Capitolo 13

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A Luke non piaceva l'indifferenza. Certo, era sempre il primo ad ammettere che un po' di indifferenza ci stava, ma non gli piaceva dimostrarla. Era convinto che ad ogni fatto andassero esternati tutti i sentimenti che si provassero in quel momento, senza paura i vergogna. Luke era fatto così, odiava le regole del mondo, quasi quanto odiava le regole del St. Andrew. Odiava soprattutto che Jennifer l'avesse liquidato così.

Era il momento della pausa pranzo, in un tremendo ed interminabile giovedì. Luke odiava anche i giovedì, era come se fossero i giorni che passavano in modo più lento rispetto agli altri. E Luke odiava che le cose dovessero per forza andare lentamente. Voleva gli attimi veloci.

"Hai intenzione di finire il tuo panino?" Domandò Michael, che quel giorno decise di passare la pausa pranzo con lui. Grace quel giorno non era venuta a scuola, e Dio solo sapeva quanto Luke fosse preoccupato. Si sentiva ancora in colpa per quelle parole - dette senza un valido motivo - e se fosse successo qualcosa alla sorella più piccola di Michael non se lo sarebbe mai perdonato. Era un senso di colpa lancinante ed incalcolabile, che nemmeno Luke riusciva ad intendere. Guardò il cibo che aveva nella mano destra, il prosciutto stava per terminare e dal retro del panino volavano piccolissime gocce di maionese, mentre il formaggio si stava solidificando di nuovo per colpa dell'aria fresca che c'era quel giorno. Rivolse uno sguardo a Michael, scuotendo definitivamente la testa. "Potresti darmelo? Ho una fame da lupi." Luke annuì, inghiottendo ciò che aveva in bocca e sorridendo come un ebete.

Pensava a Jennifer, al perché l'aveva liquidato in quel modo. Doveva assolutamente parlarle, ma in quel momento era con Ashton a pochi tavoli da loro, e non poteva rischiare di essere picchiato di nuovo dal riccio.

"Che coincidenze che capitano a volte, nella vita." Pensò Luke a voce alta. Michael si voltò nella sia direzione. Lo guardò perplesso, non capendo a cosa o a chi si stesse riferendo. Poi, vide il suo sguardo puntare su Ashton e Jennifer. Sembravano tanto affiatati quando erano insieme, ma era come se al contempo celassero migliaia di misteri. Michael riportò lo sguardo sul biondo, che stava bevendo vari sorsi d'acqua dalla sua bottiglietta.

"A chi ti riferisci, Luke?" Domandò ugualmente Michael, cercando di andare fino in fondo. Voleva capire cosa tormentava Luke. Voleva scoprire di più su quel ragazzo. E non era uno scherzo, perché da quando l'aveva conosciuto si sentiva diverso, nonostante l'avesse conosciuto nel peggiore dei modi. Luke si voltò verso Michael, guardandolo stranito.

"A nessuno." Disse amaramente. "Dico solo che le persone che ti illudono, anche se per qualche istante, ti deludono lo stesso." Imitò una piccola risata, senza preoccuparsi di ciò che Michael avrebbe detto dopo quell'affermazione. Con Michael si sentiva sicuro. Sapeva che poteva parlare di tutto e di tutti. Michael rimaneva sempre li, ad ascoltare ogni singola parola che usciva dalle labbra del biondo.

"Al St. Andrew è sempre stata così, da molto prima che tu mettessi piede qua per la prima volta." Affermò Michael, addentando il panino. "Per questo qualcuno ha inventato la legge dell'indifferenza." Luke scoppiò a ridere nervosamente, grattandosi il mento.

"A quanto vedo fate sul serio con queste stupide regole." Rise Luke. Aprì la tasca anteriore del suo zaino, alzandosi il piedi. Afferrò il suo telefonino, salutando Michael con un cenno e andandosi a sedere su un muretto, isolato dalla folla durante la pausa mensa.

Da quel muretto, leggermente più in cima rispetto al giardino dove tutti trascorrevano la pausa pranzo, Luke poteva vedere chiunque. Il sole illuminava l'intero cortile del St. Andrew, dando al ragazzo un'ottima panoramica dei suoi compagni di scuola. Ciò che non poté evitare di guardare era proprio Jennifer, insieme ad Ashton. É tutto così strano, pensò Luke: si sentiva maledettamente frustrato da giorni e ancora non capiva il perché, ma sapeva che non avrebbe dovuto trattare in quel modo Jennifer. Lei gli stava dando un'opportunità per essere accettato dalla società, e lui l'aveva rifiutata per colpa del suo riluttante odio verso il genere femminile. Non l'aveva fatto apposta - in fondo l'avrebbe fatto con qualsiasi ragazza - ma non poteva nemmeno fare qualcosa. Ormai il danno era fatto, e se Jennifer voleva vivere la sua vita insieme ad Ashton, voleva dire che Ashton era abbastanza popolare per permettersi un cambiamento efficiente.

Aprì il lettore musicale, pigiando un punto sullo schermo del suo telefonino. Aveva una libreria molto arricchita, con qualsiasi genere di canzone che rispecchiasse la sua anima e i suoi pensieri. Non l'aveva mai fatta vedere a nessuno, perché era convinto che la musica fosse una cosa che appartenesse soltanto a lui. Non vietava agli altri di ascoltarla, ma vietava agli altri di ascoltare la sua musica. Era una cosa personale, ci sarebbe rimasto male a vedere qualcuno ascoltare la musica dal proprio telefonino.

Schiacciò play su Don't You Go degli All Time Low. Era abbastanza ritmata, lo rilassava e la voce di Alex Gaskarth lo calmava, mentre seguiva ogni parola di quella fantastica canzone. Appoggiò la testa ad una colonna dietro di lui, chiudendo gli occhi e godendosi il momento, sicuro che nessuno l'avrebbe disturbato.

Don't you go and carry on with your life
It was a one night stand 'til I woke up next to you
Don't you go, saying all your goodbyes
I want a one night stand just one more time with you
So give me one more night with you

Luke continuava ad inspirare regolarmente, lasciando che le parole della canzone scorressero velocemente fino al suo sangue, impregnandolo di coraggio e forza.

You say I've pushed my luck
But I can't get enough
If it was just a one time thing
Why are you still here with me?
Don't want a single thing to change
We can mess around for two more days
If it was just a one time thing
Why are you still here with me?
I don't want you to leave

Sentì due dita tamburellargli sulla spalla destra, e improvvisamente il ragazzo si tolse le cuffiette, sbuffando sommessamente. Non sopportava che la gente lo interrompesse mentre stava ascoltando la musica. Ultimamente però, Luke non sopportava decisamente niente. Però, quando si trovò davanti il viso dolce ma perfido di Jennifer tutto sembrò placarsi, proprio come una tempesta all'uscita del sole.

"Ascolti gli All Time Low?" Domandò la ragazza, mentre teneva lo sguardo fisso sul cortile della scuola. Luke - non sapendo cosa dire - si limitò ad annuire, serrando la mascella.

Lei era così diversa quando era sola con lui.

"Piacciono molto anche a me." Continuò. Gli rivolse un'ultima occhiata, quasi a dire compiaciuta, ma non disse altro. Si limitò a guardare Luke e ad incastrare il proprio castano con il suo azzurro cielo. Tutto qui.

E li tutto sembrò tranne che un fitto dialogo tra due persone che - teoricamente - si odiavano.

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💀💀💀💀

Viva la freddezza, ye.

Ragazze soon tornata!

Come potete vedere sono ancora viva e vegeta in quel di casa mia.

Calum Hood non è venuto a rapirmi, anche se pregavo ogni sera purché accadesse.

Quel ragazzo è un ossessione, una fottuta ossessione, qualcuno dovrebbe aiutarmi a togliermelo dalla testa.

E qui tutto mi sembra piacevolmente spettrale.

Eccovi il capitolo tredici di Queen Without Crown, con qualche pensierino malefico del nostro maleficentum Lucas Robert Hemmings.

Come potete vedere, ho cambiato la copertina.

Ma non l'ho fatta io.

I crediti vanno a @hemmovoice che anche se non lo ammette è stata veramente brava.

Quindi grazie prego ciao.

Ci vediamo al prossimo aggiornamento babies

Have always fun :)

Ciauuz,

- Giulia

Queen Without Crown [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora