Un vecchio ricordo

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< Ecco il libro, come ti avevo promesso > spuntò improvvisamente Columbia alla sua destra che le porse un enorme libro, 'La Chimica' era questo il titolo così banale ma del resto cosi giusto.

< Ciao reale me > e si, anche il suo subconscio era presente quel giorno. Dalla mattina, quando svegliò Misha, non era ancora scomparso.
Era una presenza costante.

< Grazie > disse Misha sorridendo e accettando il libro.
< Allora.. > iniziò Columbia < ..che lezioni hai oggi? Io ho storia alla prima ora >, sorrideva speranzosa di passare un'altra ora vicino alla piccolina.
< Ho Educazione fisica. > rispose Misha tristemente; era una sensazione strana, voleva stare con quella ragazza, ma non voleva neanche dare troppe soddisfazioni e farle vedere che le interessava.
< Ah, e dopo? Per caso hai chimica anche oggi? > chiese Columbia.

< Le interessi, si vede, guardale gli occhi, e secondo te tutte queste domande? Vuole stare con te. Dille se vuole fare ripetizione anche oggi > il suo subconscio, quella ragazza che doveva dire la sua sempre, si mise dinanzi a lei levandole la visuale.

< Ehm. No oggi non ho chimica..> disse un pó impacciata e imbarazzata Misha, < ..ma, se per te non è un problema, vorrei che mi dessi anche oggi ripetizioni > continuò.
< Certo, si, nessun problema. > disse immediatamente l'altra ragazza, era diventata rossa in viso per l'emozione ed era quasi agitata.
< Oggi alle 4 al parco. Ci vediamo dopo > disse Columbia stampandole un bacio sulla gancia destra e correndo verso l'aula di storia.
Misha non si aspettava quel bacio e, anche se, era solamente sulla guancia, si sentì il cuore a mille; batteva cosi velocemente che credeva uscisse dal suo petto; e divenne rossa in viso.

< Hey principessina sveglia, ritorna nella realtà > una mano davanti al suo viso sventolava per farla riprendere.
< Columbia > disse improvvisamente Misha notando la mano.
< No, anche se ci assomiglio non sono lei > la sconosciuta, il suo subconscio, la ragazza del ballo; non sapeva neanche lei come denominarla, ma comunque quell'essere le fece rendere conto che stava facendo tardi.

Misha era in ansia perché non vedeva l'ora di vedere Columbia, di starle accanto, di sentirla parlare.
Al suono della campanella che indicava la fine delle lezioni, corse letteralmente fuori in attesa dell'altra ragazza.
Anche Columbia uscì di corsa dalla scuola, bloccandosi quando vide Misha con un sorriso sulle labbra, forse il primo sorriso da quando la conosceva; sorrise anche lei mentre si avvicinava lentamente, voleva far durare il più a lungo possibile quella sensazione nello stomaco che la portava a pensare solo a lei.
Dissero un semplice 'ciao' ciascuno prima di incamminarsi al parco.
Nel cammino non si rivolsero mai la parola, ogni tanto sfuggivano degli sguardi seguiti dall'arrossamento del viso, ma sempre in un assoluto silenzio.

Il parco non distava molto dalla scuola, si trovava all'incirca a metà strada tra la scuola e la casa degli zii.
Era uno di quei parchi enormi, come pochi in giro oramai, pieno di alberi di vario tipo, laghetti e tanti animali.
Papere, anatre e anche scoiattoli giravano tranquillamente tra le persone, ormai abituati a quella presenza.
Fiori. Fiori profumati ovunque.

Pur trovandosi all'inizio dell'autunno, il clima non era ancora cambiato molto, e permetteva la crescita e la permanenza dei fiori primaverili.
Misha era incantata da quella visione, adorava i fiori, adorava la natura in generale e ritrovarsi in un luogo così magico era qualcosa di fantastico.
Per la prima volta aveva l'occasione di visitare quel posto.

Columbia aveva deciso di farle fare un giro dato che, la sera precedente, facendo tardi, non poté mantenere la promessa.
Camminava di fianco alla ragazza più piccola mentre la osservava.
Sapeva anche lei che si stava innamorando della sua stranezza - è troppo presto - pensò, ed in effetti aveva ragione, si conoscevano forse da 5 giorni era letteralmente impossibile innamorarsi in così poco tempo, perché del resto, come lei riteneva, - i colpi di fulmine non esistono - quindi quello poteva solo esser una reazione del suo corpo che, da tempo ormai, non faceva sesso con qualcun'altra.
< Sei pensierosa. Tutto bene? > le chiese ad un tratto Misha.
< Si > disse semplicemente Columbia cercando di scrollarsi dalla testa quei strani pensieri.
< Ah! Ehm.. Che ne pensi se facciamo ripetizione > disse indicando una panchina sotto un magnifico albero e con fiori rosa e gialli tutt'intorno.
L'altra ragazza rispose semplicemente con un cenno del capo, mentre, con passo più veloce di prima, si in camminava sulla panchina.

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