Capitolo 9

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Harry's POV


Mi rigiro sul letto, scansando infastidito la donna che dorme tra le mie coperte, completamente nuda, e inevitabilmente i miei pensieri tornano a lei... Avevo resistito con tutte le mie forze per non prenderla lì, sul suo letto, tra le coltri che sapevano di lei. Anche mentre facevo sesso con un altra, una delle tante, il mio pensiero era rivolto a lei.

Ma lei non era una delle tante...

Non avrei mai pensato che una donna potesse scatenarmi un tale torrente di sentimenti opposti, contrastanti fra loro, ma inevitabilmente legati a lei... rabbia, odio, rancore, ma anche lussuria, passione e desiderio si scontravano in me quando incrociavo i suoi occhi castani.

Tutto mi attraeva di lei: il viso, così espressivo e delicato, di un candore abbagliante, il corpo minuto e fragile, con le sue curve accentuate, che la rendevano donna... e gli occhi! Quegli occhi riuscivano a mandarmi in confusione con un solo sguardo. Dolci, ma tremendamente audaci, determinati e scaltri, di un colore indefinibile, tanto era bello. Mi piaceva vedere i suoi occhi spalancati per lo stupore, o le sue gote rosse per la rabbia...

La rabbia, un sentimento che ci accomunava entrambi... perché io, nonostante l'attrazione fisica che provavo per lei, la odiavo. La odiavo intensamente, perché non si piegava al mio volere. La odiavo per la sua tenacia, e per la sua bellezza. La odiavo perché credeva in ciò che faceva, e perché aveva degli ideali.

IDEALI, MORALITA', ETICA... che parole stupide, e prive di significato.

Se avevo imparato una cosa, nei miei trent'anni, era che il mondo è bastardo, e che le persone sono malvagie... per poter sopravvivere devi lottare, e non farti mettere i piedi in testa da nessuno.

E presto lo capirà anche lei...

La sposerò, per il gusto di vederla piegata ai miei ordini e ai miei voleri, per avere la soddisfazione di vederla annientata, inghiottita dal mio mondo, perseguitata dai suoi incubi, oppressa dalle mie angosce. Le farò capire che l'essere umano è volubile, la sradicherò dalla sua beata innocenza...

E' solo una bambina, una bambina che gioca a fare l'adulta. Una bambina che deve imparare a stare al mondo, e capire che la vita non dà spazio agli ideali e alle buone azioni. Lei è stata schiacciata dalla sua bontà, dal suo altruismo... e presto capirà che ho ragione, e che l'ho sempre avuta...il mondo non ha posto per gente come lei.

La sposo anche perché la voglio, voglio che sia mia...

E' un pensiero difficile da ammettere, soprattutto con me stesso. Desiderio e orgoglio si scontrano nel mio animo, forti e potenti in pari misura...

Orgoglio perché lei non ha ancora ceduto, non di sua volontà... non la voglio prendere con la forza, voglio che sia lei a concedersi a me...

E domani notte accadrà... il mio ego gongola di soddisfazione al pensiero che domani sarà mia...

Che sciocca, sacrificarsi per salvare la vita di uno stupido ragazzino, che ha commesso l'imperdonabile errore di provare a sfidare il mio potere, la mia indiscussa autorità.

Ovviamente l'ho ucciso, ma lei non lo verrà mai a sapere... non subito, almeno. Al pensiero di lei, docile e remissiva, tra le mie braccia, mi invade una potente scarica di eccitazione, difficile da gestire. Guardo la sgualdrina addormentata al mio fianco, l'unica valvola di sfogo, l'unico mezzo per placare il mio desiderio di lei...

Serro la mascella: come può una stupida ragazzina farmi quell'effetto?

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