Capitolo V: la prima neve

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Come se non avessi già l'umore abbastanza a terra, appena faccio il mio ingresso nella struttura, la prima persona che vedo è il professor Langdon. Se ne sta lì, dall'alto del suo metro e ottanta, in tutta la rigidità che lo contraddistingue, a parlare con un'altra persona, che mi accorgo soltanto ora essere la dottoressa Linda Jones. L'imponenza di quella figura ha completamente oscurato la figura bassa e minuta della dottoressa, che appena mi vede mi saluta con un caloroso sorriso e mi viene incontro.

So che aspettava solo un pretesto per allontanarsi dal professore e sganciarsi da quella terribile conversazione che sicuramente stava avendo.

"Ciao Karina" esordisce cordiale.

"Buonasera dottoressa Jones, come sta?"

"Ah, chiamami Linda, qui solo il professore bada alle formalità" dice lanciando uno sguardo nella direzione dell'uomo.

Mi sembra di vederlo roteare gli occhi dopo aver sentito questa frase.

"Stavo proprio parlando con lui del tuo primo giorno di lavoro ieri e degli ottimi risultati ottenuti sul primo telescopio, brava continua così e vedrai che presto ti affiderà progetti più importanti" mi dice incoraggiandomi.

Ma se a malapena si è accorto della mia esistenza ieri nel laboratorio!

Come fa ad aver detto a Linda che è soddisfatto del mio lavoro se neanche l'ha guardato, probabilmente si è sentito in obbligo di dire alla dottoressa che ho fatto un buon lavoro perché esordire con "Non ho minimamente controllato ciò che ha fatto" non sarebbe stato ottimale da riferire.

La dottoressa Linda deve essere una donna dal carattere forte, per riuscire a gestire una persona come il professore. Lui non ha avuto il coraggio di dirle che non ha guardato il mio lavoro, e ha preferito mentirle. Deve temere il suo giudizio. Dopo questa riflessione la mia stima nei confronti di questa donna sta crescendo.

Improvvisamente sento uno spostamento d'aria di fianco a me e un profumo fresco e frizzante mi investe. Mi volto e Leo è a pochi passi da me, indossa un giubbotto pesante da neve.

"Buongiorno professor Langdon" dice in tono educato e composto.

"Dottoressa Jones, le porto via la sua stagista, abbiamo molto lavoro da fare, faremmo meglio a sbrigarci" dice invece a Linda.

Mentre si apre il giubbotto con una mano, lasciando vedere la felpa scura che indossa sotto, con l'altra mi fa cenno di andare.

Gli rivolgo il sorriso di circostanza più falso della storia, solo per salvare le apparenze di fronte ai due scienziati, per nascondere l'astio che provo nei suoi confronti.

Lo seguo lungo l'infinito corridoio che conduce ai laboratori, consapevole della brutta giornata lavorativa che mi aspetta.

"Ti piace la neve, vero?" canzona lui non appena siamo abbastanza lontani da non essere sentiti da nessuno.

Eccolo che mi prende in giro

"I fiocchi mi ricordano un po' le stelle, pallidi, uno diverso dall'altro..." dico non rispondendo alla sua provocazione.

Se gli darò l'occasione di prendermi in giro, lo farà senz'altro. Lo batterò con la sua stessa arma: l'indifferenza.

"Non credo tu abbia mai assaggiato le stelle" continua cercando di provocare in me una reazione.

Vedendo che io non ribatto e non mi scompongo, torna alla sua solita espressione apatica e fredda e continua a camminare in silenzio, accelerando il passo.

Sembra funzionare

Non gli permetterò di prendermi in giro solo perché mi ha vista prendere i fiocchi di neve con la lingua.

Tra la Neve e le StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora