Capitolo 19

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"Coraggio, Clifford. Muovi quelle gambe." L'insegnante di ginnastica rimproverò Michael, battendo le mani per incitarlo. Lui, dal suo canto, sbuffò, continuando a ripetere l'esercizio. Michael purtroppo odiava la ginnastica, ma era comunque una materia da svolgere, era d'obbligo.

Finalmente, per tutti gli studenti, era l'ultimo giorno al St. Andrew prima della gita istruttiva alle cascate del Niagara. L'importante e famosa gita che avrebbe cambiato tutto e tutti. 

Luke non credeva poi così tanto nelle potenzialità di una gita di soli sette giorni, ma continuava a sperare vivacemente in un futuro per sé stesso, per le persone a cui voleva bene, e per quella scuola. Il St. Andrew, in fondo, meritava qualcosa che lo migliorasse secondo molti punti di vista.

"Penso proprio che fare ginnastica all'aria aperta sia decisamente più bello!"  Esclamò Eveline, con un enorme sorriso stampato in volto. Si stava esercitando nel badminton con la sua migliore amica, Jennifer.

Passavano la maggior parte del tempo insieme, era parecchio difficile vederle separate. Beh, lo erano, quando la mora trascorreva del tempo in intimità con Ashton. 

"Hai proprio ragione, Evie. Ci fa bene prendere un po' d'aria fresca, oltretutto lo spazio è più grande." Disse Jennifer, in tutta risposta. Nonostante la normalità con cui parlava ai suoi amici e alle sue amiche, continuava a rivolgere sguardi ammalianti a Luke. Il biondo, chiaramente, non si fece alcun problema a ricambiare ogni occhiata. Per lui era un piacere.

Dopo quel primo bacio fra di loro, non si erano più rivolti la parola. Questo faceva star male sia lui che lei, ma non potevano comportarsi come due innamorati in quel college. Non potevano permetterselo. Nonostante questa difficoltà - che chiaramente non era l'unica - i due continuavano a pensarsi costantemente, senza mai smettere. 

Luke stava cominciando a cambiare opinione su di lei, niente era più come i primi giorni. Non la considerava più antipatica, non la considerava un'oca, non la considerava stupida e insignificante. In realtà, aveva solo capito che Jennifer era una persona dolce, riservata e misteriosa. Esattamente come lui. 

"Dannazione, nanetto, sta attento!" Urlò Calum cercando di farsi sentire dal biondo, ma fu troppo tardi per Luke. La palla da calcio che Calum aveva precedentemente tirato gli colpì esattamente lo stomaco, facendolo cadere sull'erba. 

Ashton, che stava giocando a baseball con i suoi compagni di squadra, scoppiò a ridere fragorosamente. "Gesù cristo, Hemmings." Lo canzonò. "Smettila di pensare in un luogo dove pensare è proibito." Ridacchiò, mentre Luke sbuffò, rialzandosi in piedi come se nulla fosse. 

"E tu, Irwin." Gli puntò un dito contro. "Stai zitto." Disse freddamente, alzando gli occhi al cielo per l'esasperazione. 

Luke intravide con la coda dell'occhio Jennifer, mentre gli rivolse un piccolo sorriso, ma fu convinto di averlo solo immaginato. Lei non avrebbe mai potuto ridere di Ashton. Non poteva, non doveva.

"Andiamo, ragazzi. Non litigate." Li richiamò l'insegnante, continuando ad usufruire di quel fastidioso e rumoroso fischietto come strumento autorevole. Luke, come tutti gli altri studenti, desiderò che l'ora finisse al più presto. 

La lezione di ginnastica era sempre piuttosto noiosa, ma svolgerla all'aperto per colpa dell'alta temperatura che vigeva nella piccola palestra del college, aveva dato i suoi frutti. Ashton non aveva sentito l'impulso di picchiare Luke, Michael non aveva desiderato la morte di Ashton, Eveline e Calum non avevano ancora litigato. In un certo senso, quell'attività aveva permesso di stare gli uni sereni con gli altri.

"Coach, potrei andare in bagno?" Chiese Luke, che nonostante stesse proseguendo con lo stretching, alzò la mano per educazione. Il coach acconsentì, e Luke si alzò in piedi, sistemandosi i pantaloncini da calcio che indossava. 

Queen Without Crown [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora