Capitolo II: nuovi inizi

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Karina, tesoro, sei in ritardo per la scuola. Ti ho preparato la colazione, scendi dal letto o farai tardi!

Mi sveglio di soprassalto con la sua voce ancora nelle orecchie, mi ci vuole un attimo per mettere a fuoco la stanza e realizzare di essere nel monolocale buio in Arizona. Il cuore batte forte e fatico a respirare.

Tienilo dentro

Cerco di respirare e calmarmi, provando a sedermi sul bordo del letto.

Non puoi permetterti di farlo uscire, tieni tutto dentro

Mi alzo a fatica già stanca ancora prima di mettere piede fuori casa. Si prospetta una lunga giornata, a giudicare da come è iniziata. Mi incammino verso il piccolo tavolo in legno al centro della stanza, ma subito mi assale un senso di nausea e decido che la colazione può essere rimandata.

Arrivato il momento di vestirmi, indossando solo l'intimo, mi soffermo sulla mia immagine allo specchio. Non mi sono mai considerata bella, ma oggi la situazione mi sembra peggio del solito. Le occhiaie troneggiano sul mio viso stanco, i miei banali occhi marroni sono spenti, forse i capelli lisci sono l'unica cosa che sembra avere un aspetto vagamente ordinato e sano.

Oggi devo sembrare allegra e professionale, visto che è il primo giorno di lavoro all'osservatorio astronomico e ci tengo a fare una bella impressione. Ma non ci andrò fino al tardo pomeriggio, dato che l'orario di apertura è prevalentemente serale. Passerò tutta la mattinata a fare la dogsitter al cane di un misterioso sconosciuto, quindi opto per dei vestiti comodi ma non troppo casual.

Posso riuscire a fingere di essere una persona solare ed estroversa, almeno oggi che è il primo giorno.

Uscendo di casa passo davanti alla caffetteria ribattezzata "di fiducia" e sbirciando dentro mi viene voglia di entrarci e sgranocchiare qualcosa, ma quando vedo i capelli castani di Justin cambio subito idea. Non posso sopportare sorrisoni e invadenza di prima mattina, lasciatemi morire di fame piuttosto. E poi farei tardi per arrivare dal cane, visto che ci devo andare a piedi e devo presentarmi alle otto.

Controllo la posizione dell'indirizzo che segnala il navigatore sul mio cellulare per assicurarmi che corrisponda a quello datomi dal padrone del cane, e scopro incredula che lo è. Guardo davanti a me e vedo una strada sterrata tortuosa in salita costeggiata da pini. Meno male che l'annuncio recitava "zona facilmente raggiungibile". Mi faccio coraggio e un passo dopo l'altro mi ritrovo a salire questa strada così facilmente percorribile. Ho il fiato corto e il cuore sembra voglia uscirmi dal petto, ma do la colpa all'altitudine e non al fatto che sono anni che non pratico sport.

Questa giornata si prospetta davvero molto lunga.

Dopo alcuni minuti ed innumerevoli sforzi, la strada sembra essere arrivata alla fine, infatti vedo aprirsi davanti a me uno spiazzo con molti alberi e una casa. Mi avvicino alla grande casa in muratura e legno di un marrone caldo tendente al rossiccio, che si amalgama alla perfezione con il colore della natura circostante. La zona è costellata di pini verdi e circondata da montagne rossastre tipiche della zona, che regalano un panorama mozzafiato. Percorro il vialetto in pietra e arrivo davanti a un'imponente porta di legno, sul campanello leggo il cognome Armstrong.

"Forza, ce la posso fare" dico a me stessa per farmi coraggio.

Non appena allungo il dito per suonare il campanello, vedo la maniglia abbassarsi e la porta che si spalanca davanti a me. La visione che ho davanti è a dir poco divina, il ragazzo più bello che abbia mai visto sta in piedi di fronte a me. È alto quasi quanto lo stipite della porta e trasuda mascolinità da tutti i pori.

Devo fare uno sforzo e sembrare socievole e simpatica.

Sfodero il mio miglior sorriso e porgo la mano dicendo "Ciao io sono-"

Tra la Neve e le StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora