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I due giorni successivi trascorsero senza gravi incidenti, a parte il fatto che Neville fuse il suo sesto calderone a Pozioni. «Lo sai perché Piton è così di cattivo umore, vero?» disse Ron. Nell'ultimo periodo Piton si divertiva a dare punizioni perfide nei confronti di noi Grifondoro, ovviamente tranne a me che ero la sua preferita insieme a Malfoy. «Si» rispose Harry. «Moody». «Credo che Piton abbia un po' paura di lui, sapete» dissi «Anche se lo sanno tutti che lui aspira al posto di Difesa contro le Arti Oscure da anni» tutti annuirono alla mia affermazione.  «Prova un po' a pensare se Moody trasformasse Piton in un rospo cornuto e lo facesse rimbalzare per tutte le segrete...» Non avrei voluto perdermela quella scena. Noi, studenti di Grifondoro del quarto anno, aspettavamo la prima lezione di Moody con tanta ansia che il giovedì ci disposponemmo in fila davanti alla sua classe ancor prima che suonasse la campana. La sola persona assente era Hermione, che comparve appena in tempo per la lezione. «Ero in...» «... biblioteca» completammo tutti e tre in coro. Ormai aveva il posto fisso, come ogni anno. «Dai, muoviti, o non troveremo posti decenti». Ci affrettammo a occupare quattro sedie proprio davanti alla cattedra, e sistemammo ognuno la propria copia di "Le Forze Oscure: Guida all'Autodifesa", mentre attendevamo l'arrivo di Moody in tranquillità. Si udii il tonfo dei passi disuguali e inconfondibili di Moody che percorreva il corridoio, entrò in classe, terrorizzante come sempre. «Potete metterli via» borbottò, zoppicando verso la cattedra e mettendosi a sedere, «quei libri. Non vi serviranno». Riponemmo di nuovo i libri nelle borse e riportammo l'attenzione sulla sua figura terrorizzante. «Allora ho ricevuto una lettera dal professor Lupin a proposito di questa classe. Mi pare che abbiate una preparazione piuttosto solida nell'affrontare le Creature Oscure, avete fatto i Mollicci, i Berretti Rossi, i Marciotti, gli Avvincini, i Kappa e i Lupi Mannari, è esatto?» Ci fu un mormorio diffuso di "si". «Ma siete indietro ,molto indietro, sulle maledizioni» disse Moody. «Quindi sono qui per spiegarvi nel dettaglio quello che i maghi possono farsi gli uni agli altri. Ho un anno per insegnarvi come affrontare le Forze...» si alzò dalla cattedra e si avvicinò a noi. «Allora, cominciamo subito. Le maledizioni assumono forze e forme diverse. Secondo il Ministero della Magia dovrei insegnarvi le contro-maledizioni e fermarmi li. Non dovrei mostrarvi come sono fatti gli Anatemi Oscuri illegali prima del sesto anno. Si ritiene che non siate grandi abbastanza da affrontarli fino ad allora. Ma il professor Silente ha un'opinione più alta dei vostri nervi, e prima sapete che cosa dovrete fronteggiarle meglio è. Come potete difendervi da qualcosa che non avete mai visto? Un mago che sta per scagliarvi contro un anatema illegale non vi dirà cosa ha intenzione di fare. Non ha intenzione di comportarsi lealmente. Dovete essere preparati. Dovete essere vigili e attenti». Si fermò per qualche secondo, poi riprese a parlare. «Allora... qualcuno di voi sa a quali maledizioni corrispondono le pene più gravi secondo la legge magica?» Le prime mani ad alzarsi furono la mia, quella di Herm e con gran sorpresa anche quella di Ron. Moody indicò Ron, abbassai la mia mano sbuffando. «Ehm» esordi Ron esitante, «papà me ne ha spiegato una... si chiama la Maledizione Imperius, mi pare?» «Ah, sì» disse Moody, con voce pacata. «Tuo padre dovrebbe conoscerla. Ha procurato al Ministero un sacco di guai tutti insieme, la Maledizione Imperius». Aprì un cassetto della scrivania ed estrasse un barattolo di vetro. Dentro zampettavano tre grossi ragni neri. Moody pescò nel barattolo, prese uno dei ragni e lo tenne nel palmo della mano in modo che tutti lo vedessero. Poi puntò la bacchetta contro di lui e borbottò: «Imperio!» Il ragno si calò con un balzo dalla mano di Moody appeso a un sottile filo di seta, e prese a dondolarsi avanti e indietro. Tese le zampe rigidamente, poi fece un salto all'indietro, spezzando il filo e atterrando sulla scrivania, dove cominciò a fare la ruota in cerchio. Moody agitò la bacchetta e il ragno si alzò su due delle zampe posteriori e si esibì in quello che era un inconfondibile passo di tip tap. Un boato di risate riempì la stanza. Tutti ridevano, compresa me, tranne il professore. L'unico ad avere un'aria seria e torva. «Vi sembra divertente, eh?» ringhio. «Vi piacerebbe, eh, se lo facessi a voi?» Le risate si spensero quasi all'istante. «Controllo totale» disse Moody piano, mentre il ragno si appallottolava e cominciava a rotolare. «Potrei costringerlo a saltare fuori dalla finestra, ad affogarsi, a ficcarsi giù per la gola di uno di voi...» Ron rabbrividi istintivamente. «Anni fa, c'erano un sacco di maghi e streghe controllati dalla Maledizione Imperius» disse Moody «Un bel lavoretto per il Ministero, cercare di stabilire chi era costretto a fare certe cose e chi le faceva di sua spontanea volontà. La Maledizione Imperius può essere contrastata e io vi insegnerò come, ma ciò richiede una gran forza di carattere e non tutti ce l'hanno. Meglio evitare di esserne vittime, se potete. VIGILANZA COSTANTE!» abbaiò, e tutti noi sussultammo. Raccolse il ragno sobbalzante e lo rimise nel barattolo. «Qualcun altro ne sa una? Un'altra maledizione illegale?» La mano di Hermione scattò di nuovo e sali anche quella di Neville. Non avrei alzato di nuovo la mia, tutto ciò non mi tornava. «Si?» disse Moody «Ce n'è una... la-la- la Maledizione Cruciatus» disse Neville con voce bassissima ma chiara allo stesso tempo. Moody guardò molto attentamente Neville, ma questa volta con entrambi gli occhi. «Tu sei Paciock?» disse, l'occhio magico che roteava in giù per consultare di nuovo il registro. Neville annuì poco convinto. Afferrò il secondo ragno nel barattolo e lo mise sulla cattedra, dove rimase immobile poichè troppo spaventato per muoversi. «La Maledizione Cruciatus» disse Moody. «Dev'essere un po' più grosso perché possiate capire» disse, puntando la bacchetta contro il ragno. «Engorgio!» Il ragno si gonfiò. Ora era più grosso di una tarantola. Ron spinse indietro la sedia, allontanandola il più possibile dalla scrivania di Moody. Alzò di nuovo la bacchetta, la puntò contro il ragno e mormorò: «Crucio!» L'animale prese a contorcersi orribilmente e a produrre dei suoni acuti simili a delle grida. Tutto ciò era orribile. Moody non spostò la bacchetta nemmeno di un centimetro e il ragno cominciò ad agitarsi più violentemente. Avrei voluto alzarmi e correre fuori dalla stanza, ma era come se mi fossi incollata alla sedia, come se mi fossi pietrificata. Mi voltai verso il resto della classe che non sembrava tanto tranquilla, ma qualcuno era messo molto peggio di me. «Basta!» esclamò Hermione con voce stridula. Neville stava stringendo il bordo del banco con gli occhi spalancati e un'espressione crucciata sul volto. Moody alzò la bacchetta. Le zampe del ragno si rilassarono, ma continuò a contorcersi. «Reducio» mormorò Moody, e il ragno rimpicciolì e lo rimise nel barattolo. «Dolore» disse Moody dolcemente. «Non c'è bisogno di pinze schiacciapollici o coltelli per torturare qualcuno se sapete scagliare la Maledizione Cruciatus... anche quella era molto popolare, una volta. Bene... qualcuno ne conosce altre?» Sapevamo tutti l'ultima maledizione e mi chiesi cosa sarebbe successo all'ultimo ragno. La mano di Hermione tremò appena mentre la alzava per la terza volta. «Si?» disse Moody, guardandola. «l'Anatema che uccide» sussurrò Hermione. In parecchi la guardarono tesi, compreso Ron. «Ah» disse Moody, un altro vago sorriso che gli torceva la bocca storta. «Sì, l'ultimo, e il peggiore. Avada Kedavra... l'Anatema che uccide». Infilò la mano nel barattolo di vetro e come se intuisse che cosa stava per succedere, il terzo ragno corse freneticamente sul fondo del barattolo, cercando di sfuggire alle dita di Moody, ma lui lo afferrò e lo depose sulla cattedra. Il ragno prese a zampettare affannosamente sulla superficie di legno. Moody levò la bacchetta. Mi tappai immediatamente le orecchie e appoggiai la testa sulle gambe, come a sfuggire a quella scena «Avada Kedavra!» ruggì Moody. Ci fu un lampo di luce verde e un rumore improvviso, come se un'entità enorme e invisibile galleggiasse nell'aria. Appena mi sembrò che tutto fosse finito ritornai nella posizione precedente. Avevo gli occhi lucidi e mille pensieri che mi affollavano la mente. Iniziai a guardare il banco, perché non avevo intenzione di ascoltare nint'altro. «Non è bello» disse tranquillamente. «Non è piacevole e non c'è contro-maledizione. Non c'è modo di fermarlo. Solo due persone, che si sappia, sono mai sopravvissute, e queste persone sono sedute qui di fronte a me». Non alzai lo sguardo quando Moody fu davanti a me, ma mi sentii osservata. Allora era così che erano morti i nostri genitori... Senza pietà né ripensamenti, come delle cavie per un gioco lurido e sadico. Come quel ragno. «Avada Kedavra è una maledizione che ha bisogno di essere sostenuta da un grande potere magico: potreste estrarre tutti le vostre bacchette adesso, puntarle contro di me, e pronunciare le parole, e dubito che mi fareste uscire anche solo il sangue dal naso. Ma questo non ha importanza. Non sono qui per insegnarvi come si fa. Ora, se non esiste contro-maledizione, perché ve l'ho mostrata? Perché dovete sapere. Dovete capire che cos'è il peggio. Non dovete trovarvi in una situazione in cui dobbiate affrontarlo. Vigilanza costante!» ruggii, e tutta quanta la classe sobbalzò di nuovo. «Ora... questi tre anatemi - Avada Kedavra, Imperius e Cruciatus - sono noti come le Maledizioni Senza Perdono. L'uso su un essere umano basta a meritare un viaggio di sola andata verso Azkaban. È questo che dovete combattere. È questo che devo insegnarvi a contrastare. Avete bisogno di preparazione. Avete bisogno di essere attrezzati. Ma soprattutto, avete bisogno di esercitare una costante, incessante vigilanza. Fuori le penne... ricopiate...» Passammo il resto della lezione a prendere appunti su ciascuna delle maledizioni senza perdono. Nessuno parlò finché non suonò la campana: ma quando Moody ci ebbe congedati e fummo usciti dalla classe, esplose un chiacchiericcio incessante. Quasi tutti discutevano le maledizioni con voci intimorite: «Avete visto come si contorceva?», «E quando l'ha ucciso, proprio così!» «Muovetevi» disse Hermione in tono nervoso mentre mi tirava per un braccio. «Non di nuovo quella maledetta biblioteca?» disse Ron. «No» disse Hermione asciutta, indicando un corridoio laterale. «Neville». Neville era da solo in mezzo al passaggio e fissava il muro di pietra con gli stessi occhi sgranati e pieni di orrore di quando Moody aveva dato la dimostrazione della Maledizione Cruciatus. «Neville?» disse Hermione dolcemente. Neville si guardò intorno. «Oh, ciao» disse, la voce molto più acuta del solito. «Una lezione interessante, vero? Chissà che cosa c'è a cena, io... io muoio di fame, e voi?» «Neville, ti senti bene?» chiese Hermione. «Oh, sì, sto bene» farfugliò Neville con la stessa voce innaturale. Non stava per niente bene. «Una cena molto interessante... voglio dire, una lezione... che cosa c'è da mangiare?» Ron scoccò a Harry uno sguardo allarmato. Quella lezione lo aveva trasformato. Mi avvicinai a lui lentamente e gli toccai la spalla «E' finita, è tutto ok adesso» mi guardò con occhi lucidi e torvi e questa visione mi dice riflettere. E se... Ma uno strano tonfo interruppe i miei pensieri. Il professor Moody stava zoppicando verso di loro. Tacemmo tutti di colpo. «Va tutto bene, ragazzo» disse a Neville. «Perché non vieni su nel mio ufficio? Andiamo... possiamo berci una tazza di tè...» La prospettiva di prendere il tè con Moody sembrò spaventare Neville ancora di più. Non si mosse né parlò. Moody, invece, puntò l'occhio magico verso me e il mio gemello. «State bene, vero, voi due?» «Si» rispose Harry, quasi in tono di sfida. «Splendidamente»dissi con il sorriso più finto che potessi mai fare. Continuò a fissarci con il suo occhio magico «Dovete sapere. Sembrerà duro, ma dovete sapere. Fingere non serve a niente... bene... andiamo, Paciock, ho dei libri che potrebbero interessarti». Neville ci scoccò un'occhiata supplichevole ma non ebbe altra scelta se non quella di lasciarsi condurre via, con una delle mani nodose di Moody sulla spalla. «Ma che cosa è successo?» disse Ron, guardando Neville e Moody voltare l'angolo. «Non lo so» rispose Hermione, pensierosa. «Che lezione, però, eh?» disse Ron a verso mio fratello mentre ci avviavano verso la Sala Grande. Io ero d'accordo con Hermione, c'era qualcosa che non quadrava. Hermione non si uni alla conversazione di Harry e Ron durante la cena ma mangiò a velocità forsennata e poi riparti alla volta della biblioteca. E quella sera mi sarei aggiunta a lei. «Non hai detto una parola per tutta la cena, cosa ti passa per quella mente geniale?» stavamo percorrendo i corridoi che ci avrebbero condotte alla biblioteca. Non c'erano molte persone, a parte coppie di fidanzati che si ficcavano la lingua in gola. «Mi ha un po' sorpresa la lezione di Moody, tutto qui. L'ho trovata strana» «Se per strana intendi spiegare le Maledizioni Senza Perdono a dei ragazzi del quarto anno, allora si è stata moolto strana» Arrivammo all'ingresso della biblioteca e l'odore di carta stampata mi invade le narici. Adoravo quel posto sin dal primo anno. «Non era la lezione ad essere stana, ma lui e i suoi atteggiamenti.» Sapevo cosa intendeva «Anche a me ha dato strane sensazioni, ma era solo la prima lezione forse è solo il suo modo di fare» «Speriamo che sia come dici tu...» Passammo un'oretta bella e buona ad approfondire quello che avevamo affrontato a lezione. Dopo aver riposto i libri al loro posto e aver selezionato quelli che sarebbero venuti in dormitorio con noi, racimolammo le nostre cose e prendemmo la strada per il dormitorio. Grattastinchi, che era spuntato dal nulla, ci raggiunse all'entrata della sala comune, balzò agilmente in una poltrona vuota e si addormentò. Il mio amore. Fred e George, seduti accanto al muro dall'altra parte della sala, avevano le teste chine sullo stesso rotolo di pergamena. Era decisamente insolito vedere Fred e George appartati in un angolo a lavorare in silenzio. Di solito amavano stare nel bel mezzo della mischia e richiamare rumorosamente l'attenzione. Ma non mi sarei impicciata, perché in questo genere di situazioni è meglio farsi gli affari propri. Harry e Ron erano seduti su un divanetto, mentre fissavano i gemelli. «Ciao» dissi sedendomi su di loro. «Ahia!» «Ehi!» gridarono i due quando mi buttai su di loro «Abbiamo appena finito» Hermione si sedette, depose gli oggetti che aveva con sé su una sedia vuota e trasse a sé un foglio che doveva appartenere a Ron. «Non ti aspetta un gran bel mese, vero?» disse sardonica, mentre Grattastinchi le si acciambellava in grembo. «Ah be', almeno sono avvisato» disse Ron sbadigliando. «A quanto pare anneghi due volte» disse Hermione. «Avete già fatto le predizioni?» chiesi ai ragazzi sotto di me mentre appoggiavo la testa al bracciolo del divano. «Appena sfornate»«Non credi che sia un po' troppo sfacciato che ti sei inventato questa roba?» disse Hermione. «Come osi!» disse Ron, fingendosi indignato. «Abbiamo lavorato come elfi domestici!» Hermione inarcò le sopracciglia. «E solo un modo di dire» aggiunse in fretta Ron. Presi quella del mio gemello. «Davvero? Morte per decapitazione. Ragazzi dovete avere un po' più di fantasia, sono banali queste» «E dicci, le tue sono originali?» «Ronnie quando le avrò finite vedrai quanto ingegno c'è dentro.» «Che cosa c'è nella scatola?» chiese Ron, indicandola. «È buffo che tu me lo chieda» rispose Hermione lanciando uno sguardo feroce al rosso. Tolse il coperchio e ci mostrò il contenuto. Dentro c'erano una cinquantina di spille, tutte di colori diversi, ma tutte con le stesse lettere: CREPA. «"Crepa"?» disse Harry, prendendo una spilla per osservarla meglio. «Che roba è?» «Non 'Crepa'» fece Hermione impaziente. «È C-R-E-P-A. Sta per: Comitato per la Riabilitazione degli Elfi Poveri e Abbrutiti». «Mai sentita nominare» disse Ron. «Per forza, l'ha fondata lei. E dimmi quando le avresti fatte?» eravamo state insieme tutto il tempo e non avevo visto neanche l'ombra di quelle spille «In biblioteca, mentre tu facevi quelle stupide predizioni» «E quanti membri conta?» «Be', se vi iscrivete voi... fanno quattro» disse Hermione. «E tu credi che noi vogliamo andare in giro con delle spille con sopra scritto 'Crepa', eh?» «C - R - E - P - A!» sbottò Hermione infiammandosi. «Volevo metterci "Fermiamo il Vergognoso Abuso dei Nostri Compagni Magici" e "Campagna per il Mutamento del Loro Status Legale", ma non ci stava. Quindi quelli sono i titoli del nostro manifesto». Ci porse il foglio di pergamena. «Ho fatto accurate ricerche in biblioteca. Gli elfi sono stati ridotti in schiavitù secoli fa. Non riesco a credere che nessuno abbia fatto niente per cambiare la situazione prima d'ora». «Hermione... apri le orecchie» disse Ron ad alta voce. «A-Loro-Piace. A loro piace stare in schiavitù!» «I nostri obiettivi a breve termine» disse Hermione, parlando ancora più forte di Ron come se non avesse sentito una parola, «sono assicurare agli elfi domestici salari e condizioni di lavoro dignitosi. I nostri obiettivi a lungo termine comprendono la modifica della legge sul non uso della bacchetta magica e il tentativo di insediare un elfo all'Ufficio Regolazione e Controllo delle Creature Magiche, perché sono spaventosamente sottorappresentati». «E come le facciamo tutte queste cose?» chiese Harry. «Cominciamo raccogliendo adesioni» disse allegramente Hermione. «Ho pensato che l'iscrizione può costare due zellini - compresa la spilla - e il ricavato può finanziare la nostra campagna di volantinaggio. Tu sei il tesoriere, Ron - di sopra ho una cassetta per te - e Harry, tu sei il segretario, così se credi puoi scrivere tutto quello che ho detto adesso come verbale della nostra prima riunione». «E io?» «Ah giusto, tu sei il mio braccio destro» Ci pensai un po' «Se ti rende felice ci sto» Mi saltò addosso abbracciandomi e baciandomi le guance «Grazie, grazie, grazie, grazie! Sei la migliore in assoluto!» Fummo interrotte da un dolce picchiettio contro il vetro. Guardai attraverso la sala comune e vidi una civetta candida come la neve appollaiata sul davanzale. «Edvige!» gridò mio fratello felice di vederla, poi scattò in piedi e attraversò di corsa la stanza per aprire la finestra. Edvige volò dentro, planò nella stanza e atterrò sul tavolo, sopra le mie gambe. «Ciao anche a te» dissi accarezzandole la testa bianca. «Era ora!» esclamò Harry raggiungendola di corsa. «Ha la risposta!» disse Ron eccitato, indicando il pezzetto di pergamena accartocciata legato alla zampa di Edvige. Slegai in fretta la lettera e gliela porsi. Harry si sedette a leggerla, mentre Edvige svolazzò fino al dormitorio maschile. «Che cosa dice?» chiese Hermione con il fiato sospeso. La lettera era molto breve, e sembrava che fosse stata stilata molto in fretta. Harry lesse ad alta voce:

Harry e Chloe,

Volo immediatamente a nord. La notizia della vostra cicatrice è l'ultima di una serie di strane voci che mi sono giunte fin qui. Se vi fa ancora male, andate subito da Silente: dicono che ha convinto Malocchio a tornare al lavoro, il che significa che sta leggendo i segni, anche se è l'unico. Mi farò vivo presto. I miei più cari saluti a Ron e Hermione.

Tenete gli occhi aperti, ragazzi miei.

Sirius

Harry puntò i suoi occhi sui miei. Aveva sbagliato a scrivergli e a quanto pare se ne stava maledicendo. «Vola a nord?» sussurrò Hermione. «Sta tornando?» «Che segni sta leggendo Silente?» chiese Ron, perplesso. «Harry... che cosa succede?» Harry si era appena colpito la fronte col pugno. «Non dovevo dirglielo!» esclamò furioso. «Ormai l'hai fatto e adesso non fartene una colpa» dissi con voce calma e con gli occhi sempre nei suoi. «Di che cosa stai parlando?» chiese Ron, sorpreso. «Lo ha convinto a tornare!» ribatté Harry, e questa volta colpì il tavolo col pugno. «Torna perché è convinto che siamo nei guai! E non c'è niente che non va!» dovevamo aspettarci questa reazione. «Harry» esordì Hermione, in tono tranquillizzante. «Vado a dormire» disse Harry asciutto. «Ci vediamo domattina». Se Sirius tornava e veniva catturato, sarebbe distrutto. Ma non deve darsi la colpa. Sirius è intelligente e astuto, non si lascerebbe prendere così facilmente. «Io lo ragiungo, Buonanotte» «Buonanotte» Speriamo che vado così.

𝐀𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮... 𝐃𝐫𝐚𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐥𝐟𝐨𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora