò che aveva perso nel periodo della ricerca degli Horcrux e aveva sgobbato duramente per mettersi al passo, preparando già tutto il programma per l'anno successivo.
Si era completamente alienata, dedicandosi esclusivamente a sé stessa. Non l'aveva fatto per puro egoismo, ma per amor proprio, per ricostruire con un mattoncino dopo l'altro, il suo io distrutto dopo la guerra.
Aveva corso, tutti i giorni, allenando anche il corpo oltre alla mente, aveva rassodato il fisico e tonificato i muscoli, perseverando quotidianamente senza sosta; aveva accorciato i capelli e tutto di lei mostrava i segni di maturità lasciati da eventi così traumatici.
Il suo corpo da ragazzina aveva lasciato spazio a forme ormai adulte, la fatica aveva plasmato una giovane donna bella e tonica che aveva imparato ad usare il tempo per amare sé stessa.
Aveva dedicato troppo tempo agli altri, mettendosi sempre in fondo alla lista delle priorità: alla fine della guerra si era guardata allo specchio e aveva fatto i conti con un'immagine sbiadita di Hermione Granger. I capelli erano rovinati, la pelle diafana e pallida mostrava segni di malnutrizione, i vestiti erano logori e tutti i libri che avrebbe voluto leggere erano rimasti nella sua borsetta. Aveva concesso anima e corpo alla causa, ma adesso voleva solo concentrarsi su sé stessa e il suo futuro.
Così si era rimessa in gioco, aveva studiato e si era presa cura del suo corpo e del suo animo (con non poche difficoltà), ed era riuscita a rimettersi in sesto, anche se la strada per la felicità era ancora lunga.
L'unica cosa che le mancava era quella di trovare un equilibrio emotivo, di cominciare a convivere con il dolore e con i brutti ricordi, impedendo a questi di emergere.
Sorrise a sé stessa, nella penombra del vagone silenzioso, pensando a tutto ciò che ancora doveva fare, da sola, con l'aiuto soltanto delle sue forze.

"Hermione – la porta dello scompartimento venne aperta d'improvviso e Ginny entrò – ti ho cercata ovunque, cosa fai qui tutta sola?"
"Ero qui a studiare, ho cercato un posto tranquillo."

Ginevra non aveva visto la sua amica per tutta l'estate, avevano scambiato qualche messaggio via gufo, ma lei sapeva benissimo cosa stesse passando Hermione.
Lo sapeva perché Harry e Ron stavano facendo lo stesso: cercavano in tutti i modi di ricostruire sé stessi.
"Lo sai vero che per qualsiasi cosa puoi confidarti con me?"
"Si, certo, lo so, grazie Ginny.. solo che.."
"Non mi devi spiegare, lo so. So cosa provi, cosa provate tutti... vorrei aiutarti perché non voglio vederti così."
Ginevra era consapevole delle ferite lasciate da quegli eventi, anche lei aveva quasi perso l'amore della sua vita.
"Hai ragione, ma confido di riuscire a stare meglio. Forse ho solo bisogno di tempo."
"Sono sicura che il tempo aiuterà, ma devi cercare di stare con gli altri, su, vieni con me. Facciamo un giro".

A malincuore Hermione lasciò il suo vagone silenzioso per immergersi nel rumore assordante dell'espresso per Hogwarts.

Le faceva strano vedere tutte quelle facce nuove, studenti del primo anno entusiasti di cominciare la scuola, oppure studenti più grandi felici di tornare ad imparare in un clima sereno.
Molti di questi avevano perso qualcuno, oppure avevano combattuto direttamente, mostrando al mondo di essere pronti: tutti lì dentro avevano bisogno di riscatto da un periodo buio e doloroso.

"Ciao Hermione" la salutò una ragazza del terzo anno, abbracciandola.
"Ehi ciao! – un ragazzo che Hermione ricordava appena le si parò davanti – sei decisamente cambiata, sei più.."
"Bella? – terminò Ginny sarcastica – Hermione è sempre stata bella! Siete voi che avete gli occhi incollati!"
Ma Hermione adesso era più bella che mai, nel fiore della sua giovinezza, ma era in attesa, anche di qualcuno che potesse coglierlo quel fiore.
Si guardò intorno, spaesata, setacciando tutti i ragazzi presenti e si accorse, a malincuore, che non avrebbe voluto che nessuno di quelli l'aiutasse a scoprire la felicità.

Tentazioni ProibiteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora