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I nostri bauli erano già pronti. L'atmosfera al numero 4 di Privet Drive era estremamente tesa. L'imminente arrivo a casa loro di un gran numero di maghi stava rendendo i Dursley nervosi e irritabili. Zio Vernon apparve decisamente allarmato quando lo informammo che i Weasley sarebbero arrivati alle cinque del giorno dopo. «Spero che gli abbiate detto di vestirsi come si deve, a quelli là» ringhiò subito. «Ho visto il genere di cose che vi mettete addosso. Sarà meglio che abbiano la decenza di indossare abiti normali, ecco». Di rado avevo visto i Weasley indossare qualcosa che i Dursley avrebbero definito "normale". Zio Vernon aveva indossato il suo vestito migliore. Ad alcuni questo sarebbe potuto sembrare un gesto di benvenuto, ma in realtà voleva solamente apparire impressionante. Dudley sembrava rimpicciolito ma non per la dieta, ma per il terrore. L'ultima volta che si era imbattuto in un mago adulto ne era uscito con una coda di maiale, zia Petunia e zio Vernon avevano dovuto farlo operare in una clinica privata di Londra. Infatti continuava a strofinarsi nervosamente la mano sul sedere e si spostava da una stanza all'altra camminando di lato. Il pranzo procedeva in assoluto silenzio. «Vengono in macchina, vero?» Non ci avevamo pensato «Credo di si» rispose Harry. Zio Vernon sbuffò tra i baffi. Passammo quasi tutto il pomeriggio in camera, non sopportavo zia Petunia che ogni due secondi spiava attraverso le tendine. Alle cinque meno un quarto decidemmo di scendere in salotto. Zia Petunia stava riordinando freneticamente i cuscini. Zio Vernon fingeva di leggere il giornale, Dudley era incastrato in una poltrona seduto sulle mani che erano strette al suo sedere. Erano le cinque e nessuno si era ancora fatto vivo. Che si fossero dimenticati di venirci a prendere? «Sono in ritardo!» grugnì Zio Veron «Lo so» rispose il mio gemello. «Forse hanno trovato traffico» La situazione era molto critica. Non sopportavo più n essuno dei tre, presi il braccio di Harry e ci accomodammo sulle scale all'ingresso «Secondo te si sono dimenticati?» «Non essere sciocco Harry, ti sembra che i Weasley si possano mai dimenticare di noi» O almeno lo speravo. Le cinque e dieci, le cinque e un quarto, ormai anche io cominciavo ad avere una sensazione strana. Erano le cinque e mezza «Forse credono che li inviteremo a cena se arrivano in ritardo» Davvero? Facevano sul serio? «Be', non succederà, questo è sicuro» Facevano sul serio. «Prenderanno i ragazzi e se ne andranno, non perderemo tempo con loro. Ammesso che vengano, poi. Probabilmente hanno sbagliato giorno. Sospetto che quelli della loro razza non tengano in gran conto la puntualità. O è così, oppure avranno una macchinetta da due soldi che si è rott... AAAAAAAAAAAAHHHHHH!» Ci alzammo entrambi in piedi. Un attimo dopo, Dudley sfrecciò verso l'ingresso.  «Dudley?» Non sembrava ascoltarci. Sparì in cucina in un lampo. Ci scambiammo uno sguardo ed entrammo di corsa in salotto. Da dietro il camino murato provenivano colpi assordanti. «Che cos'è?» boccheggiò zia Petunia, che si era appiattita contro il muro e fissava il fuoco. «Che cos'è, Vernon?» La risposta arrivò dopo un attimo. All'interno del camino risuonarono delle voci. «Ahia! Fred, no... indietro, indietro, c'è stato un errore... dì a George di non... AHIA! George, no, non c'è spazio, torna subito indietro e dì a Ron...» «Forse Harry e Chloe ci sentono, papà... forse loro possono farci uscire...». «Harry, Chloe ci sentite?» I Dusley sembravano piuttosto scioccati «Che cosa c'è?» ringhiò zio Vernon. «Che cosa sta succedendo?» «Sono arrivati con la metropolvere» dissi cercando di non ridere. «Possono viaggiare attraverso i camini, solo che questo è murato. Un momento...» Ci avvicinammo al camino «Signor Weasley? Mi sente?» I tonfi cessarono. Dall'interno qualcuno disse: «Sst!» «Signor Weasley, sono Chloe... il camino è chiuso. Non potete entrare da qui». «Accidenti!» disse la voce del signor Weasley. «Perché diavolo hanno chiuso il camino?» «Hanno un fuoco elettrico» cercai di spiegare. «Davvero?» disse con voce eccitata. «Eclettico, hai detto? Con la spina? Cielo, devo vederlo, riflettiamo... ahia, Ron!» La voce di Ron si unii alle altre. «Che succede qui? C'è qualcosa che non va?» «Oh, no, Ron» disse la voce di Fred, molto sarcastica. «No, è proprio qui che volevamo finire». «Si, ci stiamo divertendo da pazzi qui» disse George «Ragazzi, ragazzi...» disse il signor Weasley in tono vago. «Sto cercando di pensare a cosa fare... sì... c'è un solo modo. Harry Chloe, indietro». Arretrammo fino al divano. Zio Vernon, invece, fece un passo avanti. «Aspettate un momento!» ululò al camino. «Si può sapere che cosa avete intenzione di...» Le ultime parole famose. Il fuoco elettrico sfrecciò attraverso la stanza mentre il camino chiuso esplodeva, facendo uscire il signor Weasley, Fred, George e Ron in una nube di calcinacci e schegge vaganti. Zia Petunia strillò e cadde all'indietro, addosso al tavolino, zio Vernon la afferrò prima che toccasse terra e fissò a bocca spalancata i Weasley. «Così va meglio» disse il signor Weasley ansante, scrollandosi via la polvere dai lunghi abiti verdi e raddrizzandosi gli occhiali. «Ah... voi dovete essere gli zii di Harry!» Il signor Weasley avanzò verso zio Vernon, la mano tesa, ma zio Vernon arretrò di alcuni passi, trascinando con sé zia Petunia. Zio Vernon era senza parole. Il suo abito migliore era pieno di polvere bianca, che gli copriva baffi e capelli facendolo sembrare più vecchio di trent'anni. «Ehm... si... mi dispiace per tutto questo» disse il signor Weasley, abbassando la mano e gettando un'occhiata al camino esploso alle sue spalle. «È tutta colpa mia, non mi è proprio venuto in mente che non saremmo riusciti a uscire dall'altra parte. Vede, ho fatto collegare il suo camino alla Metropolvere, solo per un pomeriggio, sa, per venire a prendere i ragazzi. I camini babbani di norma non dovrebbero essere collegati, ma ho un contatto utile al Comitato per la Regolamentazione della Metropolvere e lui me l'ha sistemato. Posso rimetterlo a posto in un batter d'occhio non si preoccupi. Accenderò il fuoco per rimandare indietro i ragazzi, e poi posso ripararvi il camino prima di Smaterializzarmi». I Dursley fissavano il signor Weasley a bocca aperta, folgorati. Ovviamente non avevano capito nulla di quello che aveva detgto il signor Weasley. Zia Petunia si rimise in piedi barcollando, e si nascose dietro a zio Vernon. «Ciao, Harry! Ciao Chloe!» disse allegramente il signor Weasley. «I vostri bauli sono pronti?» «Si, sono di sopra» il signor Weasley mi lanciò un sorriso «Andiamo a prenderli» disse subito Fred. Mentre i gemelli recuperavano i bauli, il signor Weasley sembrava molto agitato. «Bene» disse dondolando un po' le braccia mentre cercava le parole per rompere quello spiacevole silenzio. «È proprio... ehm... è proprio un bel posticino qui». Visto che il salotto solitamente immacolato al momento era invaso di polvere e frammenti di mattoni, i Dursley non presero molto bene l'osservazione. Il volto di zio Vernon divenne violetto e zia Petunia prese a mordersi la lingua, anche se sembravano troppo spaventati per dire qualcosa. Il signor Weasley si stava guardando intorno. Adorava tutto ciò che riguardava i Babbani. Harry vide che moriva dalla voglia di andare a studiare da vicino il televisore e il videoregistratore. «Funzionano a ecletticità, vero?» disse in tono saputo. «Ah, sì, vedo le spine. lo colleziono spine» disse a zio Vernon. «E pile. Ho una gran collezione di pile. Mia moglie pensa che sono matto.» Evidentemente lo pensava anche zio Vernon. Si sposto leggermente a destra, nascondendo zia Petunia, come se fosse convinto che il signor Weasley potesse aggredirli da un momento all'altro. Dudley spuntò all'improvviso, inseguito dai tonfi che provenivano dalle scale, striscio lungo il muro, fissando il signor Weasley con occhi terrorizzati e tentò di nascondersi dietro sua madre e suo padre. Purtroppo la stazza di zio Vernon, pur in grado di coprire l'ossuta zia Petunia, non era nemmeno lontanamente sufficiente a nascondere Dudley. «Ah, questo è vostro cugino, vero, ragazzi?» disse il signor Weasley, in un altro coraggioso tentativo di far conversazione. «Si» disse Harry, «questo è Dudley».  