Capitolo 13, Vahl

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Il regno degli elfi della natura era conosciuto per molte cose. Iniziando dalla più grande e precisa biblitoeca del regno, finendo alla grande guerra contro gli elfi della notte e della loro potente monarca, la regina madre, colei che regnava e tutto decideva. Quando i forestieri si approcciavano per la prima volta al regno, e più di preciso alla capitale di Findsar, dove la famiglia reale resideva, si trovava davanti un intero e potentissimo regno governato da una donna.

La cosa molto spesso coglieva alla sprovvista, ma anche se le donne occupavano una parte fondamentale e di grande potere nella società, lo stesso il numero delle schiave, maggiormente di guerra, e di serve femmine era altissimo. Gli elfi maschiche arrivavano nel regno, spesso erano elfi che scappano dalla propria patria per i più disparati motivi, finivano a fare lavori umili, come i contadini, ma lo stesso lavori liberi. Al contrario, le elfe, per riuscre a portare a casa un salario minimo dovevano fare le pulitrici, le nutrici, e quando le cose non andavano bene, le concubine per elfi ricchi e annoiati.

Questo era il caso di Vahl, era arrivata dalle terre del sud a Findsar, sperando in un nuovo inizio, ma era finita a fare l'aiuto cuoco in cucina, a pulire le stanze reali meno usate, e di notte a divertire gli elfi. Aveva intrattenuto una vasta varietà di elfi, da contadini che avevano venduto il frumento a un prezzo più alto del solito, passando per nobili la cui moglie non divertiva o eccitava abbastanza, finendo con soldati e generali stressati per la guerra. Vahl aveva la fortuna di essere molto brava a danzare, dopotutto lo aveva fatto per tutta la vita nelle terre del sud, e con qualche pizzico di magia, riusciva a liberarsi della maggiorparte degli elfi.

Era riconosciuto in tutto il continente che gli elfi del sud erano bravi in due cose: furti e improgli. Non per niente sulla loro bandiera era raffigurata una mano tagliata e sette monete d'oro. La mano tagliata era la pena che veniva inflitta ai ladri, e i sette dobloni d'oro era un comune gioco di strada che si faceva per ingannare i turisti e gli elfi più stolti. Banalmente consisteva in una carta su cui erano rafffigurati 7 dobloni d'oro, uno per ogni grande cavaliere del regno. Il mazziere, e l'imbroglione, mescola i 7 dobloni con un altra carta, e mentre il malcapitato assaggia già la vittoria, un complice gli ruba tutte le cose di valore. Stupido? sicuro. Funzione? al 98 percento.

Quella sera si affrettò al locale in cui andava ogni volta che il sole calava, Dan Gwinthal, o più comunemente il mito. Era un locale molto frequentato. Di giorno era una taverna, ma di notte chiudeva e cambiava completamente. Uno dei proprietari, il fratello più muscoloso dei gemelli Dalpen, reduci di guerra che avevano voluto rilassarsi dopo la grande guerra, le aveva detto che per creare il locale notturno si erano basati su un racconto epico dell'infanzia. Vahl non ci aveva capito molto, al tempo parlava poco il dialetto dei boschi, ma per quello che aveva capito tutto si basava su una carvena coperta di funghi fluorescenti, che se venivano mangiati suscitavano allucinazioni. Lei non li aveva mai provati, alle ragazze che lavorano era proibito bere alcolici e assaggiare i funghi che crescevano sulle pareti.

Se non ci avesse dovuto lavorare per quasi per obbligo, avrebbe apprezzato molto il mito. Partendo dalle pareti e arrivando al soffitto i funghi fluorescenti creavano psicechedeliche forme amava quel posto. Nel centro perfetto del locale c'era un grosso albero, che usciva con la chioma dal tetto. Lo stesso però erano presenti dei rami che erano piegati all'interno del locale, dove sopra erano fissatte delle piccole casette che contenevano l'altra fonte di luce notturna. Proprio in quel momento, mentre guardava le piccole cosette di legno, un gruppo di piccole e soffici sfere alate uscirono, dirette a disperdersi per tutto il locale. Una di quelle lucciole magiche le andò addosso, di proposito, per poi andare via. Vahl sospirò. Due settimane prima per sbaglio aveva quasi ingoiato una di quelle piccole creature, e da quel momento aveva perso ogni loro simpatia.

Entrando nel locale, uno dei due capi la fermò -Vahl, hai una richiesta- Vahl alzò un sopracciglio -sono appena arrivata, devo cambiarmi. Non ci può andare qualcun'altra?- il capo scosse la testa -ha già rifiutato tutte, manchi solo tu. Vestiti in fretta e vai- Vahl annuì e si mosse verso la stanza comune in cui si cambiava.

Elf's Crown, Il Regno Degli Elfi Delle ForesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora