Capitolo I: caffè latte zuccherato

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A chi riesce a vedere il sole dentro ogni cosa

A chi il sole ce l'ha dentro

E a chi invece,

l'ha spento

                                                      






Sopporta, dice la testa

Sono a pezzi, dice il cuore.

Ma lui non sente ragioni, il dolore. Grida, graffia, spinge e non si arresta. Non importa dove vado o cosa faccio, è sempre lì che mi attende. A volte si nasconde talmente bene che penso sia andato via, ma poi si ripresenta più forte di prima, e mi chiedo se dovrò vivere per sempre con questo peso che mi trascina a fondo.

"Che cosa prendi?"

Un ragazzo dal sorriso smagliante e i capelli castani mi risveglia dai miei pensieri e attende la mia risposta da dietro la cassa.

"Un caffè latte con tanto zucchero per favore". Ero così immersa nei miei pensieri da essermi dimenticata di scegliere la bevanda per la quale sono rimasta in coda almeno dieci minuti in questa caffetteria.

"Il tuo nome?" mi chiede.

"Il mio...come?"

"Qual è il tuo nome così lo scrivo sulla tua bevanda e ti chiamo quando è pronta" spiega non smettendo mai di sorridermi.

"Karina, con la K"

Mentre attendo il mio caffè latte super zuccherato, osservo meglio il ragazzo dietro la cassa, indossa un grembiule beige con un cartellino all'altezza del petto con su scritto Justin. È parecchio alto e si muove agilmente dietro il bancone, chissà da quanto lavora qui. Appena si accorge che lo sto fissando mi rivolge di nuovo un sorriso splendente, al quale io distolgo subito lo sguardo senza ricambiare.

Potresti farlo uno sforzo ogni tanto Karina, incrociare lo sguardo delle persone, provare a sorridere. Invece no, scappi sempre.

"Caffè latte con tanto zucchero per Karina" sento dopo qualche minuto.

"Grazie, Justin" dico provando a sorridergli, anche se sono abbastanza sicura mi sia uscita più una smorfia che un sorriso.

Mentre esco dalla caffetteria sorseggiando la mia bevanda, penso che questa prima giornata nella città di Flagstaff, in Arizona, possa essere considerata un successo, ho portato da sola gli scatoloni del trasloco nella mia nuova casa, sono uscita per prendere qualcosa di caldo e ho anche quasi sorriso al cameriere.

Cammino per le vie di questa nuova città con il mio caffè latte tra le mani, guardandomi intorno per cercare di capire che spirito abbia questa città. Dopo due anni passati in giro per il mondo, quasi in ogni continente, sono arrivata alla conclusione che ogni città abbia un'anima. Ogni posto è diverso ed è come se avesse un carattere diverso, solo che non ho ancora trovato il posto adatto a me.

Esiste un posto per me?

Per ora ho capito solo che gli abitanti devono avere una fissa con l'arancione e il rosso, ogni casa, insegna, costruzione è di queste tonalità, alle volte più scure, alle volte più chiare, ma il panorama generale non si discosta molto da queste sfumature. Alle volte sono intervallate dal verde dei cespugli, degli alberi e delle montagne.

Comunque non capirò mai il perché di questa scelta di colori, come non imparerò le usanze, non conoscerò le persone, i luoghi che vale la pena visitare. Non mi ambienterò qui come non mi sono mai ambientata in tutti gli altri posti in cui ho vissuto.

Tra la Neve e le StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora