Cambiamenti

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Vassoi di cibo ricoprivano la tavola, c'era di tutto, anche alcune pietanze internazionali che a Mary piaceva preparare.
Il tintinnio dei bicchieri pieni di spumante dopo il brindisi di mezzanotte, e il continuare a stare a tavola senza una ragione ben precisa se non quella di continuare a parlare pur di non andare a dormire.
Era quella la situazione che si era creata la vigilia di Capodanno, o, come dovrei dire, il giorno di Capodanno, dato che la mezzanotte era passata ed, ufficialmente, iniziava un nuovo anno.
Un anno che, sperando sempre, avrebbe potuto portare serenità e felicità in quella ragazzina che aveva perso tutto e trovato speranza in una semplice compagna di banco che, alla fine, era diventata qualcosa di più.

< Da oggi, si inizia un anno diverso. Staremo insieme, e nessuno potrà mai separarci > disse Columbia portando Misha lontano da tutti per poterle parlare in privato.
< Insieme per sempre? > chiese l'altra speranzosa
< Per sempre > rispose baciandola.
Quando tornarono dagli altri continuarono a parlare un pó di tutto.
Di quello che avrebbero fatto il giorno dopo, del cibo che avrebbe ricoperto la tavola di nuovo e, dello stabilimento di Misha in camera della fidanzata.
Sarebbe rimasta a vivere con loro ovviamente, e non avendo altre stanze a disposizione, e, soprattutto con l'opposizione di Columbia a farla stare lontana da lei, si decise di farla rimanere in quella stanza; il letto era abbastanza grande per entrambe e l'armadio era poco utilizzato dato che la maggior dei suoi vestiti li buttava sulla sedia.
Mentre degli zii non seppe nulla, o meglio, anche se era passato davvero poco tempo, non l'andarono a recuperare, portandola a casa in punizione; Julian, il cugino, le aveva mandato qualche messaggio, alcuni dei quali per sapere come stava, altri per augurarle un buon anno, e altri ancora raccontandole la situazione familiare.
Le disse che la zia Susan l'aveva maledetta per tutto quello che le aveva fatto passare, ed ora che se ne era andata si sentiva meglio, che non avrebbe più influenzato quella famiglia.
Ma le disse anche qualcos'altro che la fece sorridere, e cioè che non l'avrebbe cercata e che non l'avrebbe mai ripresa in casa.
Quella cosa le andava benissimo perché a lei non piaceva quella famiglia e di certo non aveva intenzione di ritornarci.
Ora poteva sentirsi veramente libera.
Ringraziò il cugino per tutto quello che aveva fatto per lei, per averla ascoltata, per averle portato da mangiare quando la zia glielo impediva e di averla fatta fuggire da quell'inferno.
Gli propose di scappare anche lui, come aveva fatto lei; ma aveva troppa paura di deludere i genitori per farlo, cosi rimase lì, a subire ogni sua sorte.

< Non vorrei rovinare la situazione, ma è tardi, io vorrei andare a dormire se non ci dispiace > chiese gentilmente Misha alzandosi dal tavolo.
< Si tesoro, scusaci se ti abbiamo trattenuto troppo, buona notte > rispose subito Mary salutandola.
< Notte > dissero gli altri in coro mentre si allontanava e raggiungeva le scale.
< Aspettami, vengo anche io > disse subito Columbia alzandosi in fretta dalla sedia e correndo ad abbracciarla da dietro.
< Non fate molto casino, noi vorremmo dormire la notte > urlò questa volta il padre di Columbia scaturendo una grossa risata da parte di tutti, anche di Columbia stessa, mentre a Misha diventava il viso tutto rosso dall'imbarazzo.

< Niente più sesso > sbottò entrando in camera ancora completamente imbarazzata.
< Ma dai.. stavano solo scherzando > cercò di dire Columbia sperando in un cambiamento della sua idea.
< Oh, ma hanno appena detto che ci sentono > disse col broncio Misha.
< E allora? > chiese Columbia.
< Lascia che ci sentano, non facciamo nulla di male, è una cosa alquanto naturale a mio parere > continuò spiegando la sua teoria.
< Quindi tu dici che possiamo tranquillamente urlare di notte, quando o tuoi dormono, nella speranza che non ci sentano, giusto? >
< Direi di si, ma possiamo farlo anche la mattina o il pomeriggio, mentre loro sono svegli > ribatté facendo in sorriso ebete.
< No che non possiamo. Non si farà più nulla > disse girandosi ed incrociando le braccia davanti a sé.
< E saresti capace di farmi questo? > rispose facendo finta di offendersi.
Ma quando l'abbracció da dietro, circondandola con le sue braccia mentre le baciava il morbido collo, l'altra non poté fare a meno che lasciarsi andare a quelle coccole rimangiandosi tutto quello che aveva detto poco prima < No, in realtà non posso fare questo a me. Non posso rinunciare a te, al tuo sapore > affermò girandosi e baciandola intensamente.
< Ma stanotte nulla se non dormire > continuò dirigendosi in bagno a cambiarsi.
< Come no? Proprio a Capodanno? Non lo sai il detto? > domandò, a quel punto Misha si girò stranita e l'altra continuò < Chi fa sesso a Capodanno fa sesso tutto l'anno, e se noi non lo facciamo rischiamo di non farlo più >
Ma l'altra iniziò a ridere a quelle parole.
< Capodanno è fino mezzanotte di domani, e la giornata è appena iniziata. Avremo tutto il tempo > disse entrando in bagno e chiudendosi la porta alle spalle.
< Ma cosa mi sta succedendo? > si chiese tra sé e sé.
< Sta ritornando la vecchia Misha > rispose sorridendo il suo subconscio seduta sulla vasca.
La guardò intensamente prima di chiudere gli occhi e respirare a pieni polmoni.
< Non sarà bello riaverla > concluse.

Nel frattempo in camera Columbia aspettava la sua amata che, stranamente, stava diventando ogni giorno che passava, sempre più aperta e sfacciata.
Non era più la ragazza timida che chiedeva il permesso perfino per prendere un bicchiere d'acqua.
Adesso stava reagendo al male che le avevano fatto, stava iniziando a vivere; quella cosa, quella trasformazione le piaceva.
E così, mentre era sovrappensiero aspettava la più piccola per dormire abbracciate anche quella sera, una delle tante, ma non una delle ultime.

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