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<<S-scott Baker?>> chiedo guardandolo da testa a piedi completamente spaesata.

<<Si>>, afferma lui mettendosi le chiavi della macchina in tasca.

La pioggia continua a cadere ininterrottamente contro i finestrini dell'auto causando un rumore fastidioso ma confortante allo stesso tempo.

<<E-e tu sei suo zio?>> non riuscivo a credere alle mie orecchie.

<<Esattamente>>

Questa proprio non ci voleva, Scott già non mi va a genio, ora che ho scoperto che Logan è suo nipote, sono ancora più convinta che non andremo d'accordo.

<<Ascolta so che Logan è un ragazzo difficile, e sono anche sicuro che la tua prima impressione su di lui non sia stata delle migliori, ma non fermarti alle apparenze, in realtà ha un cuore d'oro>>

il modo in cui parla di Logan mi fa quasi tenerezza, se potessi esprimere un desiderio, vorrei che qualcuno un giorno parlasse di me nello stesso modo in cui Scott lo fa di suo nipote.

<<Sembri così fiero di lui>> le parole mi escono da sole dalla bocca.

<<Infatti lo sono, a modo mio>> dice, chiudendosi la zip della giacca.

Se solo sapesse quel che combina Logan in giro, sono sicura che non ne parlerebbe più così bene come adesso.

<<Sei sicuro di conoscerlo così tanto come credi?>> chiedo, penetrando il mio sguardo nel suo.

L'angolo della sua bocca si alza formando un piccolo ghigno amaro, seguito da un leggero sbuffo.

Lo sa.

<<Cara Meredith, posso dirti solo che ne ha passate tante, quindi nonostante tutto, sì, rimango fiero di lui>>

Ad interrompere il nostro discorso è il picchiettare delle dita di mia madre contro il finestrino dell'auto.

Io sussulto per lo spavento e mi porto una mano sul cuore per cercare di allentare i battiti.

<<Cosa fate ancora in macchina, presto entrate in casa che sta diluviando>> ci richiama lei avvicinandosi al portone con le chiavi.

Io e Scott scendiamo giù dall'auto e corriamo alla velocità della luce verso la casa.

lasciamo tutti e tre le scarpe all'ingresso e senza farmi notare cerco di salire le scale per andare in camera mia.

<<Meredith torna subito qui, dove sei corsa via prima? non mi hai neanche avvisata>>, ormai è troppo tardi, l'interrogatorio è iniziato ed evitarlo è impossibile.

<<Mamma nulla di grave, Nate, un mio amico, si è sentito male e lo abbiamo portato all'ospedale >> cerco di tagliare corto.

<<Oh santo cielo e ora sta bene? che cos'è successo?>>

<<Nulla mamma ora è sotto controllo dei medici, non so cosa sia successo>> alzo gli occhi al cielo sbuffando.

<<E come mai voi due eravate in macchina insieme?>> chiede lei rivolgendosi anche a Scott.

<<Stavo tornando dall'ospedale e mi sono imbattuta in Scott che mi ha offerto un passaggio dato che pioveva a dirotto >> le spiego alzando il tono della voce, sperando che, in un modo o nell'altro, mi lasci in pace.

<<Avresti potuto chiamarmi>> dice, mostrandomi il cellulare.

<<L'ho fatto ma non mi hai risposto! ma nessun problema tranquilla, tanto Scott doveva venire a cena a casa nostra giusto? mi ricordo perfettamente il momento in cui me lo hai detto>> il velo di ironia nascosto tra le mie parole fa aumentare sempre di più il disagio nella stanza.

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