Capitolo 16

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"Fanculo!" Sbraitò Luke, lanciando la cartella in un angolo remoto di quel posto. Il biondo - che come al solito era in compagnia di Calum - era salito sul tetto della scuola, lo stesso posto dove si era dato appuntamento con Jennifer. Calum continuava a guardarlo, incerto sul fatto che forse sarebbe stato meglio se Luke fosse rimasto solo. Forse l'avrebbe aiutato a sfogarsi meglio. Ma Luke non la pensava così. Aveva sempre avuto bisogno di qualcuno, aveva sempre avuto bisogno di qualcuno che come uno specchio assorbisse le sue parole senza dire nulla, in modo che a fine discorso l'avesse fatto sentire meglio. Calum aveva questa funzione, e inoltre per Luke era un ottimo amico. "Ti rendi conto? Vogliono portarmi in chissà quale altro posto!" Urlò, indicando un punto qualsiasi in cielo. Calum si sentiva - in un certo senso - intimorito da Luke. Non gli faceva paura, si sentiva sempre sé stesso con lui, ma quando si comportava così aveva il terrore che avesse potuto perdere il controllo. E aveva ragione. Luke era fatto così: non aveva mai il controllo delle sue azioni, ma in un modo o nell'altro riusciva a tenere le redini delle conseguenze. E nessuno sapeva come.

"Non possono portarti via senza il consenso della tua assistente sociale. In fondo è lei che decide per te, finché sei minorenne." Puntualizzò Calum, tenendo il suo sguardo puntato sulle sue scarpe sgualcite. Le stringhe erano deteriorate e la gomma che girava intorno alla suola si stava consumando. Calum pensò che forse un dettaglio così insignificante potesse contare tanto, ed era per questo che a scuola tutti lo giudicavano.

"La signora Hudson mi promette sempre moltissime cose, ma non mantiene mai le sue promesse. Ti faccio un esempio: quando sono uscito dal riformatorio di Grand Rapids, mi aveva promesso che mi avrebbe portato in un posto fantastico, dove avrei potuto scontare la mia pena in pace. Invece eccomi qui. Può bastarti come prova? Potrei proseguire, ho altri mille esempi da..." Calum lo zittì, mettendogli una mano davanti alla bocca. Luke si stupì di quel gesto. Pensava che Calum non fosse così schietto da compiere un gesto così autoritario. Tuttavia tacque, ricomponendosi.

"Arrabbiarsi con il mondo non serve a niente. Non cambierai niente, come quando vuoi esporre le tue teorie davanti ad Ashton." Spiegò Calum. "Forse non te ne rendi conto o forse sì, ma il mondo cambia, e con esso cambiano anche le persone. Il mondo non gira intorno alle tue ipotetiche frasette del cazzo, Luke, e credimi quando dico che vorrei vedere il mondo che vedi tu." Abbassò la testa, strofinandosi nervosamente le mani. "Ci sarà sempre gente che si crederà superiore a te e cercherà in ogni modo di dimostrarti quanto tu sia debole, e quali siano i principi da seguire nella vita. Tu starai lì a seguirli uno dopo l'altro, perchè la verità è che tutti in questo mondo abbiamo qualcuno che ci comanda. Anche contro la nostra volontà." Luke non riusciva a credere alla filosofia di Calum di ogni giorno. Era un ragazzo intelligente, e questo non era da mettere in dubbio: era fra i primi della classe, niente da obbiettare. Ma Calum aveva sempre in serbo dei discorsi che facevano rabbrividire Luke. Non aveva mai sentito nessuno parlare in quel modo, e forse per la prima volta aveva trovato qualcuno fatto della sua stessa pasta.

"Mi porteranno via." Singhiozzò Luke. "Mi porteranno in una terra dove amici come te li sognerò giorno e notte." Si guardò attorno. Ma non in un modo normale, lo fece come se fosse stata l'ultima volta che avrebbe visto quel posto. "Forse mi mancherà tutta questa merda. L'avere degli ordini, sentire Ashton che mi insulta, essere un marchiato, parlare con Michael..." Si fermò un istante, non appena nominò il suo amico. "A proposito, dov'è Michael? Non c'è a scuola." Notò.

"Non è venuto a scuola perchè ha accompagnato Grace all'ennesimo ciclo di chemioterapie." Osservò Calum, con un tono di voce affranto. Gli dispiaceva eccome. "Lei in grado di andarci da sola, ma lui odia rimanere con le mani in mano mentre l'unico membro della sua famiglia ancora vivo se ne va via, lentamente." Luke si sentiva ancora in colpa per le cose che aveva detto a Grace quel giorno, tanto che se avesse potuto fare qualcosa, l'avrebbe fatto. Abbassò la testa dispiaciuto, e Calum capì il suo disagio. "Ehi, stai tranquillo. Vedrai che si aggiusterà tutto." Il biondo annuì, dando retta al suo amico. 

Queen Without Crown [In Revisione]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora