Capitolo XI: amici

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"Dove stiamo andando così di fretta?" chiedo con il fiato corto.

Leo si dirige a grandi passi verso l'uscita secondaria dell'osservatorio. Peccato che un passo dei suoi equivalga a tre dei miei, quindi mi ritrovo quasi a corrergli dietro.

"Cammina più veloce, se no non faremo in tempo" mi dice sbrigativo aprendo la porta sul retro.

"In tempo per cosa? Mi vuoi dire perché mi hai trascinata qui di corsa a pochi minuti dall'inizio della serata?"

"Per questo" dice distendendo il braccio verso l'orizzonte.

Certo è un panorama bellissimo, le prime stelle stanno sorgendo e il contorno delle montagne innevate in lontananza è ancora visibile con la poca luce del crepuscolo. Ma perché tutta questa fretta?

"Allora?" chiede Leo impaziente.

"L'Arizona offre sempre scenari mozzafiato" dico stando sul vago, non avendo ancora capito cosa voglia mostrarmi.

"Ma che Arizona, il cielo!" dice portandosi una mano sulla fronte e scuotendo il capo.

Si posiziona di fianco a me, si abbassa per arrivare all'altezza del mio sguardo e con l'indice punta verso degli oggetti nel cielo di cui non mi sono accorta prima. Muovo leggermente la testa nella sua direzione e mi accorgo che ci separano pochi centimetri, la sua tempia sfiora quasi la mia. Mi rivolge un fugace sguardo con la coda dell'occhio, poi inizia: "Li vedi, laggiù. Saturno, Marte, Giove e più in alto là, Venere"

Aguzzo la vista e guardo dove mi indica la sua mano e li vedo, quattro pianeti del nostro sistema solare, tutti allineati. Per di più formano una linea retta, parallela al versante della montagna sottostante. Questo è un esempio che mostra la perfezione della natura. La linea dei pianeti e la linea del contorno della montagna sono perfettamente paralleli.

"Questa è una congiunzione astrale davvero rara" dico meravigliata.

"Esatto, capita una volta ogni cinquant'anni, ed è visibile per pochi giorni e solo subito dopo il tramonto del sole, per questo dovevamo sbrigarci, tra pochi istanti non sarà più visibile"

"E' veramente incredibile" dico riempendomi gli occhi di questa bellezza prima che scompaia.

"Lo è" dice lui, ma con la coda dell'occhio vedo che non ha lo sguardo rivolto verso il cielo, ma su di me.

Assaporo questo panorama ancora qualche istante, guardando questo raro evento e gustandomi la meraviglia che la natura è in grado di offrire, se solo si sa dove guardare. Io non avevo neanche capito cosa mi stesse mostrando, ma sicuramente Leo sa dove guardare. Ho molto da imparare ancora.

"Perché lo hai mostrato a me?" chiedo d'un tratto, guardandolo.

La sua pelle chiara inizia a spiccare nel buio, mentre i suoi capelli si confondono con la notte.

"Non c'è un motivo, è una cosa rara e ho pensato che ti potesse interessare, a fini accademici" spiega schietto.

"A fini accademici, certo. Beh, allora grazie. Ora è meglio se rientriamo, se facciamo tardi Langdon ci uccide" dico mascherando una punta di delusione.

Non so che risposta mi aspettassi, e non so neanche perché mi sento delusa da quella che mi ha dato.

Appena giunta nella sala principale, i miei occhi cercano subito Howard. Devo finire assolutamente quel discorso su mio padre, devo capire che cosa sa su di lui. Con disappunto vedo la sua postazione vuota, con la luce spenta e il suo cappellino con il logo dell'osservatorio poggiato sul tavolo.

Vedo Linda che si avvicina, così le chiedo notizie di Howard: "Ciao Linda, Howard è già andato via?"

"Ciao cara, sì, mi sembra avesse una qualche visita medica. Ti posso aiutare io per caso?" mi chiede gentile.

Tra la Neve e le StelleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora