XIII -Un nuovo sceriffo in città

10 2 0
                                    

Mi svegliavo sempre prestissimo e andavo a fare jogging. Avevo sempre odiato anche solo l'idea del fare jogging ma con l'energia in più che avevo dovevo scaricarmi in qualche modo. Poi ripensavo sempre alla battuta di non ricordo chi che diceva: «L'inventore dell' LSD è morto a 102 anni, L'inventore della Nutella a 89, L'inventore del jogging a 52, e Keith Richards è ancora in giro a fare concerti.»
Durante la corsa facevo molti esercizi di crossfit, piegamenti e altri esercizi a corpo libero. Anche per cercare di smaltire l'alcol ingerito la sera, che comunque il mio corpo disintegrava abbastanza bene. Ogni tanto guardavo le interviste di Tyson durante gli inizi della sua carriera quando praticava la retention e sorridevo. Sorridevo perché vedevo nei suoi occhi un fuoco che io stesso possedevo. Era come se qualcosa ci accomunasse.
I giorni volavano e senza ombra di dubbio quello fu il periodo migliore della mia vita. Al giornale non succedeva niente di emozionante, la solita routine, ma quando uscivo e soprattutto nei week end ero come un animale in libertà, senza regole e senza limiti.Ebbi un'idea folle, quel week end decisi che volevo provare il threesome.Suona strano preventivare una cosa del genere ma lo feci.
Bisogna avere degli obiettivi quando sei in zona magica.
Mi feci bello (o almeno ci provai) e decisi di andare a ballare per trovare le ragazze per soddisfare il mio desiderio.Arrivai al locale e analizzavo le ragazze come un cyborg, nel cervello mi comparivano le ipotesi più probabili e rilevanti per scegliere .
La scelta migliore sarebbero state due ragazze venute insieme e da sole, non troppo belle e con un po' di alcol in corpo.


Analisi in corso:No, troppo belle

Oops! Questa immagine non segue le nostre linee guida sui contenuti. Per continuare la pubblicazione, provare a rimuoverlo o caricare un altro.



Analisi in corso:
No, troppo belle.
No, troppo brutte.
No, troppo raffinate.

La ricerca sembrava non finire mai quando il radar individuò delle candidate papabili.
Adesso il problema: potevo anche essere una persona nuova e con grosse potenzialità ma non potevo andare da due perfette sconosciute e semplicemente dire: « Ciao! Siete bellissime! La facciamo una cosa a tre?»Avrei rischiato una scarpata in faccia.
Ma era più semplice di quel che pensavo, bastava utilizzare la stessa frase ma con una piccola modifica:« Ciao! Siete bellissime! Cosa bevete?.» Ecco già meglio.
La cosa bella di quel periodo è che non avevo nessun tipo di limitazione o vergogna, bastava essere sinceri e sorridere ed il mondo magicamente ti premiava.
Mi avvicinai. Se devo essere sincero non erano proprio delle top model, non erano neanche da buttar via ma ormai il dado era tratto.Arrivai, sorrisi, pronunciai la frase.
Loro risero.E' fatta!
Quando mi presentavo il mio nome era sempre un punto da cui partire per una conversazione. Come mai ti chiami così? Sei americano? E tante altre domande.
Io da buon giornalista sapevo colorare le mie storie. Raccontavo che mio padre era un grande artista marziale e mi aveva insegnato i segreti dell'oriente e le tecniche di difesa, che avrebbero dovuto vedermi col karategi, la divisa di chi pratica il Karate, che mi stava benissimo e via dicendo.
E pensare che alle medie odiavo il mio nome e tutti mi prendevano per culo chiamandomi il giapponese, ora era un mio punto di forza, ero originale.
Ridemmo e scherzammo.
Più che altro ridemmo e bevemmo.Eravamo seduto al tavolo nell'angolo del locale. Il tavolo era a forma di cerchio e c'era il divanetto piuttosto che le sedie.«Ma quanto sei bello!» Mi disse quella di sinistra.Ormai le identificavo come quella di sinistra, la mora, la bionda, perché non potevo certo ricordarmi tutti i nomi.
Chiamavo tutti "Bello/a" oppure "piccola" o "Amore".Mi si avvicinò e mi annusò il collo, ed io pensai: « dai annusa...tranquilla.»Quello è uno dei punti da cui fuoriescono i feromoni.
Più mi annusi più ti piacerò.«Ho voglia di mangiarti...» disse.
Appunto.
Mi slacciò il primo bottone dei jeans ed infilò la mano, era bellissimo.L'altra mi dava dei piccolissimi baci sulle labbra. Stava andando tutto secondo i piani, ora bisognava decidere se andare da me o da loro.Preferivo sempre andare a casa di altre persone, primo perché casa mia non era il massimo dell'ordine secondo perché poi non volevo rimettere a posto nel caso facessimo casino.
Per stavolta avrei anche potuto trasgredire alle regole pensai, avevo una missione da compiere.D'improvvisò sentii: «Hiro!!!»
Vedendo quella persona mi si ammosciò all'istante, levai la mano della tipa e risposi:« John!!» Mi alzai per parlarci.
Da quanto non vedevo lui o gli altri? Non me lo ricordavo neanche più.
I miei vecchi amici...Chiesi un amichevole: «come va?»
«Tutto ok, sono qui con gli altri» e mi indicò Mason e Alexander al bancone.
«Tu stai bene a quanto vedo...»«Eh si non mi lamento, ragazze lui è John, John loro sono le ragazze.»Ovviamente non ricordavo i loro nomi.
Fu una scena imbarazzante, non è che non lo vedessi da 10 anni ma comunque non sapevamo più cosa dirci, anzi non volevamo dirci nulla.
«Dai io torno dagli altri» disse.
«Si ok ci si becca in giro" risposi.
Me ne andai subito mollando le due tipe là, quella scena mi aveva provato a tal punto dal demordere dal voler realizzare il mio progetto a tre.Rivedere i miei amici che continuavano a vivere quella che io consideravo una squallida esistenza fu un episodio davvero spiacevole in quel contesto, l'unico episodio di quel genere all'interno di un mese perfetto come quello che stavo attraversando.
Ma che avrei dovuto fare?
Tornare alla mia vecchia vita con loro?
Essere di nuovo un signor nessuno?
Sarebbe come negare se stessi.
Camminai verso casa e feci una lunga passeggiata per riflettere e così mi venne la soluzione.
La cosa giusta da fare era aspettare un po' per vedere dove sarei arrivato e poi confessargli tutto nella speranza che loro si potessero evolvere come avevo fatto io.Non ero io che dovevo tornare indietro, erano loro a dovermi raggiungere.
Dopo questa soluzione mi tranquillizzai e presi sonno subito.I giorni successivi al giornale l'atmosfera sembrava diversa. Solitamente tutti corrono, sono di fretta, urlano, spesso si insultano come in tutte le redazioni dei giornali che si rispettano.
Ma nei miei confronti avevano tutti cambiato atteggiamento, addirittura Jonah mi disse che avevo un luce diversa negli occhi. Detto da lui che era un burbero di natura potete scommettere che era la verità.Andavo in palestra quotidianamente e stavo caricando pesi che ritenevo impossibili fino a pochi mesi fa.
In palestra quelli che io definivo "i Bombati" cioè quelli che utilizzano regolarmente steroidi anabolizzanti e si vede lontano un miglio perché sembrano parenti di The Rock, mi guardavano allenarmi e facevano gesti di approvazione con la testa. Avevo ripreso a fare un po' di allenamento al sacco giusto per non perdere l'arte del combattimento e quando andavo a correre nel parco rivisitavo mentalmente i kata e le lezioni di Karate.
I movimenti divennero più fluidi di quel che posso ricordare, i pugni più forti ed i calci più veloci, perfino i tempi di reazione migliorarono.
In pratica in quel mese ero migliorato da qualsiasi punto di vista, qualsiasi.
C'era ancora un conto in sospeso: la mancata realizzazione del progetto threesome.

Decisi di riprendere la strada.
Luogo ----> Santa Monica
Locale ----> Night Club
Data&ora ----> Sabato sera ore 23:46

Niente seghe, oggi festa!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora