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<<Meredith hai intenzione di alzarti o vuoi fare tardi già dal tuo primo giorno di scuola?>>, sento mia madre bussare violentemente contro la porta della mia stanza, e di questo passo, finirà sicuramente per buttarla giù.

<<Ancora cinque minuti>> affermo con la voce impastata mentre mi copro il viso con le coperte.

<<Non se ne parla>>, mia madre fa irruzione all'interno della camera e spalanca la finestra facendo penetrare i raggi del sole dalle tapparelle.

<<Ma sei pazza?!>> chiedo alzandomi in piedi ancora mezza addormentata.

Faccio scorrere lo sguardo sull'orologio accanto al mio comodino e per poco non mi si ferma il cuore quando mi rendo conto che sono già le 7:30 passate.

<<Cazzo, mamma perché non mi hai svegliata prima!>> sbraito correndo verso il bagno.

<<Signorina vedi di moderare il linguaggio e poi è da mezz'ora che sto cercando di svegliarti>> si lamenta andando in cucina.

Chiudo la porta del bagno a chiave e mi posiziono di fronte allo specchio, ho i capelli arruffati e le mie occhiaie potrebbero fare invidia persino ad un panda.

Mi lavo velocemente il viso con dell'acqua gelida e passo il pettine tra i miei lunghi capelli neri  che a quanto pare oggi non ne vogliono sapere di stare fermi.

<<Tesoro la divisa è sopra al letto>> urla mia madre dall'altra stanza.

<<Va bene, grazie>>, esco velocemente dal bagno, e non appena torno in camera vedo una piccola gonna rossa scozzese e una camicia bianca sopra al letto.

Devo andare alla festa di una dodicenne per caso?

Mi vesto velocemente cercando di non cadere a terra e afferro la cartella dalla scrivania.

<<Mamma la camicia mi sta troppo stretta>> urlo scendendo le scale per andare in cucina.

Lei si avvicina e inizia ad ispezionarmi da testa a piedi con il suo solito sguardo critico.

<<Accidenti! domani prenderò una taglia più grande, oggi dovrai accontentarti di questa>> dice, osservando i piccoli bottoni che fanno fatica a rimanere chiusi.

<<Ma ci esplodo qua dentro!>> alzo gli occhi al cielo nervosa e inizio a mangiare, o meglio divorare, uno dei pancakes sopra al tavolo.

<<Sarà solo per un giorno, ora usciamo o farai tardi sul serio>>, mia madre afferra le chiavi della macchina e apre la porta di casa provocando un forte cigolio.

<<A che ora torni dal lavoro oggi?>> chiedo salendo in macchina mentre finisco di mangiare la mia povera colazione.

<<Farò tardi molto probabilmente>> mi informa inserendo la chiave per mettere in moto.

<<Avevi promesso di portarmi al cinema>> le ricordo per l'ennesima volta, ma come al solito lei non rispetta mai i suoi impegni con me.

<<Lo so tesoro ma mi si è presentato un paziente molto grave, ha bisogno di una visita immediata>>

<<E come torno a casa dopo scuola? la città non la conosco minimamente>>

<<Meredith, accidenti, so che è difficile cambiare città e scuola così all'improvviso ma ho trovato una offerta di lavoro migliore, non posso rifiutare. Farai una camminata, sei sempre attaccata a quel cellulare, usalo per qualcosa di utile>> si lamenta svoltando verso un vicolo.

<<Non è questo il punto. Mamma..t-tu non capisci quanto sia complicato per me dover ricominciare sempre da zero>> confesso poggiando la testa contro il finestrino freddo dell'auto.

Love Me HarderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora