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                      Meredith Pov

*Flash back*

Il ticchettio dell'orologio è l'unico suono che riesco a sentire insieme al respiro di mio padre.

Sono mesi ormai che è chiuso in questa camera d'ospedale senza vedere il mondo esterno.

E sono passati altrettanti mesi da quando siamo venuti a sapere del suo tumore al pancreas.

L'unico pensiero fisso nella sua testa era la morte e io lo sapevo benissimo perché era stato lui stesso a confidarmelo.

Ogni giorno mi ripeteva che questa non era vita e che se fosse morto sarebbe stato tutto più semplice.

Io però non volevo ascoltarlo, mi imponevo di credere che prima o poi sarebbe guarito ma in fondo al mio cuore ero consapevole che non sarebbe mai successo.

I dottori furono chiari con me fin da subito, nella situazione in cui si trovava nessuno sarebbe stato in grado di cavarsela.

E c'era solo una domanda che mi ronzava per la testa da tempo; perché proprio lui?

I miei pensieri si interrompono quando l'infermiera spalanca improvvisamente la porta della camera facendomi spaventare.

<<Buongiorno, come va oggi?>> chiede lei sorridendomi.

<<Uguali a tutti gli altri>> affermo sospirando.

<<Anche oggi non ha parlato?>> chiede accarezzandomi il capo.

<<Già>>rispondo semplicemente guardando fuori dal finestrino.

Infatti era proprio questa la situazione; mio padre se pur malato era ancora vivo, ma si rifiutava di parlare, di mangiare o anche solo di aprire gli occhi.

Rifiutava la sua vita ancor prima che fosse la malattia stessa a togliergliela.

<<Vedrai tesoro che prima o poi riprenderà a parlare, devi capire che non è facile neanche per lui>>

<<E quando lo farà? il tempo scorre, scorre fin troppo velocemente>> affermo cercando di placare le lacrime.

L'infermiera mi guarda con compassione senza sapere cosa aggiungere, ma in fondo cosa avrebbe potuto dire?


                       Meredith Pov

È già iniziato il secondo mese di scuola e di nuovo sono tutti spariti dalla circolazione.

Nate e Max hanno detto di volersi prendere una pausa dopo tutto quello che è successo, mentre Jane ci ha riferito di avere alcuni problemi familiari.

La situazione non mi convince del tutto ma per una volta ho cercato di non mettermi in mezzo a cose che non mi riguardano.

Logan al contrario si è sempre presentato a scuola in queste settimane ma si comporta come se io non esistessi affatto.

Non ci rivolgiamo la parola dal giorno della festa, ma nonostante ciò i suoi sguardi intensi su di me non sono mai mancati.

Mentre rientro a casa dopo scuola do un'occhiata al telefono ormai pieno di messaggi da parte di Rose in cui mi supplica di accompagnarla alla festa di stasera.

Questa volta però so già quale sarà la mia risposta, perciò la ignoro completamente.

Oggi è il 22 Ottobre, e sono passati ormai sei anni da quando papà ci ha lasciate del tutto.

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