Capitolo 5

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Ora le giornate a Chicago sembravano passare in modo più leggero,normale e stranamente innocuo. Il normale non era un aggettivo adoperato nel verso senso del suo significato. Per gli abitanti di Chicago,più precisamente per gli studenti del St. Andrew,la parola 'normale' stava a significare 'fuori dal comune'. Era passata una settimana da quando Luke cominciò a sentirsi in quel modo,e il continuo via vai che c'era in quei corridoi non gli aveva permesso di dimenticare ciò c'è gli era stato detto da Michael. Poche persone parlavano con Luke,e quest'ultimo era sempre dell'idea che non volesse essere disturbato da qualcuno che non fosse - secondo il suo canone - alla sua altezza.

"Dunque,come vi stavo dicendo.. La parola 'fine' ha vari significati. Come potete vedere sulla riproduzione, in italiano vale a dire una cosa mentre in inglese un'altra." La professoressa di lingue straniere destreggiava con la bacchetta di legno indicando varie parole sulla lavagna nera. Luke se ne stava là,desolato,masticando una matita,mentre ascoltava vagamente ciò che l'insegnante spiegava. Ascoltava alcune cose,per poi spostare di nuovo la sua mente in uno spazio remoto che conosceva solo lui. Era abituato a vivere in quell'universo che solo lui conosceva,non avrebbe mai avuto forza e coraggio per mostrare a qualcuno questo suo mondo. Ne era anche un po' geloso. Luke abbassò lo sguardo sul libro di lingue straniere e lesse la definizione della parola che aveva appena citato la docente: fine.

"Come potete osservare a pagina 39,la parola 'fine' in lingua italiana sta ad indicare una cosa tragica,un punto di termine. In lingua inglese sta ad indicare una cosa piacevole,un fantomatico aggettivo che viene utilizzato per descrivere il proprio stato d'animo quando ci si sente magicamente bene. Potete notare l'immensa differenza di queste due definizioni? Eppure si scrivono allo stesso modo." La professoressa poggiò la bacchetta sulla cattedra,scartavetrando i libri in eccesso nella sua cartelletta di pelle antica.

"Professoressa Myers?" Domandò una vocetta acuta. La mano che si alzò apparteneva ad una ragazza. Le unghie erano perfettamente dipinte di rosso,e al dito medio portava un anello brillante. La ragazza era alta,meravigliosamente bella,e aveva i capelli castani. Gli occhi marroni erano incredibilmente grandi,e i capelli erano lisci in un modo obsoleto.

"Dica pure,Martins." Disse annuendo la professoressa.

"Questa parola non ha affatto un significato condiscendente. Insomma,in italiano significa una tragicità mentre in inglese significa una cosa quasi perfetta. La gente non sa inventare le parole, e poi si domandano il perché il mondo è in degrado ultimamente."

"Se non ti piace il mondo in cui vivi potresti iniziare a moderare il tuo stato di maturità pari a quello di un'oca e cominciare ad accettare il pianeta Terra, dato che sarai costretta a viverci per l'eterno." Mormorò Luke. Il momento in cui le parole gli uscirono di bocca era un momento abbastanza silenzioso, abbastanza per essere sentito da tutta la classe.

"Come,scusa?" La ragazza era inebetita. Guardava Luke come se qualcuno avesse violato la sua privacy. Lui non si sentiva affatto in colpa,odiava le ragazze per genere e numero,e non si chiedeva nemmeno il perché non ne avesse mai avuta una. Odiava le ragazze per come erano e come dimostravano di essere esternamente,non ne voleva nemmeno una,si trovava incredibilmente bene nel suo genere maschile,almeno i maschi sapevano essere vere persone. Luke inarcò leggermente le labbra,imitando un sorrisetto spavaldo,quel suo solito sorrisetto che l'avrebbe messo nei guai con il mondo intero.

"Insomma,non ti conosco nemmeno,ma guardati. Sembri un'oca,e non solo perché stai tutto il tempo a sghignazzare con le tue amiche su quanti colori di smalto cambi al giorno,ma anche perché ti credo così importante rispetto al resto del mondo che credi perfino che sia il mondo a dover cambiare secondo i tuoi comodi. Ma ti rendi conto? Andiamo,nemmeno un cervellone penserebbe queste cose,e c'è un intera generazione a dimostrarlo. Ora,non so chi tu sia.ma ti consiglio di cambiare. Perché se non accetti il mondo per com'è adesso,allora non lo farai mai." Il suono della campanella interruppe Luke, che fu costretto a sedersi di nuovo e a lasciar andare le lunghe braccia sul legno sgualcito del banco di scuola. Mise i suoi oggetti dentro lo zaino con strafottenza,con voglia di rompere cose e muri. Non si era mai sentito così umiliato da una discussione. Mise lo zaino in spalla e con un cenno saluto l'insegnante,che rimase seduta sulla sedia del docente a guardarlo imperterrita.

Queen Without Crown [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora