Farti tornare da me (Revisionato, Completato)

Capitolo Dodici (Alex)

Dopo essersi lasciati il villaggio e il bosco alle spalle, Alex e Azzurra raggiunsero una zona rocciosa, con montagne e ripide pareti, non molto lontana da dov'erano prima. Dopo l'ultima esperienza nel bosco, Alex evitò di avventurarsi con Azzurra nei sentieri che davano dentro a quel canyon e scelse di aggirarlo. Si sentiva sicuro di essere abbastanza lontano da quei ragazzi, così decise finalmente di dormire quella notte. Probabilmente Azzurra si sarebbe addormentata ugualmente durante il tragitto se Alex avesse scelto di proseguire anche di notte.

La notte passò tranquillamente. Quando fu mattina Alex diede un'occhiata veloce alla mappa e alla bussola per vedere se la direzione che aveva intenzione di prendere era corretta. Dopo essersene accertato svegliò Azzurra, che da quanto era assonnata ci mancò poco che Alex dovesse portarla in braccio per riprendere il viaggio.

Alex quella mattina non sapeva perché, ma aveva una brutta sensazione. Pensò che forse avrebbe incontrato di nuovo i ragazzi dell'accademia, però la sensazione era simile a quella che aveva ad Air City e non si spiegava perché gli fosse tornata proprio in quel momento.

Ormai avevano quasi finito di aggirare il canyon. Poco lontano da loro c'era un boschetto, ma dopo l'ultima esperienza nel Bosco Nero, Alex ci pensò due volte sul da farsi. Questo però era decisamente più piccolo e non aveva affatto l'aria lugubre come quello di prima, però per essere sicuro pensò fosse meglio aggirare anche quello.

Mentre rifletteva sul da farsi, sentì due presenze lì intorno. Pensò di nascondersi con Azzurra, ma non c'erano nascondigli a portata di mano, allora si voltò verso il canyon in direzione di uno dei sentieri tra le montagne e vide due ragazzi uscire da lì. Una dei due era fin troppo famigliare, era la ragazza che aveva preso in ostaggio l'altro giorno e l'altro era uno dei suoi compagni. Sembravano essere da soli, per cui non li considerò una grande minaccia.

I due ragazzi dopo essere usciti dal sentiero ci misero poco a vedere a loro volta Alex e Azzurra poco lontano da loro. Sara andò su tutte le furie appena lo vide, «finalmente ho l'occasione di vendicarmi!»

Rio cercò di calmare Sara e farla riflettere sullo svantaggio che avevano in quel momento. Se in sei non erano riusciti a impedirgli di prendere un ostaggio, loro due soli non avevano molte speranze.

Azzurra non capiva che stava succedendo, Alex le disse di allontanarsi o sarebbe stato pericoloso per lei. Sapeva di avere un bel vantaggio su di loro in quel momento, magari non li avrebbe uccisi, ma almeno poteva fare in modo che non potessero più seguirlo e si mise a provocare la ragazza per farli avvicinare.

«Se vuoi vendicarti vieni pure! Sono proprio qui! Direi che l'ultima volta non vi è bastato!»

Sara corse verso di lui e Rio fu costretto a fare altrettanto per non lasciare Sara da sola. Sara riuscì a colpirlo una volta in piena faccia, ma Alex si riprese subito e anche se era solo riusciva a tenere testa a entrambi senza problemi. Rio anche questa volta venne colpito con un calcio allo stomaco, tuttavia si rimise subito in piedi. La ragazza stava per essere colpita da un potente pugno in testa e non aveva nessun modo per evitarlo, però Rio la salvò appena in tempo con una spallata che colpì Alex facendolo cadere violentemente a terra.

«Dovrò impegnarmi un po' di più a quanto pare stavolta», pensò Alex mentre si rialzava.

I tre si rimisero in guardia e stavano per riprendere il combattimento, ma una voce non molto lontana s'intromise.

«Sei patetico come sempre Alex! Ti fai mettere a terra da dei ragazzini? Perché diavolo Anna ha scelto te non l'ho mai capito».

Alex voltò lo sguardo in direzione della voce e vide che non lontano da lì un ragazzo li stava guardando. Era alto, magro, trasandato e con gli occhi pieni di odio. Quando capì chi era ad Alex si gelò il sangue nelle vene, la presenza che sentiva ad Air City apparteneva a quella persona. La sua sola presenza suscitava nei presenti una brutta sensazione di pericolo, come se un pazzo tenesse gli occhi su ognuno di loro.