CAPITOLO SECONDO

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Christelle

La porta d'ingresso di fronte a me pare esageratamente grande, sono persone a dover entrare, non elefanti!
Altrettanto esagerate sono le minigonne di un gruppo di ragazze che mi passa a fianco, come lo sono i capelli verdi e azzurri di un ragazzo appoggiato ad una delle colonne di marmo della pretenziosa struttura.
Basta Christelle, sei troppo critica.
Mi ammonisco e proseguo la mia camminata.
Sono più i gradini da fare che quasi la strada da percorrere per raggiungere la scuola partendo da casa mia.
Arrivo in cima col fiatone e prego il dio che il resto della giornata sia meno faticosa, non reggerei.
Ho una corporatura minuta e smunta, ma ciò non vuol dire che pratichi alcun genere di sport per tenermi in forma.
Per questo quasi ogni attività che richiede l'utilizzo di capacità motorie è in grado di scazzarmi.
Tutto ciò che il mio corpo deve saper fare è cantare, disegnare ed occasionalmente impegnarsi nello scrivere.
All'apice della scalinata volto a destra, e ancora persa nei miei pensieri non mi accorgo della lunga fila di statue posate dinnanzi al muro, ed inciampando su una di queste cado a terra.
A questo punto dovrei aspettarmi un bel principe azzurro pronto a tendermi la mano o un motociclista stile John Travolta in Greese, no?
Nei film così vanno queste cose.
Ma certo, io sono solo io, la solita me, in questo momento col naso ancora a terra, non la protagonista di un film.
Appena la mia mente si rende conto che il momento di rialzarsi è arrivato balzo sulle ginocchia, poi in piedi.
In fine opto per l'andare a cercare un distributore automatico dal quale prendermi un bel caffè.
Ho bisogno di svegliarmi un po', ed essendomi "alzata" presto ho saltato la colazione.
A dirla tutta avrei avuto il tempo di farla, ma meno tempo passo con Caterina e più sono felice.
Si può dire che la mia tranquillità è inversamente proporzionale al numero di volte in cui la vedo: più devo stare con lei e meno sono felice.
Uh, ecco un distributore.
Mi ci fiondo e bevo avidamente il mio caffè.

Michael

Quasi mi ero scordato quanto fosse imponente l'edificio della Castle, e dentro me credo sperassi quasi che la scalinata d'ingresso fosse diminuita.
E invece no, eccola qua, lunga esattamente come mi era apparsa il primo giorno di scuola dello scorso anno ed altrettanto faticosa da percorrere.
Arrivo in cima quasi saltellando, accorgendomi quasi a metà del corridoio alla mia destra di avere un sorrisetto ebete stampato in viso.
Adoro questa scuola, adoro le persone cordiali e allegre che la frequentano ed i docenti svegli che vi lavorano.
Persino le cheerleader e le loro gonnelline quasi trasparenti mi appaiono meno odiose.
Una ragazza di fronte a me inciampa cadendo.
L'idea di tenderle la mano balena nella mia mente, ma non faccio in tempo a prenderla in considerazione che già si è alzata ed ha ripreso a camminare in maniera frettolosa e un po' scazzata.
Volto in direzione dell'atrio e schiocco un sonoro bacio sulla guancia di Sophia dopo averla raggiunta.
Lei si volta di scatto e ricambia il mio saluto stringendomi forte a se e scompigliandomi i riccioli già abbastanza spettinati.
Mi stacco dal suo esile corpicino e le sorrido abbassando lo sguardo verso il suo viso.
Noto un luccichio nei suoi occhi nel momento in cui le si avvicina Antonella.
Antonella è una ragazza bassina e ricciolina, abbastanza magra anche se non quanto Sophia.
Ohh, le ragazze e le loro fisse col peso.
Sono davvero poche coloro che conosco fiere del loro peso, non credo sia così tragico mettete su un paio di chili!
"hop, ahi!"
ed ecco Andy, il solito imbranato!
Si avvicina a noi con troppa foga ed incontra qualche problemuccio nel fermarsi, sbattendo il ginocchio contro il divanetto affianco a me.
Lo saluto sorridendo e inclinando leggermente il capo.
Lui ricambia il saluto strizzandomi l'occhio e subito dopo abbraccia le ragazze.
Sophia ha diciott'anni, Antonella e Andy ne han diciassette ed io sono il più grande del gruppo avendone diciannove.
Non mi sento più grande di loro in alcun modo, sono maturi come ragazzi, come reputo di esserlo io stesso.
Mi siedo sul divanetto seguendo l'esempio di Andy e le ragazze si posano sulle nostre ginocchia.
Così seduti Anto e Sophi appaiono meno bassine, io e Andy siamo davvero molto più alti di loro!
Sophia soffoca un lamento vedendo passare Christian, il suo ex ragazzo.
Non hanno rotto in maniera molto pacifica, e lei ancora soffre per l'accaduto.
La stringo a me facendola sorridere.
"i pecoroni lasciarli pascolare per i cazzi loro, piccola"
mi rivolge un altro sorrisetto tirato e poi si scosta da me, prende Antonella per un braccio e la porta con se in corridoio.
Rimango seduto con Andy sul divanetto, mi tira una leggera pacca sulla spalla prima di iniziare a parlare.
"allora, come sono andate le vacanze?"
"egregiamente oserei dire, le tue?"
"altrettanto bene compare!"
Scoppiamo a ridere nello stesso istante, restando in fine con due espressioni da coglioni in viso.
Mi è mancato davvero molto questo ragazzo, strano a dirsi ma mi è mancato più di chiunque altro.
Avendo passato praticamente tutta l'estate a Londra non ho avuto modo di passare molto tempo con i miei amici, Andy non l'ho proprio visto.
"sai, ero ansioso di ricominciare!"
mi dice tenendo lo sguardo puntato sul pavimento.
"anche io!"
Gli picchio il palmo della mano sul ginocchio e faccio per alzarmi, ma da bravo stronzo Andy mi strattona facendomi cadere nuovamente sul divanetto ed alzandosi a sua volta.
Ridiamo ancora, ancora e ancora, passando una ventina di minuti a fare i cretini, sino al suono della campanella
"cazzo!"
Vedo il mio amico correre in direzione dell'aula di artistica.
Che gli è preso?
Sorrido a me stesso sentendomi agitato tanto quanto lo scorso anno in sua presenza.
Non so perché mi sento così, ma la cosa mi piace davvero molto.
Noto la ragazza del corridoio appoggiata al muro di fianco alla macchinetta del caffè, sembra triste.
Mi avvicino a lei con l'intenzione di presentarmi, ma ancora una volta mi sfugge.
Sfila accanto a me col capo chino e lo zaino cascante sulla spalla destra.
Allora decido di andare a cercare Peter per andare con lui nell'aula di acustica.

CASTLE ~ MikaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora