POV'S SHAY
Osservavo, apparentemente concentrata, il paesaggio cittadino che scorreva sotto i miei occhi.In realtà cercavo in tutti i modi di ignorare le braccia di Harry, che mi stringevano possessive, mentre continuava , con dolcezza velata, a baciarmi i capelli, le guancie, i polsi...Non sopportavo che lui mi toccasse in quel modo.Quale diritto aveva, dopo avermi trattata come la peggiore delle donne, di vezzeggiarmi con baci e carezze?Perché voleva ingannarmi? Mi aveva illusa che le cose, tra noi, sarebbero cambiate.Ed io ero stata così ingenua da credergli, al punto da concedere a lui non solo il mio corpo, ma anche il mio cuore, i miei pensieri.Ma non mi sarei mai più lasciata trarre in inganno dalle sue stupide promesse.Nonostante mi lasciassi passivamente sfiorare da lui, il mio cuore urlava tutto il disgusto e l'odio che provavo per quello che ormai era, a tutti gli effetti, mio marito.Perché ero stanca di lottare, di combattere contro qualcosa che era più forte di me.Aveva vinto, ormai me ne ero resa conto.E lo avevo anche paradossalmente accettato, nonostante dovessi fare un grande sforzo per non urlargli contro tutto ciò che in realtà pensavo di lui.Negli ultimi giorni, poi, era stato davvero insopportabile: mi ronzava sempre attorno, non mi perdeva mai un attimo di vista.Se decidevo di uscire in giardino mi seguiva, insistendo per farmi compagnia.Se dichiaravo di preferir mangiare in camera, accampando la patetica scusa di non sentirmi bene (scusa inventata per star lontano il più possibile da lui...), Harry non mi obbligava più a scendere in sala da pranzo, ma si ostinava comunque a mangiare anche lui in camera con me.Iniziavo sul serio a dubitare che avrei resistito ancora per molto alla sua sgradita e asfissiante presenza.Oggi, inoltre, aveva insistito per farmi uscire, nonostante non ne avessi la minima voglia.- Devi prendere aria, Shay- aveva detto, fingendosi preoccupato per la mia salute fisica - vedrai che , uscendo un po' di casa, starai meglio... -Sbuffai, alzando gli occhi al cielo, quando pensai alle sue assurde parole.Figurarsi se lui, la persona più subdola e meschina che avessi mai conosciuto, si potrebbe preoccupare per un 'essere " inferiore" come me.Ovviamente era lui a considerarmi inferiore, non solo perché sono una donna, ma anche perché , a sua detta, io ero una bambina, illusa e piena di sogni irrealizzabili, che del mondo non aveva ancora capito nulla.Ma io non la vedevo così.I sogni, le utopie, sono state create per essere raggiunte passo dopo passo, e non per rimanere su un piedistallo, ammirate e venerate ,senza il minimo sforzo per giungere ai nostri ideali di vita.Ogni giorno, nel mondo, milioni di persone lottano contro le ingiustizie e i soprusi dei forti contro i deboli.Un improvviso senso di tristezza mi invase, al pensiero che, fino a pochi mesi fa, anch'io facevo parte di quella categoria di persone...le persone che lottano per i propri principi, che non si fanno abbindolare da niente e da nessuno, che vivono giorno per giorno, con la speranza di creare un mondo migliore.Ma era tutto finito, a causa di uno stupido errore.Se quel giorno non mi fossi scontrata con lui, se non avessi mai incontrato Harry Styles, a quest'ora avrei potuto vivere la mia vita, ed essere libera.Gli occhi mi si inumidirono a quel pensiero, ma mi feci forza, cercando di non piangere.Più mi dimostravo debole, e maggiore sarebbe stata la sua voglia di dominarmi, di sottomettersi con la sua forza.Cercai di svuotare la mente, e concentrarmi sul paesaggio che scorreva fuori dal finestrino della lussuosa auto di Harry.In quel modo riuscivo ad isolare i pensieri, a rilassare i muscoli tesi, e soprattutto a non soffrire.Passarono parecchi minuti, ma all'improvviso mi riscossi sentendo il motore dell'auto spegnersi.Sentii la presa di Harry sul mio corpo farsi più salda, e alzai lo sguardo.Mi fissava, con uno sguardo limpido e sereno, ma diverso dal solito.Nei suo occhi ardeva una luce di pura estasi, mentre con dolcezza mi scostava una ciocca di capelli dal viso. Mi baciò la fronte, stringendo una mia mano fra le sue.- Siamo arrivati - ---La strada era gremita di persone.Mi sentivo a disagio, mano nella mano con Harry.Tentai più volte di liberarla dalla sua presa, ma lui non demordeva.E io mi sentivo in trappola.La gente non si rendeva conto di quanto era fortunata, a poter godere a pieno della propria libertà.Mentre io, se solo osavo commettere un passo falso, se solo mi azzardavo ad allontanarmi da lui, sarei stata immediatamente braccata e costretta a tornare sui miei passi, a condividere una vita che non sentivo mia, di fianco a un uomo che non amavo.Cercai con tutta me stessa di comportarmi normalmente, ma era difficile.Era difficile recitare la parte della moglie perfetta, della donna innamorata, di una persona libera di compiere le sue scelte.Mi mancava l'aria, quasi non riescivo a respirare.L'unico modo per riuscire a fingere, a mantenere una facciata di normalità, era isolarmi dal resto del mondo, entrare in uno stato di apatia, che mi impediva di pensare coerentemente.Harry mi trascinò verso la vetrina di un negozio. Strizzai gli occhi, e cercai di focalizzare ciò che mi ritrovavo davanti.- Che ne dici di questo?- il suo era solo un sussurro, ma lo aveva pronunciato a un centimetro dal mio viso, perciò l'avevo udito chiaramente.- Ehm... cosa?- chiesi, confusa.La sua stretta si intensificò - parlavo di quel bracciale... ti piace?-Alzai le spalle, indifferente, e lui sbuffò.- Potresti cercare di essere un po' più loquace?- disse, e il suo tono era gentile, ma percepivo la rabbia trapelare a spiragli dalla sua voce.Stava cercando di controllarsi...Alzai lo sguardo, e mi scontrai con due meravigliosi occhi verdi, cupi e preoccupati.- Sai benissimo che non me ne importa niente - sussurrai.- Shay... -- No, adesso mi lasci parlare- la mia voce era atona, ma la rabbia che sentivo dentro era un fuoco acceso, inestinguibile - smettila con questa sceneggiata. Sappiamo entrambi che non siamo una coppietta felice, che circola indisturbata tra le strade di Londra. Io ti odio, e tu odi me. Non capisco cosa vuoi dimostrare, mettendo in piedi tutta questa messa in scena-- Pensi davvero che io ti odi?- sbottò, e sentii la sua presa sul mio polso aumentare.- Lasciami- il mio era un ordine, non tolleravo che mi toccasse ancora in quel modo.- Perché dovrei?-- Mi stai facendo male... -Sbuffò, e allentò un po' la presa, senza tuttavia staccarsi da me.- Stai rovinando tutto, Shay, tutto. Sto provando a comportarmi meglio, con te... ma tu mi respingi, ed io non posso perderti - la sua voce era bassa, onde evitare che qualcun altro ci sentisse.- Come puoi pensare una cosa del genere? Io non ho rovinato un bel niente, Harry. Sei tu che mi stai rovinando la vita! E lasciami, ti ho detto che mi fai male!- sbottai, poiché la presa sul mio polso si fece di nuovo fatta più forte.Mi scostai da lui, che mollò la presa sul mio polso. Ma , all'improvviso, mi avvicinò bruscamente a sé, facendo scontrare i nostri corpi.Il mio viso era all'altezza del suo petto, mentre con lentezza mi accarezzò i capelli, per poi baciarmi la fronte in un gesto intimo e possessivo.Agli occhi dei numerosi passanti il nostro poteva sembrare un gesto tenero, affettuoso, ma io coglievo la minaccia implicita nella sua voce, quando con dolcezza posò le sue labbra sul mio orecchio.- Adesso basta, Shay. Mi stai facendo innervosire- mi strinse con maggior forza - cerca di stare calma, non ho intenzione di farti del male. Voglio solo passare una giornata con te, e farti un regalo. E' così difficile da capire?-Strinsi la mascella, ma mi resi conto che la mia resistenza era inutile. E allora annuii, dandogliela vinta per l'ennesima volta.Che mi importava, infondo, di cosa mi costringeva a fare? Ormai aveva vinto, non potevo sprofondare più in basso di così.Con un sospiro si staccò da me, senza mollare la presa sui miei fianchi.Si girò e mi guardò meglio occhi, sempre animato da quella luce che, da una settimana a questa parte, compariva spesso nel suo sguardo quando mi guardava.Sorrise, incerto, cercando di tranquillizzarmi.- Entriamo- sussurrò, intrecciando le sue mani alle mie, e trascinandomi dentro la gioielleria ---Era una piacevole giornata di sole, pensavo assorta, mentre camminavo verso il parco del centro, abbracciata a Harry.
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Take me into your loving arms.
Fanfiction«Loro due erano troppo strani per amarsi. Erano l'opposto. Il caldo e il freddo,la gioia e la rabbia, l'amore e l'odio, il bene e il male, la notte e il giorno. Erano cosi diversi,ma nello stesso tempo cosi uguali. Erano troppo per amarsi e troppo p...