Capitolo Tre (Rio)

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Rio era ancora paralizzato dalla brutta sorpresa, aveva solo voglia di svignarsela, ma ormai Sara sapeva già che lui era lì, così il ragazzo prese coraggio e parlò ancora.

«Avevo sentito qualcuno piangere, così sono entrato. Pensavo servisse aiuto».

«Nessuno ti ha chiesto di entrare!» rispose molto furiosa.

«Ok... allora me ne vado». Rio stava per andarsene e si sentì anche sollevato in fondo, ma poco prima che uscì dal bagno... «aspetta...», la porta del gabinetto dove Sara si era rinchiusa era aperta e lei stava lì davanti. Rio si girò verso di lei.

«Vuoi dirmi perché piangevi o me ne posso andare?»

Il tono di Rio era seccato e quasi forzato, forse in fondo c'era veramente un po' di preoccupazione, ma molto in fondo, era stato preso in giro così tante volte dalla ragazza che dubitava molto di lei, così a causa del suo orgoglio in quel momento scelse di non prenderla sul serio.

«Rio... tu mi odi?» chiese Sara.

Rio rimase sorpreso dalla strana domanda, ma non perse l'occasione di rispondere.

«Certo che ti odio... da quando ti conosco non hai fatto altro che prendermi in giro e trattarmi male. Che ti aspettavi? Poi vuoi dirmi perché piangevi? Non penso sia certo per questo!»

Sara si asciugò le lacrime e iniziò a uscire dal bagno.

«Non ti dico perché piangevo, comunque presto il tuo problema e quello degli altri sarà risolto». Detto questo la ragazza se ne andò.

Dopo questa risposta Rio era confuso e sicuramente ancora più arrabbiato. Non fece in tempo a chiedergli che intendesse con l'ultima frase.

Se ne tornò in camera sua e si buttò a peso morto sul letto ripensando a quello che era appena successo. Quando si rilassò un attimo, si chiese perché con lui e i suoi compagni spesso finiva per isolarsi e invece con quelle oche delle sue amiche rideva e scherzava? Ma in fondo anche con quelle ragazze Sara non passava molto tempo e lui iniziò a chiedersi cosa provasse Sara a stare lì da sola.

Poco dopo gli tornò in mente che doveva andare nella stanza di Evan. Il ragazzo non aveva dato un orario specifico, così Rio andò subito.

Bussò alla porta dell'amico e dall'altra parte una voce lo invitò ad entrare. La stanza era molto simile a quella di Rio, a parte che era piena di videogiochi e fumetti sugli scaffali. Sens era già arrivato e si era già accomodato davanti ai videogiochi insieme a Evan che mentre giocava mangiava un pacchetto di patatine.

«Come fai a mangiare sempre e a non ingrassare mai?» chiese Rio.

«Come facciamo a ingrassare se siamo sempre sottoposti a quegli allenamenti infernali?» replicò Evan.

Sens diede ragione a Evan riguardo agli allenamenti, poi spiazzò l'amico chiedendogli perché non avesse invitato anche Kana.

«È un pomeriggio tra maschi, perché dovevo invitarla?»

«Pensavo ti piacesse», rispose Sens.

Evan divenne tutto rosso e negò tutto. L'amico lo tranquillizzò dicendogli che scherzava, ma a causa della reazione di Evan ebbe il sospetto che probabilmente ci aveva preso. Evan contrattaccò l'amico chiedendogli di lui e Aria ma Sens non si scompose e gli rispose che da parte sua non c'era sicuramente niente ed era solo lei che lo seguiva ovunque. Rio ed Evan non gli crederono per niente.

Evan mise una mano sulla spalla di Sens e con un'aria da finto saggio disse all'amico, «sei così poco sincero con te stesso Sens...»

«Almeno lui finge meglio!» replicò Rio.

Farti tornare da me (Revisionato, Completato)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora