Manuel in tutta la sua vita aveva dovuto convivere con la paura di vedere, una dopo l'altra, andare via tutte le persone a cui teneva, per un certo periodo aveva anche finto andasse tutto bene e che non gli importava più di restare solo ma era sempre stata una bugia. Dacché ne aveva memoria aveva sempre invidiato le persone che lo circondavano, che fossero i suoi compagni di classe alle elementari che passavano intere giornate insieme e si divertivano a dei compleanni a cui lui non era mai invitato – so che non potete permettervelo, per questo non abbiamo invitato Manuel, era la scusa più frequente che gli altri genitori raccontavano a sua madre e non si premuravano nemmeno di non farsi sentire proprio da lui – o che fossero i suoi compagni di classe al liceo che, a differenza sua, avevano degli amici su cui contare. Al liceo, nonostante tutto, Manuel credeva di aver trovato degli amici, c'erano delle persone con cui si divertiva a passare del tempo insieme e delle volte si era anche sfogato con loro, alcuni erano suoi compagni di classe e altri li aveva conosciuti in giro per la città, ma dopo poco si era dovuto ricredere su tutti loro e a distanza di anni, di loro, non restava che un ricordo sbiadito. Per quanto sbiadito però continuava a fargli del male, continuava ad essere una cicatrice rimarginata male e toccarla gli dava fastidio, gli ricordava le volte in cui aveva abbassato la maschera e, in cambio, aveva ricevuto soltanto colpi in piena faccia, parole cariche di disprezzo e, infine, aveva visto tutti loro abbandonarlo l'uno dopo l'altro senza nemmeno preoccuparsi di dargli una giustificazione, era semplicemente ovvio. Era ovvio che Manuel restasse solo, era ovvio non avesse nessuno su cui contare ed era ovvio non avesse amore, perché tanto Manuel era abituato a stare da solo e più nessuno si preoccupava di lui.
Quando aveva perso anche sua madre aveva pensato fosse soltanto l'ennesimo colpo e anche il definitivo, credeva lei non sarebbe mai andata via ma si era sbagliato. Razionalmente sapeva che non era dipeso da lei, sua madre non aveva deciso di abbandonarlo ma il destino aveva deciso per loro, il destino aveva deciso di punirlo e Manuel doveva assumersi le sue responsabilità. Manuel non l'aveva mai raccontato a nessuno ma la sera precedente, prima che sua madre se ne andasse, avevano litigato per una sciocchezza, lui continuava a lasciare la casa in disordine e sua madre continuava a rimproverarlo dicendo che lei era stanca dopo una giornata di lavoro e, almeno a casa, avrebbe voluto rilassarsi, non erano volate parole pesanti – Manuel si era limitato, seppur con tono non troppo gentile, a dire a sua madre di smetterla di rompere e che avrebbe messo in ordine quando gli sarebbe andata di farlo – ma non aveva mai chiesto scusa a sua madre. Quando si verificavano simili litigi, il giorno successivo Manuel, per farsi perdonare, era solito sistemare la casa e ordinare una pizza per cena e permettere alla madre, finalmente, di riposare ma quella volta non ne aveva avuto il tempo. Sua madre gli era stata strappata via nel peggiore dei modi, pensando di essere un peso per suo figlio ma con la mano saldamente attaccata alla collana che portava il suo nome, perché fino all'ultimo Manuel era stato il suo unico pensiero e, nonostante tutto, non avrebbe mai voluto abbandonarlo.
All'età di ventisei anni Manuel poteva vantare una lunga lista di persone che non facevano più parte della sua vita mentre quell'opposta, quelle delle persone che continuavano a far parte della sua vita, diventava anno dopo anno sempre più esigua ma, di recente, un nome era svettato sopra tutti gli altri. A causa del suo passato e delle sue negative esperienze, quando Simone era entrato a far parte della sua vita era stato per lui naturale pensare che, come tutti gli altri, presto o tardi sarebbe andato via ma Simone continuava a dimostrargli, giorno dopo giorno, che si sbagliava. Con i suoi gesti e le sue parole iniziava a convincere Manuel della veridicità di quelle, tanto che il minore aveva deciso di mettersi a nudo e aprirgli il suo cuore, una parte continuava a conservarla tutta per lui ma aveva lasciato aperto uno spiraglio e sperava per Simone, al momento, fosse abbastanza. Per Manuel non era stato facile dire a Simone che teneva a lui e, soprattutto, che aveva bisogno di lui, sapeva che il minore non l'avrebbe mai preso in giro ma aveva ugualmente trattenuto il fiato fino a quando Simone non l'aveva stretto tra le sue braccia, fino all'ultimo aveva temuto l'altro lo cacciasse via ma ancora una volta gli aveva dimostrato di essere diverso. Simone era diverso da chiunque altro avesse incontrato fino a quel momento e voleva sul serio prendersi cura di lui, il suo affetto era sincero e Manuel avrebbe voluto durasse per sempre.
Manuel aveva ancora paura di perdere Simone e, giorno dopo giorno, quella paura cresceva sempre un po' di più perché iniziava a rendersi conto che senza di lui niente sarebbe più stato lo stesso, nemmeno lui. Simone era ormai importante nella sua vita e non voleva vederlo andare via, non l'avrebbe sopportato.
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Sotto la pioggia
FanfictionPer Manuel la pioggia significa una cosa sola: cambiamento. Quale sarà il suo?