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Michael

Andy gioca con la crosta del pane mentre mi domando a cosa stia pensando.
Siamo seduti ad un tavolino abbastanza appartato, in un locale accogliente.

Tocco con la punta della scarpa una sua gamba tentando di strapparlo dai suoi pensieri, mi sorride quasi a scusarsi.

"che succede?" domando poi.

"nulla"
Il suo tono è secco e distaccato, sembra quasi voler imitare gli indumenti spenti che indossa: un maglioncino beige e dei jeans blue.
A differenza mia non veste in maniera particolarmente stravagante, ma qualunque cosa metta gli sta fottutamente bene.
Sorrido da solo rendendomi conto che non posso fare a meno di adorare qualsiasi cosa centri col ragazzo seduto innanzi a me.

"sarà" dico secco in fine.

Qualche minuto dopo il cameriere ci serve le nostre ordinazioni.

Scorgo una figura molto simile a mio fratello ad un tavolo poco distante dal nostro, si alza e si dirige fuori dal locale.
Non credo si tratti di lui, solitamente tiene i capelli meno lunghi, ma son settimane che non lo vedo..

Andy finisce il suo ultimo boccone nello stesso momento in cui finisco di spiegargli che tra un paio di giorni potrò incidere un nuovo pezzo.
Gli ho detto che non ho intenzione di anticipargli nulla, la ascolterà quando sarà il momento.

Pago il conto e usciamo dal locale, un gruppo di ragazzi ci osserva bevendo birra.

"Lo so che son bello ma se mi guardate troppo rischiate di sciuparmi"

Pronuncio mentre Andy ride.
Ma i ragazzi paiono essere tutt'altro che divertiti.
Andy fa spallucce e ci dirigiamo verso una panchina poco distante dal locale.

Un altro gruppo di ragazzi ci passa accanto, tra cui la copia di mio fratello.
Non dico nulla ad Andy, non voglio pensi che mi penta di aver detto alla mia famiglia di noi.

Gli schiocco un sonoro bacio sulla guancia e fremo nel vederlo ammiccare.
Lo amo. Troppo.

"stavo pensando.."

"si?" il mio tono di voce non può fare a meno di risultare preoccupato e ansioso di sentirlo continuare la frase.

"nel caso in cui stessimo assieme anche un domani.."

Continua ad interrompersi, la cosa mi rende tutt'altro che sicuro.

"Non potremmo.. Noi.."
Gli occhi gli diventano lucidi.
Cosa succede tesoro?

"cosa? Dimmi."
Pronuncio le parole con tono fermo e deciso.

"avere figli..."

Peso un attimo le sue parole.
Figli? In questo momento pensa ai figli? Siamo giovani..
Anche Christelle lo è cretino.
Christelle.
La sua gravidanza ha spaventato Andy!

"beh.. Potremmo adottarne.."
Andy scoppia a ridere.
Una risata amara.
Quasi per fermare le lacrime.

"dove cazzo vivi penniman?"
È arrabbiato.
Non è colpa mia quello che sta accadendo, non ha diritto di avercela con me.

"un domani magari anche ai gay saranno concesse le adozioni"

"si,come no!"
Alza il tono di voce di almeno un tono.
Mi sta irritando.
Pensa che io non soffra per gli stessi motivi?

"a volte non ti capisco"
Mi volto e, alzandomi in piedi, mi dirigo verso il parco poco distante da noi.
La banda di ragazzi con la birra mi osserva percorrere tutto il tragitto.
Che cazzo vorranno quelli.
Penso quelle parole quasi più come un osservazione che una domanda.

Mi volto verso Andy qualche minuto dopo rendendomi conto che non mi ha ancora seguito.

Il gruppo ora sta parlando con lui.
Il primo pensiero che si impossessa di me è che ci vogliano provare col mio ragazzo, ma viene subito scacciato via dall'immagine di uno di loro che gli tira un calcio nello stomaco costringendolo a piegarsi sul terreno.

"Ei!"
Urlo correndo verso di loro, i quali ridono ed imitano il mio ei più volte.

"il tuo fidanzatino è venuto a salvarti"
Dice uno prima che tutto il gruppo inizi a ridere.

"lavatevi dal cazzo."
Rispondo subito io.
Ma sembrano non avermi sentito.
Sono sempre stato fermo a prenderle, ho sempre evitato le risse, persino dentro casa mia ho sempre fatto la parte di quello si, più stravagante, ma anche più fragile e sottomesso.
La musica è sempre stata il mio sfogo, la cura per i miei lividi e le mie ferite, esterne e interne.
Ma vedendo uno di quei deficienti prendere Andy per i capelli non riesco a resistere all'impulso di reagire.
Di difendere ciò che è mio.
Il mio ragazzo, il mio uomo, il mio amore.
Spingo uno ad uno i ragazzi allontanandoli da noi, costringendoli a lasciare stare la figura piegata sull'erba.

La reazione scontata che hanno, che non ho però calcolato, si rivela assai dolorosa.
Mi prendono per la giacca allontanandomi da Andy ed iniziano a picchiarmi, ancora e ancora.
Il dolore è così forte che ad ogni colpo perdo un po' di sensibilità.
Andy urla, ma gli aggettivi dispregiativi di scherno dei cretini che mi stan picchiando non mi permettono di capire cosa dice.

Non so quanto duri il tutto.
Sembra non fermarsi più.
Il ragazzo.. Fortuné si avvicina, e dietro lui altri.. Cinque? Sei? Mi liberano e intimano di andarsene ai miei malfattori.

Christelle

Emily mi ha costretto a guardare un film, fortuna che è divertente.
Me ne sarei rimasta a letto volentieri.
Dico, che problemi ha la gente che non mi lascia rosolarmi nella mia agonia in santa pace?
Non la smette di ridere, e devo dire che la cosa migliora anche il mio di umore.
Verso metà serata sentiamo bussare alla porta, mi domando chi possa essere a quest'ora.. Non credo sia Mika, è troppo presto.
E Anto e Sophi son partite...
Emily non pare sorpresa quanto me.
Si piazza davanti alla porta e dopo avermi rivolto un sorriso a trentadue denti la spalanca.
Davanti a noi si materializzano due figurine slanciate e minute, una un po' più bassa dell'altra..
"oddiooo" Urlo correndo incontro alle due ragazze.

CASTLE ~ MikaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora