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Dovetti tapparmi la bocca per non urlare. Avevo il respiro affannato, il cuore che batteva all'impazzata e la luce dei lampioni negli occhi. Nel letto affianco al mio, il mio gemello aveva avuto la stessa reazione. Si alzò dal letto e si posizionò davanti allo specchio. La mia mano saettò verso la mia cicatrice. Bruciava, cazzo se bruciava. Il battito ritornò regolare. Dopo aver controllato che fosse tutto apposto si straiò affianco a me nel mio letto. Iniziai ad accarezzargli i capelli in modo che si calmasse. «Andrà tutto bene, andrà tutto bene». Gli posai un bacio sulla fronte quando notai che si fu addormentato. Le palpebre divennero pesanti e mi addormentai anche io. Quando la mattina dopo entrammo in cucina i Dursley erano già seduti a tavola. Il faccione di zio Vernon era nascosto dietro il Daily Mail del mattino e zia Petunia stava dividendo in cinque un pompelmo. Dudley aveva l'aria scontrosa e prendeva ancora più spazio del solito. Anche se da solo occupava già un lato intero del tavolo quadrato.  Zia Petunia posò un terzo di pompelmo non zuccherato nel piatto di Dudley «Ecco, Diddy, tesoro», non c'è bisogno che vi dica che l'ha fulminata con lo sguardo. Da quando eravamo tornati la nostra alimentazione era cambiata, come anche la nostra quotidianità.  Gli zii avevano cercato di trovare delle scuse per i suoi brutti voti, come al solito. Zia Petunia insisteva sempre nel dire che Dudley era un ragazzo molto dotato che gli insegnanti non capivano, mentre zio Vernon sosteneva che comunque non avrebbe voluto per figlio una "femminuccia secchiona". Inoltre, in fondo alla pagella, c'erano alcuni commenti accuratamente stilati dall'infermiera della scuola che nemmeno zio Vernon e zia Petunia poterono liquidare. Per quanto zia Petunia gemesse che Dudley era di costituzione robusta e che il suo grasso era solo dovuto alla crescita, restava il fatto che i sarti fornitori della scuola non avevano più calzoni abbastanza grandi per lui. L'infermiera scolastica aveva visto che Dudley aveva raggiunto più o meno la taglia e il peso di una giovane orca assassina, paragone che gli calza a pennello. Così, dopo liti che fecero tremare il pavimento della nostra camera, il nuovo regime era cominciato. La dieta prescritta dall'infermiera scolastica era stata attaccata al frigorifero, svuotato di tutte le cose preferite da Dudley e riempito invece di frutta e verdura e del genere di cose che zio Vernon definiva "roba da conigli". Per non mettere Dudley a disagio zia Petunia aveva insistito tutti avremmo seguito la dieta: così passò un terzo di pompelmo a Harry e un terzo di pompelmo a me. Una colazione molto sostanziosa. I nostri spicchi era molto più piccolo di quello di Dudley. Zia Petunia era convinta che la cosa migliore per far star su di morale Dudley era assicurarsi che almeno mangiasse più di noi. Ma non aveva idea di cosa era nascosto sotto l'asse mobile nella nostra stanza e che non stessimo seguendo la dieta. Nel momento in cui avevamo capito che l'estate l'avremmo passata sgranocchiando carote, avevamo spedito delle richieste d'aiuto ai nostri amici e loro avevano deciso di aiutarci, grazie al cielo. Edvige e Violet, il mio gufo reale, erano tornate piene zeppe di dolci. Da casa di Hermione con una grossa scatola piena zeppa di merendine senza zucchero (i genitori di Hermione facevano i dentisti), Hagrid ci aveva offerto un sacco pieno dei suoi dolcetti rocciosi fatti in casa che non avevo toccato per paura che mi rompessi tutti i denti. La signora Weasley aveva mandato Errol con un'enorme torta alla frutta e pasticcini assortiti. Per il nostro compleanno avevano ricevuto sette splendide torte di compleanno, da Ron, da Hermione, da Hagrid, da Remus, da Theodore (ricevuta inaspettatamente poichè non avevevo molto rapporto con lui) e da Sirius.  Zio Vernon mise da parte il giornale e inziò a fissare con disapprovazione il suo quarto di pompelmo. «È tutto?» disse scontroso. Zia Petunia gli scoccò uno sguardo severo e poi fece un cenno verso Dudley, che aveva già finito la sua parte e puntava le nostre parti. Zio Vernon, rassegnato all'idea che per colazione avrebbe mangiato solo quel pò di pompelmo, fece un gran sospiro e prese la forchetta.  Improvvisamente il campanello prese a suonare. Lo zio si alzò dalla sedia e si diresse verso l'ingresso. Mentre sua madre era alle prese con il bollitore, Dudley veloce come un fulmine rubò il resto del pompelmo del padre, che ingordo. Capendo che poteva capitare anche alla mia colazione, cercai di mangiarla il mio pompelmo il più velocemente possibile. Dall'ingresso si sentii una risatina e zio Veron che borbottava qualcosa. Poi la porta si chiuse e dall'ingresso giunse un rumore di carta strappata. Zia Petunia posò la teiera sul tavolo e si guardò intorno cercando zio Vernon. Quando comparì sulla porta esclamò: «Voi»  Se ci avesse voluto bruciare con lo sguardo a questo punto saremo cenere. «In salotto. Subito». Harry si voltò verso di me chiedendosi che cosa diavolo avessimo combinato stavolta. Alzai le spalle non sapendo cosa rispondergi. Ci alzammo e lo seguimmo nella stanza accanto. Chiuse bruscamente la porta dietro di noi. «Dunque» disse, marciando verso il camino «Dunque» Voleva dirci o no cosa avevamo fatto. Tutto ciò mi faceva venire ansia. «È appena arrivato questo» disse zio Vernon. Ci sventolò davanti agli occhi un foglio di pergamena. «Una lettera. Parla di voi». La mia confusione crebbe ancora di più. Chi poteva scrivere di noi a zio Vernon? Fissò entrambi con severità, poi guardò la lettera e prese a leggerla ad alta voce:

𝐀𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮... 𝐃𝐫𝐚𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐥𝐟𝐨𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora