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La nuora

Le dita affusolate e lunghe del minore dei Black percorrevano i capelli e i lineamenti del viso della minore dei Potter

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Le dita affusolate e lunghe del minore dei Black percorrevano i capelli e i lineamenti del viso della minore dei Potter.

Era mattina inoltrata, secondo Regulus dovevano essere le 10:00 circa, ma era del tutto in influente.

Stava guardando dormire Ophelia seduto sul suo letto. Era bellissima. Aveva i capelli legati il una treccia larga così ché non si attorcigliassero, il viso sereno che ogni tanto si imbronciava arricciando il naso e corrugano le sopracciglia, lo trovava molto divertente, tanto che si trattenne più di una volta dallo scoppiare a ridere.

Le labbra carnose leggermente dischiuse.

«Lia, la colazione.»

Lei brontolò in risposta e lui rise.

«Non mi voglio alzare.» bofonchiò.

«Ci sono i miei genitori al piano di sotto, arrivati pochi istanti fa.»

A quelle parole balzò sul letto rischiando di dare una testata al giovane Black.

«Non dovevano arrivare per l'ora del tè?» mormorò correndo ad aprire il baule.

Regulus alzò gli occhi al cielo e la fermò da quella sua furia.

«È così infatti. Sapevo che era l'unico modo per svegliarti, le tue compagne di stanza lamentano spesso le tue difficoltà ad alzarti.» esclamò Regulus con un sorriso sornione.

Lei spalancò la bocca e prese il cuscino della poltrona lanciandoglielo.

«Vile traditore! Credi più alle mie compagne che a me? La tua migliore amica!» si lamentò sdraiandosi sul letto e lui fece lo stesso accanto a lei. La trovava così bella, lo era sempre stata.

Il silenzio cadde tra i due mentre si fissavano, non c'era imbarazzo. Neanche se n'erano accorti di guardarsi l'un l'altro, almeno finché Rod non bussò alla porta.

«Piccioncini, volete fare la colazione o no cazzo!»

I due saltarono sul letto e Ophelia corse ad aprire la porta.

«Tu non mi toglierai il mio pasto preferito.» lo minacciò e lui sorrise alzando gli occhi al cielo.

«Ti ho fatto preparare del tè da accompagnare con delle ciambelle, in realtà il tavolo è pieno di dolci.»

«Corro.» esclamò avanzando verso il suo baule per tirare fuori un maglioncino di Serpeverde e dei semplici leggins.

«Ophelia, di chi è quel maglione... Perché potrei giurare che non è mio.»

Ophelia sorrise imbarazzata sotto lo sguardo freddo del suo amico.

«È di Rabastan. Me l'ha prestato l'anno scorso.»

Regulus prese il maglioncino prima che potesse anche solo pensare di usarlo e ed uscì dalla porta della sua camera chiudendola di botto.

Ophelia scese mezz'ora più tardi, pulita e profumata, leggins nero, camicia bianca e un maglioncino di Regulus.

Quando lui se né accorse gli spuntò un ghigno, erano solo loro due in quel momento ma presto gli avrebbe raggiunti anche Rabastan, che aveva passato la notte una ragazza e Rod ma solo per augurargli una buona colazione.

«Contento adesso Black?» sbuffò sedendo di fronte al ragazzo che posò il mento sul palmo della mano.

«Molto, se proprio ci tieni a saperlo.»
rispose versandole del succo di fragole nel bicchiere, accanto al tè fumante, nel mentre che lei prendeva una ciambella e la mordeva.

Ophelia cambiava colazione sempre, non aveva nulla di preferito: amava sperimentare. Pochi erano i piatti che si ripetevano più causati dalle voglie che altro.

«Buona colazione ragazzi, spero sia di vostro gradimento a breve vi raggiungerà mio fratello.» li salutò Rodolphus con un sorriso.

«Muoio di fame! - esclamò Rabastan correndo verso il tavolo e dando un feroce morso ad un cavolino. - Ah si, la ragazza di sta sera ti conosceva sai Lia! Sei molto famosa.»

Ophelia ghignò e Regulus non poté che ammirare quella bellezza, per la terza volta di seguito in una giornata.

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Il piccolo Black aveva lasciato sul letto di Ophelia vestiti e gioielli da indossare per quel pomeriggio, lei gli aveva indossati con gioia. Per quanto a lei i soldi bastassero i gioielli di casa Black trasudavano ricchezza da ogni poro.

Quando scese stretta al braccio di Regulus per incontrare i suoi genitori si senti così potente, tanto che si doveva ripere quale era il suo cognome.

«Buon pomeriggio. Mi scuso per l'inconveniente di ieri sera.» salutò Ophelia togliendosi da stretta di Regulus ed avvicinandosi. Walburga le regalò un cenno e fu lei a porgere la mano a Orion, con una stretta decisa.

«Non ti preoccupare. Bellatrix ci ha raccontato, come sta procedendo ad Hogwarts?» domandò subito Walburga e la Serpeverde storse il naso.

Uno per fingere e due perché come Rabastan, suo fratello maggiore era solito a rifilare o suoi problemi agli altri.

«Bene. A parte il solito problema: troppi sangue sporco.»

Orion annuì guardando sua moglie e quella sorrise leggermente.

«Tesoro accomodati. Vorremmo parlarvi.»

Il ragazzo guardò i genitori confuso, ma procedette sedendosi accanto all'amica alla quale scappò un sorriso.

«Mia moglie, mi ha parlato molto di te, Ophelia. Sono convinto che tu sia ciò di cui Regulus ha bisogno.» parlò Orion seriamente, ma entrambi i signori Black avevano una strana luce negli occhi che fece corrugare le sopracciglia alla Potter.

«Una donna forte, una decisa. Che sappia cosa vuole e io sapevo ciò che volevi dalla prima volta che ti ho visto. Di solito non sarei d'accordo, ma visto che questo è un caso particolare, possiamo accettarti della nostra famiglia. Non andremo dai tuoi genitori Babbanofili, ma da te Ophelia Potter. Vuoi essere moglie di Regulus al compimento dei vostri diciassette anni?»

Ophelia sgranò gli occhi, ed aprì leggermente la bocca, non si aspettava di certo una cosa del genere. Guardò Regulus in certa di rispose ma nemmeno lui né aveva una, se prima era d'accordo si alzò di botto.

«No.» si oppose il ragazzino di tredici anni. Ophelia sorrise a quella reazione e si avvicinò a lui, posò le mani sulle guance ed annuì.

«Non sai cosa vuol dire.» mormorò.

«Lo so eccome, dal primo momento che ti ho visto, lo stesso sguardo quando leggi le lettere, ora.»

Lui abbassò lo sguardo e lo posò sulla spalla della mora.

«Sarà un onore essere vostra nuora.»

Walburga annuì portando la schiena rigida contro il cuscino del divano, aveva visto come la giovane donna aveva calmato suo figlio in un attimo e si convinse ancora di più di quella scelta.

Loro erano già infinitamente ricchi, non gli serviva altra ricchezza, ma le serviva che qualcuno portasse onore alla sua famiglia, qualcuno di forte e coraggioso, qualcuno che tenesse le redini e fosse disposto a tutto.

«Perfetto, durante le vacanze di Natale verrai a casa nostra. Ti insegneremo come essere una vera Black.»

Ophelia annuì con un sorriso tirato mentre Regulus le stringeva una mano. A nessuno dei due piaceva quella situazione, ma alla fine dei conti entrambi iniziavano a sentire qualcosa per l'altro.

𝓜𝓸𝓷 𝓐𝓶𝓸𝓾𝓻 // 𝓡𝓮𝓰𝓾𝓵𝓾𝓼 𝓑𝓵𝓪𝓬𝓴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora