Capitolo Undici (Evan)

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Evan e Kana erano stati inseguiti da un solo serpente e il sentiero che avevano preso non era molto insidioso, quindi riuscirono facilmente a seminarlo al contrario di Rio e Sara.

Evan, anche se a Rio e Sens lo negava, aveva una cotta per Kana e non era per niente bravo a nasconderlo. Era raro che restassero soli loro due, ed Evan pensò che se un giorno avesse voluto dichiararsi forse questa era l'unica occasione che aveva.

Da quando erano entrati lì, non avevano parlato molto stranamente. Evan non era molto timido, ma ora che aveva un'occasione concreta per dire alla ragazza i suoi sentimenti non gli venivano le parole.

«Tutto bene?» chiese Kana all'improvviso.

«Credo di sí, perché?»

«È da quando abbiamo seminato il serpente che non parli, di solito sei un chiacchierone. Non è che ti ha morso?»

«Se quel coso mi avesse morso avrei un enorme buco da qualche parte, quindi penso di no».

«In effetti».

«Che ne dici se per oggi ci fermiamo qui? Abbiamo camminato molto oggi e tra un po' sarà buio», propose Evan.

«Vorrei avanzare ancora un po' oggi».

Evan cercò di trovare una scusa al volo.

«Guarda che qui non è mica facile trovare la legna per il fuoco se vogliamo accenderne uno per la notte. Conviene fermarci qui per oggi».

«Va bene, allora cerchiamo qualcosa da bruciare».

La scusa aveva funzionato, quello era il momento ideale e Evan lo sapeva, prese tutto il suo coraggio e cercò di dichiararsi alla ragazza.

«Kana...»

Kana si girò verso di lui mentre nel frattempo cercava qualche legnetto lì intorno.

«Volevo dirti che mi piaci».

Per un secondo calò il silenzio. Evan aspettava che la ragazza dicesse qualcosa anche se sapeva che come dichiarazione era stata proprio pessima.

«Un po' lo sospettavo... anzi lo sospettavano tutti...»

Il tono della ragazza non era dei migliori. Evan per la prima volta aveva l'ansia a mille e ben poca voglia di ridere. A un certo punto ci fu una vibrazione nel suolo, che Evan ignorò.

«Quindi mi concederesti un appuntamento quando finirà questa storia?»

Un'altra vibrazione. Qualcosa di molto grosso si stava avvicinando. Kana se n'era accorta, ma Evan era troppo preso e speranzoso nel sapere la risposta di Kana per accorgersene.

«Non mi pare il momento di discuterne, sta arrivando qualcosa Evan!»

Da una curva lì vicino uscì fuori una sottospecie di orco alto cinque metri che impugnava una grossa clava di legno, con la pelle grigia, la bocca con qualche dente mancante o accuminato e una gigantesca pelle di serpente usata come pantalone improvvisato.

«Proprio adesso dovevi arrivare!»

Evan più che preoccupato era arrabbiato che quel colosso avesse interrotto quel momento. Kana invece era molto preoccupata, ricordava di aver già visto quel bestione sui libri dell'accademia.

«Evan quello è un Sovrano della terra!»

«Vuoi dire che è uno di quei mostri rari e pericolosi delle Pianure dell'eternità?»

«Sì, dobbiamo scappare!»

Nelle Pianure dell'eternità esistevano svariate creature, ma quelle che erano considerate le più pericolose erano quelle riportate nei libri dell'accademia con la voce di Sovrani. Alcuni dicevano che erano solo leggende e altri no. Il capitano diceva di essere certo che esistessero, tuttavia era sempre stato molto vago sulle sue certezze, come se avesse già visto molte cose e non volesse rivelarle a nessuno.

Farti tornare da me (Revisionato, Completato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora