𝐅𝐎𝐔𝐑

214 13 1
                                    


🎧 Broken, Isak Danielson.

Per 'base' io pensavo la caserma, ma mi stupii di arrivare, poco dopo, in una tendopoli sorta sulla costa.
Era ormai sera, il cielo scuro non si distingueva dal mare e i tuoni continuavano a minacciare una tempesta che sarebbe arrivata di lì a poco.
Il vicesceriffo Shoupe, ormai sceriffo dalla morte di Peterkin, ci fece sedere su delle sedie all'interno di una tenda.

Sospirai, appoggiandomi completamente allo schienale e cercando qualcosa dove appoggiare la testa, senza risultati.
Poco dopo sentimmo le sirene della polizia, e due barche con le luci lampeggianti si fecero strada nell'acqua del mare. Mi irrigidii: se stavano mobilitando le pattuglie in acqua, era segno che l'avevano trovato.

Passò il tempo, ma da quel che si capiva in giro John B aveva seminato le barche che lo inseguivano. La notizia fu che sulla barca vi era anche Sarah, ma non si seppe altro fino a tarda notte, quando la tempesta era ormai quasi passata. Shoupe e altri due agenti arrivarono nella nostra tenda racchiusi nei loro giubbotti catarifrangenti, con espressioni atterrite.

Saltammo tutti e quattro in piedi dalle sedie.
«Novità?» chiese Pope.

«Non troviamo più il segnale.» disse Shoupe, piuttosto calmo per i miei gusti.

«Vuol dire che sono riusciti a scappare?» domandò quindi Kie, e un lieve sorriso vittorioso comparve sui nostri volti.

Shoupe sospirò e vidi chiaramente la difficoltà nel suo sguardo.
«Noi... li abbiamo persi.» sentenziò.

Aggrottai le sopracciglia.
«Che significa persi? Non si saranno mica volatilizzati, che diavolo vuol dire?» chiesi confusa, con la testa pesante, le orecchie che fischiavano. L'avevo già capito, ma avevo bisogno di sentirlo dire ad alta voce.

«Hanno trascinato la barca in una depressione tropicale. Con questa tempesta...» fece lo sceriffo, ma si bloccò.

Aprii la bocca ma emisi un semplice soffio. Avevo capito.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, e sentii appena Kie domandare:
«Sono morti?»

«Non lo sappiamo.» borbottò Shoupe.

Quel che seguì nemmeno lo capii.
L'unica cosa che sentii fu il grido di dolore che fuoriuscì dalla mia bocca: vi era contenuto tutto, era tanto forte che dovetti tapparmi le orecchie con le mani per proteggerle.
L'urlo straziante che avevo cacciato si trasformò poi in singhiozzi angoscianti, e mi ritrovai stretta tra le braccia di qualcuno che non seppi nemmeno chi fosse.
Sentivo solo me, il mio dolore, la mia perdita, un vuoto enorme allo stomaco che mi faceva singhiozzare ancor di più. Le lacrime neanche scendevano — probabilmente le avevo esaurite con tutte le volte che avevo già pianto in quelle ultime ore — ma non erano quelle a decretare quanto stessi male: lo erano le grida, i singhiozzi, l'alzarsi ed abbassarsi veloce e a scatti del mio petto e le gambe che non mi reggevano più in piedi.

Il dolore si trasformò in rabbia; mi divincolai da chiunque mi avesse stretta e mi fiondai su Shoupe, scagliandogli un pugno, piuttosto debole in realtà, che lo colpì sul braccio che aveva levato per difendersi.
«Lo avete ucciso, lo avete ucciso! Siete degli assassini! Quello era mio fratello, mio fratello! - strillai in preda ad una crisi di pianto isterica. Non mi riconoscevo in quei gridi selvaggi che lanciavano, ma mica dicono che il dolore ci cambia? - Mio fratello.» soffiai poi in un sussurro, mentre venivo allontanata dallo sceriffo.

Dopo quelle accuse e quello sfogo mi sentivo quasi meglio, se non fosse per il cuore rotto e un buco nero dentro lo stomaco. Mi voltai giusto in tempo per vedere i genitori di Kiara travolgerla e consolarla mentre piangeva, così come quelli di Pope. Solo allora mi accorsi che io non avevo nessuno, in quel momento, nessun famigliare — l'ultimo rimasto era ormai diventato la causa del mio pianto — che mi accogliesse tra le proprie braccia.

𝐀𝐑𝐄 𝐘𝐎𝐔 𝐋𝐎𝐍𝐄𝐋𝐘? || JJ MaybankDove le storie prendono vita. Scoprilo ora