Capitolo 3

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Quando la campanella suonò, Luke realizzò che non sembrava il classico trillo delle campanelle scolastiche, ma assomigliava di più al suono tetro e oscuro delle campane delle chiese nel bel mezzo di una funzione.

Non aveva paura di tutto ciò, in ogni caso. Il riformatorio l'aveva preparato bene ad ogni cosa, ma Luke riusciva a percepire una sensazione di disorientamento, un desiderio non definito di non voler intraprendere quella vita. Lui voleva solamente andarsene, cosa che non poteva assolutamente fare, essendo minorenne e agli arresti domiciliari. Il tribunale minorile l'aveva condannato a quattro anni di reclusione, di cui due precedentemente trascorsi al riformatorio di Grand Rapids. I seguenti due avrebbe dovuto trascorrerli al college St. Andrew, ma ce l'avrebbe fatta?

Camminò con passo felpato fino alla segreteria, dove – dietro ad un vetro abbastanza sporco – stava seduta una signora robusta che indossava un paio di occhiali da vista buffi. Prima che la signora distogliesse lo sguardo dal giornale che stava leggendo, Luke dovette aspettare all'incirca cinque minuti. La donna sbuffò annoiata, e lanciando il giornale sfacciatamente da qualche parte nello sgabuzzino in cui stava, rivolse uno sguardo compiaciuto al biondo di fronte a lei.

"Come posso esserti utile, giovanotto?" Sputò maleducatamente la signora, mentre masticava una chewing-gum.

"Oh, sì, grazie." Mormorò Luke con la voce che tremava. "Sono nuovo in questa scuola, avrei bisogno dell'orario delle lezioni." Sembrava che la voce gli stesse morendo in gola. Era spaventato, ma l'unico a non rendersene conto era proprio lui.

La signora cominciò a frugare in uno dei tanti cassetti disordinati che c'erano, e ne estrasse un foglio accartocciato, porgendolo al biondo. "Lucas Robert Hemmings, giusto?" Il ragazzo annuì, deglutendo. "Oh, fantastico, eccoti. Ora vattene." Disse amaramente, dandogli le spalle.

Luke non era abituato ad essere trattato in questo modo. Considerava il riformatorio un'esperienza di vita, una cosa che un classico ragazzo di quartiere doveva assolutamente fare. Il riformatorio lo divertiva più di quanto l'avesse mai divertito stare con i suoi familiari.

Il biondo biascicò qualcosa di incomprensibile, camminando verso la sua classe. Secondo l'orario, la sua prima lezione sarebbe stata quella di autonomia corporale. Luke conosceva molto bene questa disciplina, era la materia principale al riformatorio.

Bussò una, due, tre volte. Il suo portamento era sufficientemente altezzoso per poter essere trattato male, ma lui non sapeva che il St. Andrew era diverso dagli altri college americani. E la cosa più brutta era che nessuno era disposto ad aprirgli gli occhi.

Una voce roca, molto professionale, emise un leggero gemito di sconforto. "Avanti, chiunque sia e chiunque abbia interrotto la mia lezione." Disse.

Entrò lentamente e tremolante, sfoggiando quel falso sorriso che agli occhi degli altri lo rendeva un orribile spavaldo. Al St. Andrew la spavalderia era proibita. Gli unici che se la potevano erano i sedentari e le autorità importanti. Davanti a lui c'era almeno una quindicina di ragazzi che indossavano tutti dei sorrisi falsi. Rivolsero uno sguardo insoddisfatto a Luke, riportandolo subito dopo sul banco.

Con il posteriore appoggiato al bordo della vecchia cattedra, stava una professoressa. Indossava un tailleur e dei tacchi non troppo alti. I capelli rossi fuoco erano raccolti in una coda di cavallo.

"Buongiorno, potresti dirmi chi sei?" Chiese l'insegnante, mettendo gli occhiali da vista e prendendo dei fogli di carta dalla sua borsa. Probabilmente lì c'erano i documenti di Luke.

Il biondo fremette. Aveva paura e non poteva più nasconderlo. Quel luogo decisamente lo inquietava, e il problema era che nessuno poteva aiutarlo o consolarlo. Era un segno di debolezza, lì tutti erano abituati a vivere così.

"Luke Hemmings, sono il ragazzo nuovo." Balbettò. La rossa sospirò, per poi avvicinarsi lentamente al ragazzo. Luke desiderava scappare più di qualsiasi altra cosa, ma c'era una sensazione che lo teneva bloccato impedendogli di andarsene.

"D'accordo. Hai qualche documento?" Gli domandò lei. Lui annuì, voltandosi per prendere lo zaino, ma non appena lo fece, tutto il contenuto della cartella era riversato sul pavimento lucido dell'aula.

Tutta la classe scoppiò a ridere animatamente, tutto risero di lui tranne una ragazza. Luke la guardò negli occhi e capì che lei riusciva a comprendere quello che stava provando. Per la prima volta si sentì capito da qualcuno che nemmeno conosceva. La ragazza arrossì leggermente non appena incontrò lo sguardo di Luke.

Il biondo cominciò a chiedersi se sarebbe stato possibile trovare la felicità in quella classe. Non riusciva a pensare positivo, non in quel momento e non in quel posto soprattutto.

Per la prima volta, aveva paura di vivere. 

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So baby pull me closer in the backseat of your rover e sì tipo sono ossessionata da quella canzone

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