Il signor Weasley parve molto preoccupato da quel comportamento. «Stai passando delle belle vacanze, Dudley?» chiese gentilmente. Dudley si mise a piagnucolare e si strinse più che poteva il sederone con le mani. Mi dispiaceva un pò per lui. Fred e George rientrarono con i nostri bauli, si guardarono intorno e riconobbero Dudley. I loro volti si storsero in due identici ghigni perfidi. Oh no, che cosa avevano in mente? «Ah, bene» disse il signor Weasley, «meglio che ci muoviamo, allora». Si rimboccò le maniche ed estrasse la bacchetta magica. Dursley si buttò di sedere verso il muro. «Incendio!» esclamò il signor Weasley, puntando la bacchetta verso il buco nel muro. Nel camino le fiamme si alzarono all'istante, scoppiettando allegramente come se fossero accese da ore. Il signor Weasley estrasse un sacchetto dalla tasca, prese un pizzico di polvere e lo gettò tra le fiamme, che divennero verde smeraldo e scoppiettarono più che mai. «Fred prendi il baule di Chloe e vai» disse il signor Weasley. «Vengo» disse Fred. «Oh, no... aspetta...» Un sacchetto di dolci era scivolato fuori dalla tasca e il contenuto rotolava dappertutto: grosse, grasse caramelle morbide dentro incarti dai colori vivaci. Fred si chinò a raccoglierle e le ficcò di nuovo in tasca, poi salutò allegramente i Dursley agitando la mano, fece un passo avanti ed entrò dritto nel fuoco, posizionò il mio baule accanto a sé ed esclamò «La Tana!» Zia Petunia trattenne il respiro, tremando. Si udì un risucchio e Fred sparì. «Adesso, George» disse il signor Weasley, «tu e il baule di Harry». Harry aiutò George a trascinare il baule dentro le fiamme. Poi, con un secondo risucchio, George gridò: «La Tana!» e anche lui partì. «Ron, tocca a te» disse il signor Weasley. «Ci vediamo» disse Ron allegro ai Dursley. Entrò anche lui nel fuoco, gridò: «La Tana!» Ormai rimanevano solo Harry, il signor Weasley e io. «Chloe, va prima tu cara» avanzai verso il camino ed entrai «Be'... allora arrivederci» dissi guardando i Dursley. Feci per prendere un po' di polvere ma il Signor Weasley stava guardando i Dursley, sbigottito. «Chloe vi ha detto arrivederci» disse. «Non avete sentito?» «Non si preoccupi, non fa niente» sussurrai. «Davvero, non importa». Il signor Weasley sembrava non arrendersi. «Non rivedrete i vostri nipoti fino all'estate prossima» disse a zio Veron con quieta indignazione. «Di certo vorrete dirgli arrivederci...» Il viso di zio Vernon era lo specchio dei suoi pensieri. L'idea di sentirsi dare lezioni di rispetto da un uomo che aveva appena fatto saltare in aria metà del suo salotto sembrava essere per lui motivo di intensa sofferenza. Ma il signor Weasley aveva ancora la bacchetta in mano e gli occhi di zio Vernon sfrecciarono verso di essa prima che dicesse, in tono molto risentito: «Allora, arrivederci». Quando stavo per prendere un po' di polvere dal sacchetto si levò un terribile rumore, il rumore che si fa quando qualcosa ti va per traverso, e zia Petunia prese a strillare. Guardai oltre le spalle del Signor Weasley. Dudley non era più nascosto dietro i genitori. Era in ginocchio accanto al tavolino e una protuberanza di circa trenta centimetri gli usciva dalla bocca, la sua lingua. Una carta colorata di caramella mou era lì per terra accanto a lui. Quella era sicuramente opera dei gemelli. Zia Petunia si precipitò accanto a lui, afferrò la punta della sua lingua e cercò di strappargliela dalla bocca. Dudley urlò e cercò di respingerla. Il signor Weasley dovette urlare per farsi sentire. «Non preoccupatevi, lo sistemo io!» Si avvicinò a Dudley con la bacchetta tesa, ma zia Petunia strillò più forte che mai e si gettò su Dudley riparandolo. «No, davvero!» continuò con tono disperato. «È una cosa semplice. E' stata la caramella, mio figlio Fred... un gran giocherellone... ma è solo un Incantesimo di Ingozzamento almeno, credo. Per favore, posso sistemare tutto...» Ma i Dursley furono ancor più presi dal panico: zia Petunia singhiozzava isterica, strattonando la lingua di Dudley come se fosse decisa a strappargliela via, Dudley sembrava sul punto di soffocare grazie all'effetto combinato di sua madre e della sua lingua, e zio Vernon, che aveva perso completamente il controllo di sé, afferrò una statuetta di porcellana dalla credenza e la scagliò con tutte le sue forze contro il signor Weasley, che si chinò mandando il soprammobile in frantumi dentro il camino esploso. Ma che cazzo stava succededo «Insomma!» disse il signor Weasley arrabbiato, brandendo la bacchetta. «Sto cercando di aiutarlo!» ma zio Vernon afferrò un altro soprammobile. «Vai! Ragazzi via!» urlò il signor Weasley con la bacchetta puntata contro zio Vernon. «Ci penso io!» Non volevo perdermi lo spettacolo, ma il soprammobile di zio Vernon mi mancò per un pelo l'orecchio sinistro. Afferrai la polvere e gridai: «La Tana!» Il salotto dei Dursley sparì in una girandola di fiamme verde smeraldo.

𝐀𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮... 𝐃𝐫𝐚𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐥𝐟𝐨𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora