Capitolo 14

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Luke stava cercando disperatamente una sigaretta. Fumare non era una cosa che faceva spesso, ma nei casi di tensione lo aiutava a rilassarsi e calmarsi definitivamente. Avanzò verso un gruppo di ragazzi, ma escluse che potessero fumare. Si avvicinò ad un ragazzo, da cui vedeva del fumo uscirgli dalla bocca. Non lo riconobbe subito, ma quando vide che si trattava di Calum sobbalzò.

"Calum?" Domandò esterrefatto Luke, guardandolo meglio e accertandosi che si trattasse effettivamente del moro. Quando Calum lo vide si spaventò a morte, gettando la sigaretta e pestandola più forte che poté con il piede.

"Luke, santo cielo, che cazzo ci fai qui?" Sussurrò Calum, prendendogli il braccio e trascinandolo in un angolo dove nessuno avrebbe potuto vederli.

"Punto uno: sto andando a scuola. Punto due: ho visto te fumare e volevo solo chiederti se potessi offrirmi una sigaretta." Puntualizzò Luke. Il suo tono era normale, tranquillo, nonostante lui fosse l'opposto. Calum invece era tutta un'altra cosa. Era teso, agitato, e nessuno sapeva con certezza il motivo. Luke voleva saperlo semplicemente perché si preoccupava di ciò che sarebbe potuto succedere al suo amico.

"Non puoi stare in mezzo a tutti oggi, come se niente fosse, chiaro?" Disse Calum, portandolo fuori dalla scuola da un'uscita secondaria che Luke non sapeva esistesse. "Anzi, forse è meglio se per oggi salti tutte le tue lezioni." Lo rassicurò, dandogli una pacca sulla spalla.

Luke lo guardò stranito. "Calum, non posso saltare scuola. Ho delle ordinanze restrittive, in tribunale hanno deciso che se salto scuola, mi riportano in carcere. E non so se mi spiego." Disse, facendo per tornare indietro. Calum, però, lo bloccò prendendolo per un braccio.

"Dannazione, Luke. Vuoi morire oggi? Bene, sei libero di farlo. Se vuoi sopravvivere devi ascoltare me. Non sono in vena di prenderti per il culo oggi, okay? Penso che tu sia già stato abbastanza preso per il culo per sopportare altro." Calum lo guardava in cagnesco, era arrabbiato. Non l'aveva mai visto nessuno, fino a quando quel giorno lo vide Luke. Faceva quasi paura, intimoriva le persone e non sapeva fin dove si sarebbe spinto se avesse continuato ad essere arrabbiato. Luke abbassò la testa, per poi spostare lo sguardo sulla mano di Calum, che stringeva ancora forte il suo braccio.

"Dove hai intenzione di portarmi?" Domandò Luke velocemente, prima di ripensarci. Avrebbe rischiato tutto pur di dar retta a Calum. Sapeva che Calum non l'avrebbe deluso, perché sapeva quello che faceva e non avrebbe cambiato idea. Non avrebbe mai potuto fare del male a Luke.

"Non ho intenzione di portarti in un posto dove potrebbero vederti. Oggi non faranno nemmeno caso alla nostra assenza, Luke. Devi capire che oggi è un giorno troppo particolare e tu non devi assistere a ciò che succederà."

"Andiamo, pensi che abbia cinque anni e non sia abbastanza grande per conoscere il mondo?"

"No, non lo penso affatto. Ma lo sto facendo per te, quindi, per l'amore del cielo, ascoltami e seguimi." Luke annuì, senza aggiungere parola.

Quando arrivarono in un piccolo boschetto isolato dal resto della città, Luke si fermò, liberandosi dalla presa forte di Calum. Sbuffò rumorosamente, guardando Calum con sguardo minaccioso.

"Calum!" Urlò esasperato. "Mi hai portato fino a qua, senza un motivo preciso." Disse con il fiatone. "Ora pretendo di sapere il perché oggi non posso andare a scuola."

"Non posso dirtelo, Luke." Disse Calum, abbassando il capo.

"No, Calum, non è vero. Tu non vuoi dirmelo, è diverso. Al mondo si può fare ciò che si vuole, ma il mondo è sempre vincolato da quelle tre o quattro regole del cazzo che segue come un idiota. Proprio come al college!" Gli puntò un dito contro. "Quindi ora fammi il piacere, dimmi il perché non posso andare a scuola."

Queen Without Crown [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora