Capitolo 2, allenamento

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Riax si alzò di scatto, mentre si guardava intorno spaventata. Sbadigliò per poi spolverarsi i vestiti. -chissà perchè ho sognato di nuovo quella balia- smise di parlare per un attimo per ripensare alla sua giovane e gentile balia. -chissà dov'è ora e che fine ha fatto- borbottò poi, mentre camminava verso il castello. Nel corridoio principale una guardia la fermò. -principessa- disse, inchinandosi. -siete richiesta da vostra madre- Riax annuì. -dov'è ora?- la guardia fece un altro inchino impacciato prima di rispondere. -i vostri genitori sono nella sala principale che ascoltano ciò che il popolo chiede- Riax annuì di nuovo per poi soffermarsi a guardarlo. Si rese conto che era una guardia nuova, avrà avuto una ventina d'anni, probabilmente aveva appena ottenuto il diploma. "così giovane ed è una guardia, impressionante" -soldato, quanto sei bravo a combattere?- la domanda prese la guardia alla sprovvista, che non seppe cosa rispondere. -non ne ho idea principessa- con questa risposta Riax capì che la guardia era il figlio di un nobile, che era stato messo lì per avere un buon titolo, levandolo a chi se lo poteva meritare veramente.
Ora che lo guardava meglio, Riax notò il viso grassottello stretto nell'elmo argento con i pennacchi verdi, e poteva intuire che anche il resto del corpo di quel ragazzo agiato fosse stretto nell'armatura. Riax fece una smorfia, ora infastidita dalla sua presenza goffa e indegna di essere lì. -torna al tuo posto guardia- il ragazzo si guardò intorno, non capendo l'ordine visto che era già nella sua posizione. Riax scosse la testa mentre si avviava verso la camera principale. -torna dalla tua famiglia nobile, il tuo posto non è qui- disse prima di entrare.

Appena entrò tutta l'attenzione fu su di lei, la grande erede al trono. -dolce figliola, sei qui finalmente-
esclamò la madre quando la vide, ignorando completamente una famiglia che chiedeva dei sussidi per riuscire a comprare del pane. -vieni qui e siediti vicino a noi- aggiunse poi. Riax scosse la testa. -cosa vuoi madre? Mi hanno avisato che mi volevi- disse lei in risposta. L'espressione felice della madre fu inffranta per un minuscolo momento, facendo trapelare il fastidio che provava verso di lei. Poi sorrise di nuovo. -voglio che tu stia qui, mia dolce figliola- Riax la osservò attentamente per poi pensare prima di parlare. -madre, mi duole rifiutare, ma non posso accettare la tua richiesta, a breve ho allenamento. Spero di non deluderti- "non più di quanto faccia solo esisendo" pensò poi Riax dopo aver parlato. La madre fece una smorfia infastidita, poi visto che c'erano presenti annuì e sorrise ancora di più. -certamente, vai pure a prepararti- tutto di lei sembrava dolce, tutte le sue movenze la facevano apparire come un' amorevole madre monarca, ma Riax che la conosceva bene e sapeva che tutto ciò era la facciata curata bene che copriva e nascondeva un grande mostro. Lo sguardo con cui la guardava era quello con cui un aquila guarda un coniglio ferito prima di ucciderlo, esprimeva ciò che la madre provava per lei: tu sei in vita perchè io voglio così. L'ampio sorriso della madre nascondeva tutte le parole di odio che avrebbe voluto dirle.

Riax annuì, fece un inchino, e poi uscì. Amava la sala del trono, le piaceva leggerci i libri che la madre la obbligava a finire. Quando non ci si riceveva il popolo seguendo i muri venivano messi dei divani in seta verde e dei tavolini di betulla, tutti girati in modo che non si dia mai la schiena ai tre troni presenti al centro della sala, uno per la madre, uno per il padre e uno per Riax. La madre come da tradizione stava nel trono in mezzo, il quale era il più alto e era fatto maggiormente in oro. Quello del padre invece era alla sua destra, ed era più basso e meno decorato. L'unica cosa che Riax apprezzava della madre era stata la scelta del trono, infatti nel seggio del trono l'oro passava da un vivido colore giallo a uno nero scuro mentre si filamentava fino a creare una grande ragnatel. Sulla parte più alta della ragnatela si appoggiava una finta corona, fusa al trono, e da ogni angolo della sala quando la madre era seduta sembrava fosse al centro della ragnatela con la corona poggiata sul capo. Le gambe del trono erano state decorate con delle finissime zampe ragnesche.
Da ciò che aveva letto sua madre aveva combattuto nella grande guerra di Foiznir, la battaglia un cui il suo regno aveva vinto contro le schiere degli elfi della notte, distruggendo tutti i loro accampamenti e spazzando via i loro eserciti dopo quasi 4 secoli di tensioni. Dai libri aveva anche scoperto che i simboli sul suo trono aveva un doppio significato, il primo era quello più ovvio, lei era il ragno al centro della ragnatela, comandando tutto e tutti, decidendo chi vive e chi muore. L'altro, meno consociuto, era secondo lei il vero motivo per cui la madre aveva scelto il ragno e la ragnatela come simbolo infatti pareva che durante le battaglie lei fosse un'abile creatrice di liane, con cui circondava il campo di battaglia e avvelenava interi eserciti. Lei era la vedova nera, colei che vinceva battaglie da sola. Ma fuori dall'esecito, e sopratutto dopo essersi sposata, nessuno l'aveva più chiamata così.
Riax non aveva ancora avuto il permesso di decorare il suo trono, da tradizione avrebbe potuto farlo solo quando sarebbe salita al potere come matriarca.

Camminò pensierosa fino alla sala degli allenamenti, dove il suo insegnante non era presente. Se si ricordava bene aveva da fare con un uomo, e lei sospettava avesse una relazione con quest'ultimo, ma dopotutto non erano affari suoi. Visto che era da sola si cambiò lì nella palestra, cosa che sua madre avrebbe trovato per niente appropriata a una donna e principessa. Probabilmente avrebbe detto qualcosa di cattivo e se sarebbe andata via inorridendo. Riax scrollò le spalle e sbuffò mentre si metteva i paraspalle e i paraginocchi in argento leggero. "dopotutto sono sempre stata motivo di inorridimento" si ritrovò a pensare. Poi scosse la testa -no!- esclamò. -non devo pensare a cose del genere- disse per poi prendere la sua spada preferita.
Il suo allenatore la aveva definita la migliore principessa guerriera che aveva mai allenato, e lei non poteva che concordare. Eccellevva sopratutto nei combattimenti magici, ma non era ancora stata in grado di generare delle piante, poteva solo controllarli. La spada che usava per combattere aveva un impugnatura più piccola del normale, fatta su misura per lei, e in tutta la lama erano incastonati delle piccole sfere verdi e solide.
Guardò il manichino, poi chiuse gli occhi e si concentrò. Fece un rapido scatto e colpì il manichino con la lama, infilandola fino a metà. Dopo un secondo il manichino si illuminò di verde e improvvisamente dei rami iniziarono a crescere, distruggendo il manichino stesso e liberando la spada. Riax fece due passi indietro per vedere ciò che aveva creato. Davanti a lei si stagliava un gigantesco albero di quercia che arrivava al soffitto, generato dal ciò che rimaneva del fantoccio. Se quell'albero fosse stato fatto in natura si sarebbe potuto scambiare facilmente con un altra quercia centenaria del bosco. Però, al contrario di un albero normale, la quercia iniziò piano piano ad accasciarsi su se stessa e poi sparì, come era arrivata. -veniamo dal niente e torneremo niente- borbottò mentre toglieva con delicatezza le gemme verdi, che ormai si erano infrante.
Riax non apprezzava le querce, non almeno come apprezzava le rose. Erano in assoluto le sue piante preferite. Dei germogli di rosa in mano agli elfi della natura possono passa dall'essere delle armi pericolose a delle bellissime decorazoni.
Mentre Riax si accingeva a prendere delle nuove capsule per la sua spada, dei passi attirarono la sua attenzione. Un gruppo di quattro guardie era fermo sulla soglia di entrata, e quando lei si girò completamente per guardarli loro si incchinarono. Il più vecchio dei quattro, lo si potteva capire dalla quantità di pennacchi presenti sull'elmo e dal colore che dal verde vivido era passato a uno più tendente al giallo, fece un passo avanti prima di parlare. -principessa- iniziò -è il momento della vostra apparizione in pubblico. I vostri genitori hanno decretato che una passeggiata nella cittadina di Merixtal potrebbe essere la soluzione più adatta- Riax fece una smorfia, non aveva niente contro il popolo, ma essere obbligata a interrompere il suoo allenamento certamente non la rendeva felice.
Prima di rispondere ai soldati ripose con cura la sua spada dentro un baule d'argento decorato e foderato con del pizzo verde. Lo chiuse per poi girarsi a guardare i quattro elfi. -volete rimanere mentre mi cambio o pensate di uscire- chiese di proposito mentre si levava i paraspalle. Le guardie si scusarono inchinandosi e poi usciro di gran fretta, mentre lei rideva divertita. Adorava mettere in difficoltà i soldati che aveva intorno

Elf's Crown, Il Regno Degli Elfi Delle ForesteDove le storie prendono vita. Scoprilo ora