POV'S HARRY
-Ma guarda chi si vede - una voce acida e amareggiata mi giunse alle orecchie. Osservai Shay, e vidi che, per qualche secondo, era rimasta immobilizzata, quasi pietrificata dal suono di quella voce sconosciuta.
Mi voltai verso la voce, e vidi una giovane donna dai lineamenti delicati fissare mia moglie con uno sguardo truce e deluso.
Era piccola, e piuttosto bassina.
Lunghi capelli neri, lisci e vaporosi, le incorniciavano il viso.
La osservai attentamente, ma lei non ricambiò mai il mio sguardo, come se le facesse schifo anche soltanto guardarmi.
Tornai a guardare mia moglie, e vidi che i suoi bellissimi occhi erano lucidi, pieni di lacrime, e il viso era sconvolto da una smorfia di dolore.
Il tempo sembrò cristallizzarsi, il suo lento trascorrere sembrava infinito.
- Alice... - la voce di Shay era incredula, ma scorsi della felicità repressa nel suo tono.
Con uno strattone si liberò del mio abbraccio e, prima che potessi bloccarla,corse ad abbracciare la sua amica.
Ma Alice rimase immobile, pietrificata sul posto, e non rispose al caloroso abbraccio di Shay.
Dovevamo andarcene di lì al più presto, prima che qualche membro del Free Will mi riconoscesse.
Nessuno sapeva la mia reale identità, a Londra.
Le persone credevano che fossi soltanto un ricco industriale, approdato per sbaglio nell' Emerald City. Questo perché la polizia non aveva ancora trovato delle prove reali sul mio coinvolgimento in attività a stampo criminale...
Ma i membri delle principali organizzazioni no profit di Londra sapevano chi ero e, a quanto pare, anche questa Alice mi aveva riconosciuto.
Shay rimase stretta ad Alice per un tempo che a me sembrò infinito ma poi, percependo l'ostilità dell'amica, si staccò da lei e la guardò, sbalordita.
- Alice, ma che... -
- Come va, Shay?- chiese lei, acida e scontrosa - ho sentito che ti sei sposata con un ricco industriale... - il suo tono era sarcastico, e intriso di disgusto.
Mi rivolse una breve occhiata carica di odio, e io strinsi i pugni. Mi avvicinai a Shay e la presi per un polso.
- Andiamo - sbottai, guardando male la sua amica.
Ma lei non mi ascoltò. Si limitò a sottrarsi alla mia presa, e a guardare Alice con uno sguardo addolorato.
- Fammi spiegare, io... -
- Non c'è niente da spiegare - disse la donna, guardandola schifata - ti sei venduta, sei diventata la sua puttana. Non ti vergogni a farti vedere in giro?-
La furia divampò nel mio corpo. Dovetti esercitare un forte autocontrollo per non estrarre la pistola e fargliela pagare.
Come si permetteva di dare della puttana alla donna più pura e innocente che avessi mai visto?
- Alice, non è come pensi, io non... -
- Stai zitta, non mi interessano le tue scuse. Quando mi hanno detto che ti eri sposata con Harry Styles non volevo crederci. Era impossibile che proprio tu avessi accettato di diventare una di loro. Eppure mi sbagliavo.- guardò con sufficienza la fragile figura di Shay - sei un ipocrita, una schifosa traditrice -
- Adesso basta - sbottai avvicinandomi a loro. Presi per il polso Bella, e questa volta non le permisi di allontanarsi da me.
Mi rivolsi alla sua amica - non ti azzardare a parlarle così! -
Rise, una risata cinica e cattiva, e sentii Shay tremare. La strinsi a me, impedendo che cadesse... in quel momento sembrava più debole che mai.
La donna ci osservò, schifata - ma che bella coppietta - sbottò - siete perfetti insieme... e dimmi- chiese, rivolgendosi di nuovo a Isabella .
- come ha fatto a comprarti? Cosa ti ha promesso? Non deve essere stata una cosa di poco conto, se sei arrivata addirittura a scopartelo... -
Vidi Bella sconvolta e incredula alle parole pronunciate dall'amica, e delle pallide lacrime iniziarono a scenderle sulle guancie. Le asciugai con un bacio, incurante della presenza della donna, e la presi per la vita.
- Andiamo, Shay - ordinai, ma nemmeno questa volta mi ascoltò.
Strinsi la mascella, iniziavo ad innervosirmi.
- Shay!!-
Alice rise di nuovo, guardandomi truce - vedo che sei riuscito a domarla, Styles... come hai fatto? La Shay che conoscevo io non si faceva mettere i piedi in testa da nessuno... complimenti davvero... -
Non le risposi, ma cercai comunque di controllarmi. La mia mano stava scattando verso la pistola che tenevo nella tasca dei pantaloni...
No, non potevo fare a Shay una cosa del genere. Non me lo avrebbe mai perdonato, senza contare che eravamo in un parco pieno di gente.
Decisi di ignorare la furia omicida che mi invase, e iniziai a trascinare Shay lontano da quella stupida ragazzina.
Ma Shay, prevedibilmente , cercò di resistere, tentando di avvicinarsi ad Alice.
- Lasciami!- gridò, e molte persone si voltarono a guardarci.
Iniziavo seriamente ad innervosirmi.
- Shay, andiamo - sbottai - mi sto innervosendo... -
Si voltò a guardarmi, e per un secondo il suo sguardo, pieno di un dolore atroce, mi destabilizzò.
Fu solo un secondo, poiché tornai subito padrone della mia mente.
Con uno strattone la scossi.
- Shay, ti ho detto che voglio andarmene- dissi duro, e la vidi tremare, sotto il mio sguardo furioso.
- Bravi, andatevene. Qui non siete graditi- Una voce sconosciuta mi giunse alle orecchie. Mi voltai e vidi un ragazzo di circa venticinque anni guardare Shay con una luce strana negli occhi.
Era alto, di corporatura media, muscoloso ma non troppo.
Aveva i capelli scuri, quasi neri, e la carnagione chiarissima.
Gli occhi verdi, molto simili ai miei, scrutavano Shay con venerazione, come se fosse un angelo sceso dal cielo. Ma, oltre quel sentimento, scorgevo rabbia e delusione nel suo sguardo.
Mi irrigidii, non mi piaceva come guardava mia moglie.
- Mike!- gridò Shay, e sembrava addirittura felice di vederlo, nonostante le lacrime che appannavano i suoi occhi scuri.
Strinsi i pugni, e la gelosia tornò ad impossessarsi di me.
- Shay, qual buon vento- sussurrò, ma la sua voce non era acida come avrebbe voluto... sembrava quasi in estasi, e i suoi occhi, quando si posavano su Shay, si incendiavano di un fuoco ardente.
- Mike, almeno tu fammi spiegare... -la sua voce supplichevole mi indusse a stringerla con maggior forza a me. Non volevo che parlasse con quel tipo, non mi piaceva il modo in cui la guardava. Sembrava quasi innamorato...
Scossi la testa, dovevo cercare di non pensarci.
La gelosia è un fuoco potente, che non lascia spazio alla razionalità.
Non volevo allontanarla da me, commettendo atti spropositati.
- Non c'è nulla da spiegare, Shay. Sappiamo tutto, non abbiamo bisogno di una tua conferma... non credevo che ti potessi vendere per così poco... -
Sentii il respiro di Shay farsi più pesante, affannato. La guardai: era pallidissima, respirava a fatica... dovevo portarla via, e subito.
- Bella, andiamo via- non le diedi nemmeno il tempo di assimilare le mie parole. Avevo perso la pazienza, non volevo che parlasse ancora con quel Mike. La strattonai, prendendola per la vita, ignorando i suoi tentativi di ribellione.
- LASCIAMI!- gridò ancora, ma non le diedi retta nemmeno questa volta.
La trascinai di peso fuori dal parco, dove c'era la limousine ad aspettarci. Con poca gentilezza la feci sedere in macchina, accomodandomi accanto a lei.
- Sei un bastardo!- gridò con gli occhi pieni di lacrime.
- Sono tuo marito, ho il diritto di decidere chi devi frequentare e chi no!- sbottai, prendendola per le spalle e immobilizzandola. Un singhiozzo gli sfuggì dalle labbra, e distolse lo sguardo.
- Guardami - ordinai, ma lei, come al solito, non mi ascoltò nemmeno.
Strinsi i pugni, la rabbia stava tornando - Ho detto guardami, Shay- colse la minaccia implicita nella mia voce, poiché si girò, riluttante, e i suoi occhi si scontrarono con i miei.
Mi persi in quello sguardo limpido, innocente, pieno di un dolore insopportabile
- Devi calmarti - dichiarai, serio - non ti fa bene agitarti in questo modo..-
Rise, una risata cinica e isterica - Tu che ti preoccupi per me? Non farmi ridere! Tu mi stai distruggendo!! -
Quella fu la goccia che fece traboccare il vaso:avevo sopportato a lungo i suoi insulti, le accuse, le crisi isteriche che aveva non appena mi avvicinavo. Ma adesso ne avevo abbastanza, di lei e delle sue cazzate.
Con gli occhi pieni di rabbia, tirai un pugno allo schienale del sedile, facendola sobbalzare.
Mi stavo trattenendo, ma sapevo che non avrei resistito a lungo.
-DANNAZIONE, Shay!! Perché non capisci?- urlai, prendendomi la testa fra le mani - Non voglio distruggerti, voglio solo starti accanto! Perché non capisci che ti amo? - la mia voce era angosciata, persino io mi meravigliai di quanto sembrasse diversa dal solito.
Guardai il pallido viso di mia moglie, beandomi per l'ennesima volta della sua prepotente bellezza, capace di trapassarmi l'anima.
Diventò rossa di rabbia, e i suoi occhi, così espressivi e sinceri, luccicarono nei miei.
- Sono io a non amarti, Harry! Io non ti amo, non ti amerò mai, lo vuoi capire? Io ti detesto!!!- le sue parole mi ferirono come la lama di un coltello, ma avrei preferito morire che sentire la mia unica regione di vita dirmi quelle cose.
Ferito e amareggiato, in preda ad una rabbia cieca, alzai la mano, pronto a colpirla.
Avrei di nuovo ferito mia moglie, permettendole di odiarmi ancora di più?
Lo avrei fatto, se non avessi visto il suo sguardo indifeso, terrorizzato e indignato posarsi su di me.
Se non avessi visto il suo esile corpo tremare, preda della paura che le attanagliava lo stomaco ogni volta che mi avvicinavo a lei.
Se non avessi pensato all'amore che provo per lei, e alla promessa che le avevo fatto pochi giorni fa.
Mi bloccai a un centimetro dal suo viso, e il mio gesto violento si trasformò in una carezza passionale. Le sfiorai i capelli, la fronte, le guancie, e poi la mia mano si chiese a coppa sul suo collo, sentendo il sangue pulsarle nelle vene.
I nostri occhi si incatenarono, verde e mogano, in una lenta danza sublime, fatta di odio, amore, passione e dolore.
Mi riscossi dallo strato di trance che mi causava il suo sguardo, e mi staccai da lei. La sentii ansimare, probabilmente di sollievo.
Premetti l'interfono e mi rivolsi al conducente.
- Si fermi- sbottai, cercando di controllare il tremolio della voce
Lui obbedì, accostandosi al ciglio della strada. Aprii la portiera, ma prima di scendere dissi all'autista:
-Riporti mia moglie a casa. Se riesce a sfuggire, la riterrò direttamente responsabile. Io torno in Taxi. -
Scesi dall'auto, e diedi una rapida occhiata a Shay. Era seduta in maniera scomposta sul sedile, con una mano sul petto, come se volesse controllare il battito furioso del suo cuore. Aveva lo sguardo fisso davanti a sè, gli occhi pieni di lacrime, il viso sconvolto.
Poi, all'improvviso, si girò a guardarmi, e il suo sguardo lampeggiò nel mio.
Chiusi gli occhi, e sbattei la portiera, dirigendomi a passo lento alla fermata dei Taxi. Guardai l'auto ripartire, sentivo già la sua mancanza in una maniera insopportabile.
Gli occhi mi luccicarono, e non potei fare a meno di pensare a ciò che mi aveva detto poco prima.
Lei non mi amava, non mi avrebbe mai amato. Tutto ciò che potevo avere, da lei, erano solo odio e disprezzo.
Il cuore accelerò il suo battito, e mi sentii devastare dalla rabbia e dal dolore.
--
-
POV'S ALICE
Mi ero sempre considerata una persona scaltra, intelligente.
Non sono mai stata modesta, ma so quali sono le mie potenzialità.
Erano mesi che non vedevo Shay. Le prime settimane ero disperata, avevo paura che le fosse successo qualcosa. L'avevo cercata ovunque, avevo contattato i suoi amici, i parenti, chiunque avesse avuto delle informazioni da darmi.
Ma i miei sforzi erano stati vani.
Avevo contattato il sindaco, che mi aveva spiegato che Shay era stata trasferita a Londra per un indagine su un potente clan locale. Ma sapevo che era una menzogna, e non me l'ero bevuta.
Continuai a cercarla, con l'appoggio degli altri membri del Free Will, compreso Mike.
Mike è innamorato di Shay dal primo giorno in cui l'ha vista, peccato che lei lo abbia sempre rifiutato.
La cercammo ovunque, arrivando anche a contattare un investigatore privato. Ma i risultati erano scarsi.
Poi, la notizia.
Harry Styles si era sposato.
Quando venni a sapere chi era la povera donna che era stata così sciocca da legarsi a un uomo del genere, caddi in stato di shock per ore.
Insomma, non era possibile che Shay si fosse lasciata comprare da quel fottuto bastardo.
Poi, iniziai a crederci, perché sapevo che le persone sono imprevedibili, e che la natura umana è essenzialmente egoista.
Provai odio, per lei.
Il rancore si accumulò, diventando irreversibile, corrosivo.
Avevo perso il nostro mentore, colei che , con la sua grinta e vitalità, ci dava il coraggio di lottare giorno dopo giorno, ora dopo ora, per rendere questo mondo migliore.
Ma avevo perso anche una cara amica, con cui avevo condiviso molti aspetti della mia vita.
Le avevo confessato i miei sogni, le mie aspirazioni, i miei problemi. Avevo condiviso il mio passato, l'avevo resa parte integrante della mia vita di tutti i giorni.
L'odio diventò disgusto, finché non la rividi.
Quando la incontrai in quel parco, in compagnia di suo marito, non potevo credere ai miei occhi.
Shay era radicalmente cambiata, dall'ultima volta che ci eravamo parlate.
Era magrissima, e pallida come un cencio.
Era vestita in maniera sobria ed elegante, ma il suo sguardo era diverso, estraneo.
Aveva gli occhi spenti, pieni di dolore.
E poi capii: lei non si era sposata con quell'uomo di sua scelta.
Lo capii da come cercava di sfuggire ad un contatto con lui, quasi disgustata dall'essere toccata da un simile individuo.
Avevo sentito molte storie di donne costrette a sposare uomini influenti della mafia americana. Era quasi un usanza, una tradizione.
Shay non mi aveva tradita.
La felicità esplose in me, ma mi trattenni. Non volevo metterla nei guai, dovevo far credere a Styles che io, ormai, la odiassi.
E poi, appena avesse abbassato la guardia, avrei cercato di aiutarla.
Per questo motivo, quando mi vide, e corse ad abbracciarmi, non mi sottrassi alla sua presa.
Velocemente, facendo attenzione a non farmi notare, le infilai nella tasca dei jeans un cellulare.
Non era un granché, ma sarebbe stato un buon inizio. Poi, quando fui sicura che lei avesse capito ciò che avevo fatto, mi staccai da lei, e iniziai a recitare.
Ero una brava attrice, e pronunciai quelle parole con tutta la rabbia repressa che avevo accumulato in quei mesi.
Le mie parole le fecero male, ma non mi importava. Mi sarei fatta presto perdonare.
Il bastardo, dopo alcuni minuti, in cui era intervenuto anche Mike, la trascinò via di peso, e io mi voltai, tornando alla mia manifestazione, con una luce di pura determinazione negli occhi.
-
-
-
-TADAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAN.
Un punto di vista inaspettato, quello di Alice!
Ve lo aspettavate?
Tornando a Shay, come avete potuto leggere, ha confessato ad Harry di non amarlo, secondo voi è vero? eheh, chissà!
Comunque, ci tenevo a ringraziare coloro che seguono la mia storia e che lasciano una stellina accesa, come sempre, spero di riuscire a soddisfare le vostre aspettative!
Nel prossimo capitolo ci sarà una grande GRANDISSIMA novità, o meglio, un colpo di scena, curiosi? Non vi resta che attendere il prossimo capitolo, sono così emozionata, ma non posso anticiparvi nulla, ops!
spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto, se volete lasciatemi pure l'ennesima stellina accesa o un piccolo commento, se avete qualche dubbio o domanda, chiedete pure!
ah, se volete seguirmi su Instagram, il mio nick è: whatmakesyoubeautiful96 , ricambierò con piacere.
Alla prossima!
-M.
STAI LEGGENDO
Take me into your loving arms.
Fanfic«Loro due erano troppo strani per amarsi. Erano l'opposto. Il caldo e il freddo,la gioia e la rabbia, l'amore e l'odio, il bene e il male, la notte e il giorno. Erano cosi diversi,ma nello stesso tempo cosi uguali. Erano troppo per amarsi e troppo p...