Il discorso Diego era stato definitivamente accantonato tra Manuel e Simone, seppure il secondo di tanto in tanto continuasse a lanciargli qualche frecciatina bastava qualche bacio del maggiore per fargli dimenticare quanto era successo quella sera, o almeno la parte della serata che non gli interessava ricordare.
Le cose tra Manuel e Simone procedevano a gonfie vele, passavano tutto il tempo che potevano insieme e l'idea di frequentare anche altre persona sembrava essere accantonato, Simone però sapeva che il maggiore fosse ancora spaventato da quanto stava succedendo – sebbene continuasse a non capirne il motivo – e preferiva non parlare della questione per evitare di spingere Manuel tra le braccia di un'altra persona.
Simone, invece, di paure non ne aveva nessuna, era felice di quanto stava succedendo tra di loro, con Manuel si trovava bene come non gli capitava da tempo – o forse non gli era mai capitato – ed era felice di ogni singolo momento passato insieme. Il maggiore iniziava ad essere una persona davvero importante per lui, sempre più volte gli capitava di svegliarsi e pensare per prima cosa proprio a Manuel, mentre invece era per lui spontaneo iniziare la giornata con un sorriso quando si svegliava con lui al suo fianco. Simone non voleva mettere alcuna pressione a Manuel, voleva che anche lui si prendesse il suo tempo per capire che cos'è che voleva e se quella relazione fosse la cosa giusta per entrambi, non voleva che si sentisse costretto a scegliere e ancor meno che prendesse una decisione dettata soltanto dalla paura, voleva fosse libero e si sentisse al sicuro con lui. Il venticinquenne non sapeva ancora come ben definire cosa provava con e per Manuel, sapeva fosse ancora l'inizio di tutto e che potesse succedere qualsiasi cosa ma c'erano delle volte, mentre lo osservava fare le cose più disparate, in cui sentiva un vuoto allo stomaco e gli veniva da sorridere. Tra di loro non c'era ancora niente di concreto eppure Simone era certo che, quel niente, sarebbe potuto diventare tutto.Le strade di Roma erano ormai piene di luminarie, non c'era angolo che non fosse decorato con almeno un simbolo natalizio, le vetrine erano piene di prodotti tipici e in città si respirava un'aria diversa, magica. Simone aveva sempre adorato quel periodo dell'anno, in qualsiasi posto del mondo si trovasse portava sempre con sé un pizzico di quella magia e passava quelle giornate con il sorriso stampato sul volto.
Quell'anno non era diverso, il venticinquenne aveva addobbato casa sua più che poteva, un enorme albero di natale svettava al centro del salotto e decorazioni di tutti i colori lo riempivano, a lui non importava fosse perfetto esteticamente, che i colori fossero abbinati, a lui interessava l'amore che ci metteva nel farlo e la gioia che provava in quei momenti. Quell'anno per Simone, il momento di decorare casa, era stato ancora più speciale perché al suo fianco aveva avuto Manuel che l'aveva aiutato e aveva reso quel giorno indimenticabile.
A differenza di Simone, per Manuel il natale non era mai stato un periodo così tanto importante, il lato migliore per lui era poter restare a casa da scuola e godere un po' di più della presenza della mamma ma, per il resto, erano giornate come tante altre. Da quando sua madre non c'era più – quello era il secondo natale senza di lei – aveva perso anche quel pizzico di gioia che il periodo gli donava, quei giorni preferiva dimenticarli e per farlo trovava sempre il modo per riempirsi d'impegni, fino al punto da non avere nemmeno il tempo per pensare. Per qualche momento si era concesso il lusso di pensare che con la presenza di Simone quell'anno potesse essere diverso, mentre decorava casa del maggiore si era permesso di credere potessero trascorrere un bel natale insieme ma non se la sentiva di rischiare e, soprattutto, voleva evitare di rovinare quei giorni a Simone in caso di malumore e, per quel motivo, anche quell'anno aveva preferito lavorare. Il ristorante di Carlo era aperto anche la sera della vigilia e a pranzo per Natale e Manuel aveva deciso di lavorare in entrambi i turni, Carlo e Simone – soprattutto quest'ultimo – aveva cercato di convincerlo a non farlo, a scegliere uno solo dei turni, ma lui era stato irremovibile e aveva ripetuto più e più volte che lui non aveva niente da festeggiare e che preferiva lavorare. Gli sarebbe piaciuto stare con Simone ma non si sentiva ancora pronto ad affrontare tutti i suoi demoni, aveva bisogno di tempo e Simone era disposto a darglielo.
La sera precedente Manuel non era andato da Simone, nonostante fosse martedì e solitamente stava con lui, aveva preferito uscire con Laura e Monica e passare con loro un po' di tempo dopo un periodo in cui le aveva viste poco. Il maggiore era stato felice di passare del tempo con loro, le aveva aggiornate su quanto era successo con Diego e aveva ricevuto in cambio più di un commento dalle due in cui gli dicevano che loro lo sapevano che sarebbe finita in quel modo e che, con il biondo, aveva soltanto perso tempo. Per Manuel, Laura e Monica, erano come due sorelle e sapeva che mai l'avrebbero giudicato, poteva parlare con le due di tutto e sarebbe sempre stato come essere a casa. Laura e Monica erano state per lui casa quando, una casa, davvero non l'aveva, erano state famiglia, amore, e lui sarebbe sempre stato profondamente legato loro, avrebbe fatto di tutto pur di vederle felici e si riteneva estremamente grato di averle nella sua vita.
STAI LEGGENDO
Sotto la pioggia
FanfictionPer Manuel la pioggia significa una cosa sola: cambiamento. Quale sarà il suo?