Capitolo 1

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Quando interviene un cambiamento,alcune specie sentono il bisogno di migrare. Il richiamo dell'anima verso un luogo remoto, inseguendo un odore nel vento, una stella nel cielo, l'ancestrale messaggio, induce i simili a spiccare il volo e a radunarsi; soltanto allora essi potranno sperare di sopravvivere alla crudele stagione incombente

Mohinder Suresh (Heroes)

Capitolo 1

Shay's pov.
-Shay!!!- sussultai, qualcuno stava chiamando il mio nome con un urlo a dir poco disumano...

- Che c'è, Rose?- sbottai, inviperita e scocciata dalla sua iper-attività

- Ah, niente... volevo solo sapere: hai preparato i documenti?-

-No- sospirai - non ne ho avuto il tempo...-

- Shay- sbottò lei - la manifestazione è domani mattina, e dobbiamo passare al commissariato entro le due....-

- e allora?- ribattei - guarda che sono perfettamente in grado di farcela!!-

-Certo, certo- sussurrò, convinta che non la potessi sentire... sospirai, Rose, nonostante i suoi modi bruschi, aveva perfettamente ragione: eravamo in un ritardo mostruoso. Il giorno dopo, nella piazza centrale di Londra , si sarebbe tenuta un'importante manifestazione contro le organizzazioni a stampo mafioso, ed io, in quanto partecipante attiva e membro onorario del "Free Will " ero tenuta ad organizzare tutti gli eventi, dai più semplici, come, ad esempio, la lotta contro gli esperimenti animali, alle corruzioni in ambito politico. Avevo iniziato ad essere attiva nel campo socio-politico a sedici anni, quando iniziai ad avere la facoltà di pensare coerentemente e di staccarmi dalla "massa" di ipocriti e ignoranti che mi circondava. A quell'età vivevo in una piccola cittadina a sud dello stato del cheshire,Holmes Chapel . Un piccolo agglomerato urbano che contava a malapena tremila abitanti, un mondo a sé, fatto di pettegolezzi e ipocrisie, incoerenze e falsità. Ero sempre stata una ragazza controcorrente, già a Manchester ,il luogo in cui abitavo con mia madre prima di trasferirmi a sud, mi irritava la superficialità e il menefreghismo dei miei amici, dei miei compagni di classe e di tutte le persone che conoscevo.

Ma a Holmes Chapel il mio disagio, se così lo possiamo chiamare, si accentuò alla vista delle persone bigotte e ipocrite che la popolavano. I miei compagni di classe erano insopportabili: definirli apatici sarebbe stato un insulto all'intero genere umano...loro erano molto più che apatici, erano completamente disinteressati al mondo che li circondava...si preoccupavano solo di assicurarsi il cellulare di ultima generazione o il vestito griffato, fregandosene altamente di tutto il resto...

Ricordo ancora con assoluta precisione il modo in cui mi guardavano quando, durante le lezioni di storia moderna o diritto, esponevo il mio punto di vista, a dir poco cinico e disilluso, sul mondo che ci circondava. Ricordo alla perfezione quando il mio insegnante decise di sospendermi perché avevo avuto il coraggio di dire ad alta voce che la guerra in Iran era un conflitto puramente economico, con il solo scopo di appropriarsi dei beni altrui e di distruggere intere popolazioni... Cercai di scacciare questi pensieri per dedicarmi alle cose importanti: dovevo andare in comune e in magistratura per ottenere il " permesso" di organizzare la manifestazione. Stampai la copia del documento di accettazione e presi la borsa: sarebbe stata una giornata molto lunga.

Il traffico verso il centro di Londra ,a quell'ora del mattino, sarebbe stato snervante per chiunque... guardando alla mia destra notai un automobilista che sembrava in procinto di una crisi isterica, e non lo avrei biasimato per nessun motivo al mondo: eravamo fermi allo stesso punto dell'autostrada da più di mezz'ora, ormai. Sbuffa, prendendo una sigaretta dal cruscotto: nonostante sapessi che fumare faceva male alla salute, quando ero stressata non potevo proprio farne a meno. Dopo circa un quarto d'ora notai che finalmente la coda di macchine iniziava a diradarsi, e tirando un sospiro di sollievo misto ad esasperazione, premetti sull'acceleratore, guidando a velocità moderata. Arrivai in comune verso le dieci del mattino, e aprendo la porta che portava agli uffici degli impiegati sentii un brusio di voci provenire dall'ufficio alla mia destra. Incuriosita, mi avvicinai alla porta e sentii qualcuno che parlava ad alta voce, concitato.

- Dannazione- sbottò quella voce - avevo espressamente chiesto che la manifestazione venisse impedita!-

- Cerchi di calmarsi- disse un'altra voce... la voce del sindaco!! - non ho potuto far nulla per impedire la manifestazione! la legge mi impedisce di...-

- Non me ne frega un cazzo delle tua stupide leggi!!- gridò la prima voce - sono io che decido, qui! Hai forse dimenticato il lascito che è "casualmente" pervenuto sul tuo conto corrente il mese scorso? Oppure il Rolex che ho regalato a tuo figlio per il suo compleanno?-

- Ma che posso fare?!- urlò il sindaco, al che lo sentii borbottare a bassa voce - senti, è solo una stupida manifestazione, ma l'affare andrà comunque in ....-

- Karl ! Ti ho già detto che di queste cose dobbiamo parlarne in privato! Fuori!-

- Roxanne - disse il sindaco con voce ansiosa - lascia me e il Signor Styles soli, per cortesia-

Aspetta un momento... Il signor Styles? Quel signor Styles? Il boss numero uno della mafia americana per eccellenza? Avevo forse capito male? Che ci faceva il Signor Styles con il sindaco di Londra?

All'improvviso tutte le parole che avevano precedentemente detto quei due mi tornarono in mente: leggi, manifestazione, appalti, affare.... Maledetto figlio di puttana, pensai furiosa. E così il sindaco se la faceva con il boss della più pericolosa organizzazione criminale di Londra e dintorni?

Che bastardo.... sentii dei passi leggeri avvicinarsi alla porta... quella Roxanne probabilmente stava uscendo dall'ufficio...

Mi nascosi, non dovevano trovarmi ad origliare, ed automaticamente estrassi la macchina fotografica dalla mia borsa: questa non me la potevo perdere. Avrei scattato una foto a quei fottuti bastardi e l'avrei inviata al primo giornale disposto a pubblicarla.

La ragazza uscì dall'ufficio, ma fece un grosso errore. Un errore che, dal mio punto di vista, era una vera e propria manna dal cielo: lasciò l'uscio della porta aperto.

Esultai in segreto per quella fortuna sfacciata, e mi avvicinai all'uscio, cercando di spiare.

E li vidi: il sindaco Derkley ed Harry Styles discutevano animatamente, cercando di imporre l'uno la volontà sull'altro.

La discussione era incentrata su alcuni appalti truccati nella zona est di Londra , di cui il sindaco, a quanto pareva, era in parte beneficiario. Menzionavano cifre assurde, alla portata di cento milioni di dollari, e io mi chiesi come una persona, un essere umano, non si possa mai accontentare di quel che ha, ma pur di fare soldi e possedere ricchezze debba truffare e nuocere agli altri. Il mondo fa davvero schifo, pensai arrabbiata.

La discussione durò circa mezz'ora,al che vidi Styles dirigersi verso la porta, scortato dai suoi scimmioni palestrati. Con un tuffo al cuore mi nascosi dietro il pilastro alla mia destra e tenni pronta la macchina fotografica. Il sindaco strinse la mano a Styles e ai suoi scagnozzi, e decisi che quello era il momento di agire. Uno scatto, due, tre...peccato che, troppo concentrata sugli eventi accaduti, non mi accorsi di un particolare: non avevo inserito la modalità off ai suoni della macchina fotografica. Merda, pensai quando vidi le teste dei presenti girarsi verso di me. Grosso errore. E adesso? Mi rimaneva un'unica alternativa: scappare. Imprecando mentalmente, mi diressi verso l'uscita, osservando di sfuggita le facce sconvolte che fissavano la mia figura snella correre a perdifiato.

Peccato che, all'uscita della casa comunale, trovai una limousine nera e quattro uomini con lo sguardo fisso su di me.

Cercai di scappare ma fu tutto inutile: gli uomini, tutti vestiti di nero, mi circondarono ed uno di loro si diresse con fare minaccioso verso di me. In quel momento la mia vita mi si riaffacciò davanti agli occhi, proprio come succede nei film. Mi vidi bambina, tra le braccia calde di mia madre, Amy ,mi vidi giocare a football con Dan, il mio migliore amico, rividi la faccia felice ed emozionata di mio padre il giorno della consegna dei diplomi... Perché sapevo che la mia vita sarebbe finita. Magari non lì, non in quel preciso istante, ma sapevo che la mia fine era vicina... tutto per un imperdonabile errore tecnico.

Il ragazzone si avvicinava a me, il suo volto era cupo e deformato da un ghigno malefico....chiusi gli occhi, cercando di ignorare il battito frenetico del mio cuore e la paura che, in quel momento, mi attanagliava lo stomaco. Sperai che facesse in fretta, sperai di non sentire dolore, finché...

- Non toccatela!- sentenziò una voce roca, terribilmente attraente ed altrettanto malvagia..la voce di Harry Styles.

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Hello everyone!
Questo è il primo capitolo,spero vi sia piaciuto!
Se vi va accendere una stellina o lasciate un piccolo commentino ,Ahahah ❤️
A presto,con il secondo capitolo :)
~M.

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