❝I primi giorni❞
"Cara Ophelia,Io e tuo padre abbiamo letto la lettera che ci hai mandato tramite gufo l'altro giorno. Siamo estremamente contenti che tu abbia trovato la tua casa, un luogo dove sarai compresa e soprattutto felice, non vediamo l'ora di rivedere te e James a Natale, conoscere tutto quello che stai imparando e sapere qualcosa di più su questi ragazzi conosciuti in treno. Tuo padre non lo ammetterà, ma ha borbottato tutto il tempo nel sapere che avevi compiuto il viaggio con soli ragazzi.
Ti voglio bene piccola mia, alla prossima lettera.
Con affetto,
Mamma e papà."
Era passata quasi una settimana dall'inizio della scuola e la giovane Potter leggeva quella lettera, arrivata la sera precedente, al caldo del camino mattutino in attesa degli altri ragazzi serpeverde con cui aveva stretto i rapporti in quel breve periodo.
Un sospiro e rumore di carta la fecero girare trovando Regulus Black che scendeva le scale vestito come al solito di tutto punto, apriva una lettera anche lui.
«Anche tu lettere dalla famiglia?» mormorò lei incuriosita dal legame dei Black. Aveva potuto notare come a differenza sua che nominava qua e là qualche cosa compiuta dai suoi genitori, il ragazzo non lo faceva affatto. Quando si parlava di famiglia e sentimenti lui diveniva automaticamente schivo e quasi intrattabile.
Il ragazzo annuì senza aggiungere niente, si sedette dall'altra parte del divano per poi iniziare a leggere in silenzio. Notò come gli occhi già vuoti di loro divennero ancora più scuri mentre scorrevano su quella calligrafia fitta ed ordinata, per un attimo avrebbe voluto avvicinarsi ed aiutarlo. Ma oltre la poca conoscenza, c'era il fattore sentimentale che la bloccò. Così decise di alzarsi catturando l'attenzione di Regulus.
«Vado a vedere se Mulc e gli altri sono svegli.» mormorò con un sorriso sbieco. Lui annuì, grato che lei non avesse fatto niente di impulsivo ma che preferisse lasciarlo nel suo spazio per un attimo. Così agì di impulso lui.
«Grazie Ophelia.>»
Lei non rispose, né si girò o fermò. Semplicemente prooseguì il suo cammino verso le scale del dormitorio maschile alla ricerca degli altri ragazzi.
In quella settimana anche qualchedun'altro era divenuto intrattabile ed era proprio James Potter.
James non aveva accettato che sua sorella fosse una serpeverde, avendo così scritto ai propri genitori che ci doveva essere un errore, ma questi non solo hanno aspettato del tempo a rispondergli, ma gli hanno anche detto che il cappello aveva ragione e che se lui fosse stato più presente con sua sorella, l'avrebbe certamente saputo. Così i tre migliori amici cercavano in ogni modo di tirare su il morale a James, senza sapere che il problema della vicenda fosse proprio la fantomatica sorella di ramoso che ancora non conoscevano.
Inoltre il ragazzo grifondoro dopo aver scoperto la casa della Potter non aveva avuto il benché minimo pensiero di parlare, vedendola scherzare con il fratello di Sirius e quel viscido di Mulciber. Era sempre stato chiaro a James quanto fosse intelligente sua sorella e se anche quel ragazzone di tredici anni si fosse risparmiato le battutacce su qualche ragazza, lui le guardava tutte, tranne le serpeverde. Aveva quello sguardo sadico negli occhi che a volte quasi faceva paura al dodicenne fino a sentirsi schifato e quindi combattere per i propri compagni e amici.
In quel momento James, Sirius, Peter e Remus erano nella sala grande a fare colazione, a metà della seconda settimana scolastica. Non ci volle molto prima che entrassero anche Ophelia e alcuni della combriccola serpeverde.
Guardò sua sorella che come ogni volta aveva un enorme sorriso sul volto, sedendosi e versando in un gesto completamente nuovo ma che sembrò automatico il thè inglese sia per sé che per il Black al suo fianco, prendendo poi tre biscotti alla zucca da mangiare una volta finito di bere.
Nessuno lo notò se non il ragazzo al suo fianco che perse per attimo il respiro, era una cosa stupida in fondo, ma che gli fece crescere un leggero sorrisino.
«Allora dolcezza, dicci, come ti trovi tra tutti questi bei manzi?»
Ovviamente fu Mulciber a chiederlo, che in quella settimana era stato come una guardia del corpo, non c'era stato attimo in cui Ophelia non avesse sentito di non potersi fidare.
«Innamorata caro Mulc.» affermò sbattendo più volte le ciglia.
Nott ridacchiò, seduto alla destra della Potter, aveva la stessa età di James e la ragazzina aveva una bellezza particolare.
Per quanto avesse occhi e capelli scuri quando passava per i corridoi non si poteva fare a meno di fermarsi, aveva quell'aria di superiorità e sicurezza che la distingueva.
Così, preso da un attimo di distrazione decise di posare la sua mano sulla gamba della serpeverde. Lei tossì il thè che stava bevendo, così il Black notò l'accaduto.
«Lia, mi sono dimenticato una cosa nella sala comune, mi accompagni?» mormorò a denti stretti.
Lei annuì tacendo, alzandosi in fretta e lasciando la colazione lì dov'era facendo allarmare James. Non era mai successo che lasciasse la colazione.«Ragazzi, ci vediamo dopo devo andare da mia sorella.»
Così corse fuori finché non trovò Ophelia e Regulus parlare troppo vicini, così arrivò e lo spinse via.
«James! Sei impazzito?» domandò allarmata piazzandosi tra i due.
«Io? Non hai finito la colazione per... Godric, Ophelia...» passò una mano sugli occhi e sbuffò.
«Mi sono sentita male, lui mi stava aiutando.» giustificò confusa e quasi afflitta.
Suo fratello non le parlava dall'inizio della scuola ed ora aveva un attacco di gelosia e preoccupazione nei suoi confronti. Ma James rise e se né andò via.
«Mi dispiace.» mormorò Regulus avvicinandosi nuovamente.
Lei scrollò le spalle.
«Mi hai davvero aiutata.» mormorò girandosi verso di lui, Regulus annuì e si allontanò pronto per la prossima lezione.
«Regulus, mi piace il soprannome Lia.»
Il serpeverde accennò un altro sorriso e si fermò aspettando che lo seguisse, andando insieme a lezione.
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𝓜𝓸𝓷 𝓐𝓶𝓸𝓾𝓻 // 𝓡𝓮𝓰𝓾𝓵𝓾𝓼 𝓑𝓵𝓪𝓬𝓴
Fanfiction❝ʟᴏᴠᴇ, ᴅᴜᴛʏ. ᴅᴇᴀᴛʜ.❞ «𝑫𝒐𝒗𝒆𝒔𝒔𝒊 𝒎𝒐𝒓𝒊𝒓𝒆 𝒏𝒆𝒍 𝒇𝒂𝒓𝒍𝒐» Ophelia Potter era sempre stata diversa rispetto a suo fratello maggiore James, astuta, determinata, ambiziosa. Tutte caratteristiche non appartenenti alla stessa c...