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Le urla di Hermione mi fecero svegliare dal mio sonnellino di bellezza. «Chloe svegliati!» mi rigirai tra le coperte cercando un po' di tranquillità. «Dai Mione, cinque minuti e mi alzo» «Cinque minuti! Vedi che se non ti alzi non fai colazione» quella frase mi fece aprire gli occhi di scatto. Mi preparai in dieci minuti: capelli, trucco (avevo solo messo un po' di correttore ed un filo di mascara), divisa e preparato tutto così che dopo avremmo preso solo i libri. La Sala comune era parzialmente vuota. Harry, Ron erano sicuramente ancora a ronfare tra le coperte, cosa che avrei voluto fare anche io. Prendemmo posto a metà del nostro tavolo e iniziai a servirmi delle deliziose pietanze che i dolcissimi elfi avevano preparato per noi. Hermione parve essersi dimenticata della nostra conversazione sugli elfi, poiché si servì anche lei della colazione studiando i nuovi orari. I due polli finalmente avanzavano assonnati nei lunghi corridoi della sala grande. Si accomodarono accanto a noi. «Oggi non è male... siamo fuori tutta la mattina» disse Ron indicando col dito la colonna del lunedì. «Erbologia con quelli di Tassorosso e Cura delle Creature Magiche... accidenti, siamo ancora con i Serpeverde». «Due ore di Divinazione oggi pomeriggio» lesse Harry più avanti. «Allora il lunedì sarà il giorno dedicato alle predizioni di morte» La professoressa Cooman sembrava averci preso gusto nel predire la morte imminente sia a me che al mio gemello. «Avreste dovuto mollarla come ho fatto io» disse Hermione «Così fareste qualcosa di sensato come Aritmanzia». Si udì un improvviso fruscio al di sopra delle nostre teste, un centinaio di gufi planarono carichi della posta del mattino. I gufi volteggiarono sui tavoli, cercando i destinatari delle lettere e dei pacchi. Cercai con lo sguardo la civetta di mio fratello, ma nulla, neanche una traccia. Possibile che Sirius non abbia ancora risposto alla nostra lettera? Il volto di Harry durante il tragitto verso la serra numero tre era molto assente, tanto da non rispondere a nessuna domanda di Ron. Arrivati alla serra prendemmo posto e la Sprite ci mostrò la pianta più brutta che avessi mai visto in vita mia. «Bubotuberi» disse loro in tono sbrigativo la professoressa Sprite. «Devono essere strizzati. Dovete raccogliere il pus...» «Che cosa?» esclamò Seamus Finnigan, disgustato. «Pus, Finnigan, pus» ripeté la professoressa Sprite, «ed è estremamente prezioso, quindi non sprecatelo. Dovete raccoglierlo in queste bottiglie. Mettetevi i guanti di pelle di drago, può fare strane cose alla pelle se non è diluito, il pus di Bubotubero. Questo farà felice Madama Chips» disse la professoressa chiudendo l'ultima bottiglia con un tappo. «È un ottimo rimedio per le forme più ostinate di acne. Dovrebbe impedire agli studenti di ricorrere a misure disperate per liberarsi dei foruncoli». Il rimbombo di una campana echeggiò dal castello segnalando la fine della lezione. Odiavo fare lezione con i Serpeverde, ma a Cura delle Creature Magiche erano ancora più insopportabili. Hagrid ci aspettava fuori della sua casetta con Thor. Ai suoi piedi c'erano parecchie casse di legno. «Giorno!» disse Hagrid appena ci vide arrivare. «Aspetto i Serpeverde, non vorranno perdersi questa roba: Schiopodi Sparacoda!» Hagrid indicò il contenuto delle casse. "0Bleah" era una descrizione perfetta per gli Schiopodi, erano schifosi. Avevano l'aspetto di aragoste deformi senza corazza, pallide e viscide, con le zampe che sbucavano da punti molto strani, e senza testa, almeno non era visibile. In ogni cassa ce n'erano un centinaio, ciascuno lungo una ventina di centimetri. Emanavano un foltissimo odore di schifo. Ogni tanto dalla coda di uno Schiopodo volavano delle scintille, e con un piccolo fuut. «Sono appena usciti dall'uovo» disse Hagrid «così potete tirarli su voi! Ho pensato che poteva essere una lezione interessante da farvi fare» «E perché mai dovremmo desiderare di allevarli?» disse una voce fredda. E a chi poteva appartenere quella voce se non a Draco Malfoy. Avrei preferito la compagnia di quei cosi al posto della sua. Hagrid parve un attimo in difficoltà. «Voglio dire, che cosa fanno?» chiese Malfoy. «A che cosa servono?» Hagrid aprì la bocca. Ci fu una pausa di qualche secondo, poi rispose in tono rude: «Quella sarà la prossima lezione, Malfoy. Oggi dovete solo darci da mangiare. Dovrete provare a darci delle cose diverse, Io non ne ho mai tenuti prima, non so che cosa gli piace. Vi ho portato: uova di formica e fegato di rana e un po' di bisce. Provate un po' di tutto». «Prima il pus, adesso questo» borbottò Seamus. Solo il profondo affetto che provavamo per Hagrid ci indusse noi cavie ad afferrare viscide manciate di fegato di rana e calarle nelle casse. «Ma se non hanno la bocca, come fanno a mangiare?» Hermione mi lanciò un'occhiata che aveva un significato ben preciso. «Chloe, sta zitta e cerca di capire cosa piace mangiare a questi cosi. Prima finiamo e meglio è» Ecco cosa significava. «Ahia!» strillò Dean Thomas dopo una decina di minuti. «Mi ha preso!» Hagrid gli corse vicino, preoccupato. «Gli è esplosa la coda!» disse Dean mostrando a Hagrid una scottatura sulla mano. «Ah, sì, può succedere quando scoppiano» annui Hagrid. «Bleah!» disse Lavanda. «Hagrid, che cos'è quella cosa a punta?» «Ah, certi hanno il pungiglione» disse Hagrid entusiasta. «Mi sa che sono i maschi... le femmine hanno delle cosette per succhiare sulla pancia... per succhiare il sangue, credo». Succhiare sangue, ma che sono bestie dell'inferno! «Be', adesso capisco perché stiamo cercando di tenerli in vita» disse Malfoy sarcastico. «Chi non vorrebbe un animaletto che brucia, punge e morde contemporaneamente?» Per una volta ero d'accordo con lui, ma non lo avrei mai detto esplicitamente «Solo perché non sono proprio carini non vuol dire che non servono a niente» ribatté Hermione. «Il sangue di drago è straordinariamente magico, ma non per questo vorresti avere un drago come animale di compagnia, no?» dissi. Il biondo mi lanciò uno dei duoi sguardi, che ricambiai molto volentieri. «Be', almeno gli Schiopodi sono piccoli» disse Ron mentre tornavamo al castello per il pranzo, che aveva avuto luogo un'ora prima. «Adesso lo sono, ma una volta che Hagrid avrà scoperto cosa mangiano, ci scommetto che diventeranno lunghi due metri». «Be', non importa, se vien fuori che servono a curare il mal di mare, no?» disse Ron, con un sorriso malizioso. «L'ho detto solo per zittire Malfoy» rispose Hermione. «Che, tra parentesi, secondo me ha ragione. La cosa migliore da fare sarebbe schiacciarli tutti prima che comincino ad attaccarci». Mi bloccai all'istante. Appena notarono che mi ero fermata si girarono nella mia direzione. Mi avvicinai ad Hermione e le toccai la fronte. «Hai per caso la febbre per caso Mione o sei davvero d'accordo con la biondina?» si tolse la mia mano dalla fronte e riprese a camminare «Mi hai fatto prendere un infarto! Pensavo cosa fosse successo.» Arrivati in Sala Grande ci sedemmo al tavolo di Grifondoro e iniziammo a servirci del cibo presente sulla tavola. Hermione cominciò a mangiare così in fretta che la fissammo tutti e tre esterrefatti. «Ehm... è questa la nuova presa di posizione a favore dei diritti degli elfi? Cercare di procurarsi il vomito?» disse Ron. «No» rispose Hermione con tutta la dignità che si può avere con la bocca piena. «Voglio solo andare in biblioteca». «Cosa?» disse Ron incredulo. «Hermione, è il primo giorno! Non abbiamo ancora nemmeno i compiti da fare!» Per loro era una cosa inusuale andare in biblioteca, ma noi ci andavamo tutti i giorni. Hermione alzò le spalle e continuò a ingurgitare cibo come se non mangiasse da giorni. Poi balzò in piedi, disse nella mia direzione «Vieni con me?» «Per quanto ami andare in biblioteca con te, oggi sono d'accordo con i ragazzi» «Va bene, ci vediamo a cena!» e si allontanò a gran velocità. Quando suonò la campana ci incamminammo verso la Torre Nord. Il familiare profumo dolciastro che si sprigionava dal fuoco colpì le nostre narici quando sbucarono in cima alla scala. Le tende erano tutte tirate. La stanza circolare era immersa in una fioca luce rossastra delle molte lampade. I ragazzi presero posto vicini e io dietro di loro. In quel preciso istante Malfoy si sedette nel posto accanto al mio. Stavo per dirgli di andarsene quando la Cooman iniziò a parlare. «Buondì» disse con voce velata facando sobbalzare sia Harry che Ron. «Sembrate preoccupati ragazzi miei. Il mio Occhio Interiore vede oltre le vostre espressioni spavalde, vede le anime inquiete che ci sono dentro di voi. E sono spiacente di dirvi che le vostre preoccupazioni non sono infondate. Vi aspettano tempi difficili, ahimè... molto difficili... temo che la cosa di cui avete paura accadrà... e forse più presto di quel che credete...» continuò lei mentre la sua voce divenne quasi un sussurro. Ron si voltò verso Harry, poi verso di me e poi voltò gli occhi al cielo. «Fammi capire, hai paura che io venga a scoprire che sei pazza di me, Potter? Non ti preoccupare, sarebbe strano che tu non lo fossi» Mi ero dimenticata che era seduto vicino a me. «Cosa c'entra adesso?» un ghigno si materializzò all'istante sul suo volto. «C'entra» «Malfoy, sta zitto» «Zittiscimi tu» Ancora con quella frase. «Sai dire solo questa frase? Poverine tutte quelle che ti stanno dietro, non aspirano a niente di più di un "Zittiscimi tu" e una lingua in bocca» Si avvicinò a me lentamente, mi spostò i capelli e mi sussurrò all'orecchio. Cosa crede di fare «Se vuoi posso farti capire cosa provano le altre ragazza quando sono in mia compagnia e gli riservo le mie attenzioni» Mi venne la pelle d'oca e iniziai a sentire caldo. Spero solo che non sia diventata un peperone. Spostai le sue dita dal mio collo e gli risposi schietta «Grazie biondina, ma vivo meglio senza le tue attenzioni» si ricompose e appoggiò la testa sulla mano senza distogliere lo sguardo dalla mia figura. «Sappi che te ne pentirai di questa scelta affrettata» Amen è l'unica cosa a cui pensai. «Miei cari, è giunto il momento di prendere in esame le stelle. Il destino umano può essere decifrato attraverso i raggi planetari, che si mescolano...» Stavo guardando talmente tanto intensamente mio fratello, frustato da non so quale pensiero, che non mi accorsi che la Cooman si fosse riavvicinata a lui. «Harry!» sussurrò Ron spintonandolo. «Cosa?» si guardò intorno cercando di capire il perché della chiamata dell'amico. «Stavo dicendo che è evidente che sei nato sotto l'influenza funesta di Saturno» disse la professoressa Cooman. «Nato sotto... cosa, mi scusi?» disse Harry. «Saturno, il pianeta Saturno!» disse la professoressa Cooman, questa volta decisamente seccata che non fosse costernato dalla notizia. «Stavo dicendo che Saturno era di sicuro in una posizione di potere nei cieli al momento della tua nascita... i tuoi capelli scuri... la tua piccola statura... due tragiche perdite così presto... Credo di poter affermare a ragione, mio caro, che sei nato a metà inverno...» Metà inverno? Da quando luglio è in inverno? «No» disse Harry. «Sono nato a luglio». Ron trasformò rapidamente la risata in un accesso di tosse. Io invece la fissavo con sguardo scioccato. Finita quella sciocca lezione, presi le mie cose. Stavo per andarmene quando qualcuno mi tirò il polso. Capì all'istante a chi appartenesse quella mano. Pelle fredda, mano il doppio del mio polso. Chi poteva essere se non la persona più snervante dell'universo. «Cosa vuoi adesso, Malfoy?» mi girai verso di lui. Si avvicinò di nuovo al mio orecchio. «Sappi che la mia proposta è ancora valida» non aveva capito che non volevo assolutamente nulla con lui. Stavo per rispondergli quando mi lasciò il polso e se ne andò. Certo che era proprio un tipo strano

𝐀𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮... 𝐃𝐫𝐚𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐥𝐟𝐨𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora