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Allungai le mani in avanti non cadere a faccia a terra nella cucina dei Weasley. «L'ha mangiata?» mi chiese un Fred eccitato. Annuii «Che cos'era?» «Una Mou Mollelingua» disse quello che sembrava essere Fred. Riuscivo sempre a distinguerli, ma in quel momento avevo la nausea «Le abbiamo inventate io e George. E' tutta l'estate che cercavamo qualcuno su cui provarle» Il mio gemello uscì dal camino poco dopo. Dopo che il mio gemello si fu alzato entrammo in cucina. Ron e George erano seduti con due ragazzi dai capelli rossi, loro dovevano essere Bill e Charlie. «Come va ragazzi?» disse il più vicino dei due con un sorriso. Gli stringemmo la mano che ci stava tendendo. Era piena di calli e vesciche sotto le dita. Quello era sicuramente Charlie. Aveva la stessa corporatura dei gemelli, più basso e più robusto di Percy e Ron, entrambi più alti e magri. Aveva le sue braccia muscolose e su una di esse c'era una grossa scottatura. Bill, invece, era molto molto più sexy di come me lo ero immaginato. Alto, con lunghi capelli stretti in una coda. Portava un orecchino da cui pendeva una specie di zanna. I suoi vestiti avevano un qualcosa di rock. Prima che uno di loro potesse dire qualcosa, il signor Weasley comparve dal nulla di fianco a George «Non è stato divertente, Fred!» gridò. «Che cosa accidenti hai dato a quel ragazzo Babbano?» «Non gli ho dato niente» il ghigno sul suo volto diceva tutt'altro. «L'ho solo fatta cadere è stata colpa sua se l'ha mangiata, io non gli ho mai detto di farlo». «L'hai fatta cadere apposta!» non avevo mai visto il signor Weasley così arrabbiato. «Sapevi che l'avrebbe mangiata, sapevi che stava facendo la dieta...» «Quanto gli è diventata grossa la lingua?» chiese George curioso. «Ha superato il metro prima che i suoi genitori mi permettessero di rimpicciolirla!» Non riuscii più a resister e scoppiai a ridere, cosa che fecero anche Harry e Ron. Adesso mi stavo immaginando Dudley con una lingua lunga un mentre mentre zia Petunia cerca di strappargiela dalla bocca «Non è divertente!» urlò il signor Weasley. «Passo metà della mia vita a battermi contro i maltrattamenti ai Babbani, e i miei figli...» «Non gliel'abbiamo data perché è un Babbano!» esclamò Fred indignato. «L'abbiamo data perché è un bullo ciccione e stupido» disse George. «Vero, Harry, Chloe?» «Si, è vero, signor Weasley» dissi cercando si essere convincente. «Assolutamente vero signore» continuò il mio gemello «Non è questo il punto!» gridò il signor Weasley furente. «Aspettate che lo dica a vostra madre...» «Dirmi cosa?» disse una voce alle nostre spalle. La signora Weasley era appena entrata in cucina. Oh Oh, ora sono guai. «Oh, ciao, ragazzi cari» gli disse sorridendo. Poi il suo sguardo tornò a posarsi sul marito. «Dirmi che cosa, Arthur?» Il signor Weasley esitò. Per quanto fosse arrabbiato con Fred e George, non intendeva davvero raccontare l'accaduto alla signora Weasley. Sulla soglia della cucina apparvero Ginny ed Hermione. «Ragazze» mi alzai dalla sedia e cosi ad abbracciarle. Mi erano mancate un sacco. «Chloe, ci sei mancata molto» Entrambe sorrisero ad Harry che rispose alla stessa maniera. Questo fece diventare gli occhi di Ginny a forma di cuoricino: aveva una cotta per lui dal nostro primo incontro al binario. «Dirmi che cosa, Arthur?» ripeté la signora Weasley, in tono pericoloso. «Non è niente, Molly» borbottò il signor Weasley. «Fred e George hanno solo... ma li ho sgridati...» «Che cos'hanno combinato questa volta?» chiese la signora Weasley. «Se ha qualcosa a che fare con i Tiri Vispi Weasley...» «Perché non fai vedere a Harry e Chloe la tua stanza, Ron?» disse Hermione dalla soglia. «L'hanno già vista la mia stanza» disse Ron. «Hanno dormito lì l'ultima...» «Potrei vederla anch'io» disse Hermione. «Oh» disse Ron, c'era arrivato finalmente! «Va bene». «Si, veniamo anche noi...» disse George. «Voi restate dove siete!» sibilò la signora Weasley. Iniziammo a salire le scale tutti e cinque. I ragazzi davanti e noi dietro. «Che cosa sono i Tiri Vispi Weasley?» chiesi mentre salivamo. «Mamma ha trovato un mucchio di moduli di ordinazione mentre puliva la camera di Fred e George» disse Ron. «Lunghi listini di prezzi delle cose che hanno inventato. Insomma scherzi. Bacchette finte e caramelle a sorpresa, un sacco di roba. È stato grande, non sapevo che stessero inventando tutta quella roba... » «Sono secoli che sentiamo delle esplosioni venire dalla loro camera, ma non abbiamo mai pensato che stessero facendo sul serio credevamo che gli piacesse il rumore e basta»spiegò Ginny. «Solo che gran parte della roba, tutta in realtà, era un po' pericolosa e pensavano di venderla a Hogwarts per fare un po' di soldi. Mamma è andata fuori di testa. Gli ha detto che non dovevano permettersi di andare oltre, e ha bruciato tutti i moduli. E' furiosa con loro perché non hanno preso il G.U.F.O. che si aspettava» continuò Ron. «E poi c'è stata una litigata tremenda» continuò Ginny «perché mamma vuole che entrino al Ministero della Magia come papà, mentre loro vogliono aprire un negozio di giochi e scherzi» «Io non ce li vedo al Ministero» Avevano sempre avuto quell'aria di festa che neanche il Ministero avrebbe potuto placare. Una porta sul secondo pianerottolo si aprì di colpo e spuntò una faccia con occhiali cerchiati e un'espressione molto seccata. «Ciao, Percy» dicemmo io e il mio gemello all'unisono. «Oh, ciao, Harry, ciao Chloe» disse Percy. «Mi stavo proprio chiedendo chi facesse tutto quel rumore. Sto cercando di lavorare. Sapete, devo finire una relazione per l'ufficio ed è piuttosto difficile concentrarsi quando c'è gente che continua a far chiasso su e giù per le scale». «Non stiamo facendo chiasso» ribatté Ron irritato. Ora capivo perché aveva scritto ciò nella lettera. Era davvero irritante «Stiamo camminando. Scusa se abbiamo disturbato le operazioni top-secret del Ministero della Magia». «Su cosa stai lavorando?» chiese Harry cercando di essere gentile. «Un rapporto per l'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale» disse Percy compiaciuto. «Stiamo cercando di uniformare lo spessore dei calderoni. Alcuni dei prodotti d'importazione sono un po' troppo sottili... le perdite stanno crescendo quasi del tre per cento l'anno...» «Cambierà il mondo, quella relazione» disse Ron. «Finiranno in prima pagina sulla Gazzetta del Profeta, le perdite dei calderoni...» Percy diventò lievemente rosso dalla rabbia. «Ridi pure, Ron» disse riscaldandosi, «ma se non viene imposta una qualche legge internazionale ci ritroveremo il mercato invaso da prodotti scadenti, col fondo sottile che mettono seriamente in pericolo...» «Sì, si, d'accordo» disse Ron e riprese a salire le scale. Percy sbatté la porta. Seguimmo tutti Ron su per altre tre rampe di scale. Le grida dalla cucina arrivavano fin lassù. Il signor Weasley aveva detto alla signora Weasley delle caramelle. Nella stanza in cima alla casa dove dormiva Ron. Aveva quasi lo stesso aspetto dell'ultima volta che c'ero salita. I Magnifici Sette sfrecciavano e salutavano dai poster sulle pareti. Crosta, il vecchio topo di Ron, non c'era più ma in compenso c'era il gufetto grigio che ci aveva recapitato la lettera. Stava saltando su e giù in una gabbietta, e cantava come un pazzo. «Sta' zitto, Leo» disse Ron. «Fred e George dormono con noi perché nella loro stanza ci sono Bill e Charlie. Tu Chloe dormi con Ginny ed Herm» disse mentre si sedeva su uno dei letti. «Percy riesce a tenersi la camera tutta per sé perché deve lavorare». «Ehm... perché quel gufo lo chiami Leo?» chiese Harry a Ron. «Ron è uno stupido» disse Ginny. «Il suo vero nome è Leotordo». Mi giurai per guardarla schifata. Quel nome era orribile. «Sì, e questo non è un nome stupido, vero?» disse Ron sarcastico. «E' un po' antiquato» mi beccai un'occhiata assassina da Ginny «Gliel'ha dato Ginny» ci spiegò. «Secondo lei è simpatico. E io ho cercato di cambiarglielo, ma era troppo tardi, ormai non risponde se lo chiamo in un altro modo. Così adesso è Leo. Devo tenerlo quassù perché dà fastidio a Errol e Hermes. Dà fastidio anche a me, se è per quello». «Leo è un nome perfetto a parer mio» Conoscevo Ron troppo bene per prenderlo sul serio. Si era lamentato continuamente di Crosta, ma era rimasto sconvolto quando sembrò che Grattastinchi lo avesse divorato. «Dov'è il mio gattone preferito?» mi girai verso Herm che era alle mie spalle. «In giardino, credo» rispose lei. «Gli piace rincorrere gli gnomi, non ne aveva mai visti prima d'ora». Il mio gatto ciccione, lo amavo da impazzire. «A Percy piace il suo lavoro?» chiese Harry. Non si era capito «Se gli piace?» disse Ron cupo. «Credo che non verrebbe nemmeno a casa se papà non lo costringesse. E' maniacale. Mi raccomando, non chiedetegli del suo capo. Secondo il signor Crouch... come ho detto al signor Crouch... il signor Crouch è del parere che... il signor Crouch mi diceva... Si fidanzeranno da un momento all'altro». «Com'è andata l'estate, ragazzi?» chiese Hermione. «Come sempre» mi buttai su uno dei tre letti «Avete ricevuto i nostri pacchi con i dolci e il resto?» «Sì, grazie mille» disse Harry. «Ci hanno salvato la vita, quelle torte» «Vero» «E avete notizie di...?» cominciò Ron, ma uno sguardo di Hermione lo zittì. Srava per nominare Sirius ed era un pessima idea parlarne davanti a Ginny. «Credo che abbiano smesso di litigare» disse Hermione per far passare quel momento di imbarazzo, visto che Ginny portava lo guardo da Ron a Harry incuriosita. «E se scendessimo ad aiutare tua madre per la cena?» «Sì, va bene» disse Ron. Mi alzai da quel comodissimo letto e scendemmo tuuti e cinque in cucina, dove trovammo la signora Weasley sola e molto arrabbiata. «Ceneremo in giardino» disse quando varcammo la soglia. «Non c'è posto per dodici persone qui dentro. Potete portare fuori i piatti, ragazze? Bill e Charlie stanno preparando la tavola. Coltelli e forchette, per favore, voi due» disse rivolta a Ron e Harry, puntando la bacchetta magica verso un mucchio di patate nel lavandino, che schizzarono fuori dalle bucce come bolidi, rimbalzando sui muri e sul soffitto. «Oh, per l'amor del cielo» sbottò, puntando la bacchetta verso una padella che balzò sul pavimento, raccogliendo le patate. «Quei due!» mi avviai verso la credenza e iniziai a prendere i piatti «Non so proprio che fine faranno. Non hanno nessuna ambizione, a parte combinare tutti i guai che possono...» Sbatté una grande padella di rame sul tavolo «Non è che non abbiano cervello» riprese seccata, mettendo la padella sul fornello e accendendolo con un altro colpo di bacchetta, «ma lo sprecano, e se non si rimettono in riga in fretta, finiranno nei guai, guai seri. Ho ricevuto più gufi da Hogwarts per loro che per tutti gli altri messi insieme. Se continuano cosi, finiranno davanti all'Ufficio per l'Uso Improprio della Magia». Non so come andò a finire quel monologo poiché Hermione mi tirò fuori di forza. Ero molto triste per lei, ci aveva cresciuti nonostante non facessimo parte della loro famiglia e per questo le volevo un mondo di bene. Non si merita tutto ciò. Avevamo fatto solo pochi passi quando Grattastinchi scattò fuori dall'erba alta inseguendo quella che sembrava una patata ciocciona con le gambe. «AAAAAAA IL MIO GATTONE» stavo per correre nella sua direzione ma Hermione mi tirò di nuovo «Prima si apparecchia, poi saluti Grattastinchi» «Ma...» «Niente ma» Guardai Grattastichi rincorrere lo gnomo e raggiunsi Hermione. «Mi ha scritto Nott durante l'esatate» Era strano adesso che lo avevo detto ad alta voce «Dici sul serio? Cosa voleva qquella viscida serpe?» Iniziai a sistemare i piatti e nel mentre arrivarono i ragazzi con le posate e Ginny con i tovaglioli «Shh! Non urlare! Harry non lo sa. Mi ha inviato anche una torta» «Perchè ti ha scritta?» «Non ne ho idea, ma è stato molto gentile. Mi ha chiesto come andassero le vacanza» «Dopo il progetto di Divinazione vi siete mai parlati?» Sistemai anche le posate e poi mi accomodai difronte alla riccia «No, ci salutavamo solamente» «E' molto strano» Si girò a guardarmi, passarono alcuni secondi. «Dove sei stata quest'anno?» «Praga, è meravigliosa! Quando ho visitato il palazzo reale ti ho pensata» «Lo so che sentivi la mia manacaza, chi non la santirebbe» Fummo interrotte da Bill e Charlie che avevano incominciato un duello tra due vecchi tavoli che fluttuavano a mezz'aria, facendoli cozzare uno contro l'altro nel tentativo di abbattersi a vicenda. Fred e George facevano il tifo, Ginny rideva mentre io ed Hermione guardavamo in disparte. Il tavolo di Bill urtò quello di Charlie con un gran tonfo e gli strappò una gamba. La testa di Percy spuntò da una finestra del secondo piano. «Volete darvi una calmata?» urlò per farsi sentire. «Scusa, Perce» disse Bill con un gran sorriso. «Come vanno i tuoi fondi di calderone?» «Molto male» rientrò e sbatté la finestra. Ridacchiando, Bill e Charlie fecero atterrare i tavoli al sicuro sull'erba, uno vicino all'altro e con un tocco di bacchetta, Bill riattaccò la gamba mancante e fece apparire le tovaglie dal nulla. Verso le otto i due tavoli erano carichi con i piatti migliori della signora Weasley e tutti avevamo preso posto intorno ai due tavoli. Inizia a servirmi di tutte le pietanze e mentre mangiavo guardavo un po' tutti: Percy stava raccontando a suo padre la sua relazione sui fondi di calderone. «Ho detto al signor Crouch che la finirò per martedi» diceva in tono pomposo. «È un po' in anticipo, ma mi piace essere tempestivo. Credo che mi sarà grato per averla finita prima del tempo. Voglio dire, al momento da noi c'è così tanto da fare, con tutti i preparativi per la Coppa del Mondo. E che non abbiamo tutto l'appoggio che ci occorre dall'Ufficio per i Giochi e gli Sport Magici. Ludo Bagman...» «Mi piace Ludo» disse il signor Weasley «È stato lui a procurarci quegli ottimi biglietti per la Coppa. lo gli ho fatto un piccolo favore: suo fratello, Otto, si è messo un po' nei guai e io ho sistemato la cosa». «Oh, Bagman è piuttosto piacevole, naturalmente» disse Percy con aria contraria, «ma chissà come ha fatto a diventare Direttore dell'Ufficio... se si pensa al signor Crouch! Non ce lo vedo proprio, il signor Crouch, a perdere un membro del nostro Ufficio senza cercare di scoprire che cosa gli è successo. Ma vi rendete conto che Bertha Jorkins è sparita da più di un mese? È andata in vacanza in Albania e non è più tornata...» «Si, ne ho parlato con Ludo» disse il signor Weasley. «Dice che Bertha si è persa moltissime volte prima d'ora anche se devo dire che se si trattasse di qualcuno del mio Ufficio, sarei in pensiero...» «Oh, Bertha è un caso disperato, è vero» disse Percy. «Ho sentito dire che è stata trasferita da un Ufficio all'altro per anni, ma comunque Bagman dovrebbe cercarla. Il signor Crouch si è interessato personalmente al caso - lei una volta lavorava da noi e credo che al signor Crouch piacesse. Comunque» Percy fece un gran sospiro e bevve un bel sorso di vino di fior di sambuco, «abbiamo abbastanza da fare all'Ufficio per la Cooperazione Magica Internazionale senza metterci a cercare anche i membri degli altri Uffici. Come sapete, dobbiamo organizzare un altro evento importante dopo la Coppa del Mondo». Voleva che lo ascoltassimo. «Tu sai di cosa parlo, papà». Alzò appena la voce. «La cosa top-secret». Ron alzò gli occhi al cielo e si girò verso di noi: «Vuole che gli chiediamo di che si tratta, fa così fin da quando ha cominciato a lavorare. Probabilmente è una mostra di calderoni col doppio fondo». La signora Weasley stava discutendo con Bill per via dell'orecchino, che sembrava un acquisto recente. «... con quell'orribile zannona. Bill, che cosa dicono alla banca?» «Mamma, alla banca non importa niente a nessuno di come mi vesto fintantoché gli porto tanti tesori» disse Bill in tono paziente. «E i capelli ti vanno dappertutto, caro» disse la signora Weasley sfiorando la bacchetta con affetto. «Vorrei tanto che mi permettessi di dargli un'aggiustatina...» «A me piacciono» «Anche a me» intervenimmo io e la rossa, che era seduta accanto a Bill. «Sei così fuori moda, mamma. Comunque, non sono affatto lunghi come quelli del professor Silente» Fred, George e Charlie stavano parlando animatamente della Coppa del Mondo. «Deve vincere l'Irlanda» disse Charlie tra un boccone di patate e l'altro. «Hanno steso il Perù nelle semifinali». «Però la Bulgaria ha Viktor Krum» disse Fred. «Krum è il solo giocatore decente, l'Irlanda ne ha sette» disse Charlie secco. «Vorrei che fosse passata l'Inghilterra, però. È stato imbarazzante, ессо». «Che cosa è successo?» Non avevo seguito la coppa, perché ci trovavamo a Privet Drive. Ero sempre stata un'amante del Quidditch. Io ed Harry eravamo entrati in squadra al primo anno. «Ha perso con la Transilvania, trecentonovanta a dieci» disse Charlie cupo. Quello si che doveva essere brutto. «Uno spettacolo agghiacciante. E il Galles ha perso con l'Uganda, e il Lussemburgo ha massacrato la Scozia». Vidi Ron guardarsi attentamente intorno per controllare che il resto della famiglia fosse impegnato nelle chiacchiere, si avvicinò pian piano e disse: «Allora... avete ricevuto notizie da Sirius?» Anche Hermione si avvicinò. «Si» disse Harry in un sussurro, «due volte. Sembra che stia bene. Gli abbiamo scritto l'altro ieri. Magari risponderà mentre siamo qui». Avevo capito che si era appena ricordato del sogno e mi sistemai comoda sulla sedia «Guardate un pò l'ora» le parole della signora Weasley mi fecero quasi cadere a terra dallo spavento. Per foruna Ron mi afferrò per un braccio prima che potessi toccare il suolo. «Grazie» «Di niente» «Chloe cara tutto bene, ti sei fatta male?» «Si, tutto apposto stavo solo cadendo» «Forza tutti a letto. Domani dovrete alzarvi all'alba per andare alla Coppa. Ragazzi, se mi lasciate le vostre liste delle cose di scuola, ve le prendo io domani a Diagon Alley, insieme a quelle dei ragazzi. Può darsi che non resti tempo dopo la Coppa del Mondo: l'ultima volta la partita è durata cinque giorni». Mio fratello sembrava eccitato all'idea e anche io. Speriamo che non duri dieci minuti. «Tremo al pensiero di quello che troverei sulla mia scrivania se mancassi cinque giorni dall'ufficio» disse Percy. «Sì, qualcuno potrebbe scaricarci di nuovo della cacca di drago, eh, Perce?» disse Fred. «Quello era un campione di fertilizzante dalla Norvegia!» disse Percy diventando paonazzo. «Non era niente di personale!» «Invece si» bisbigliò Fred mentre ci alzavamo. «Gliel'abbiamo mandata noi» «Siete sempre i soliti! Povero Percy» George mi avvolse le spalle con un braccio «Ammettilo che anche tu lo odi.» Appena arrivate nella bellissima camera di Ginny, mi infilai il pigiama e mi sistemai sotto le coperte tra le due. «Che cosa mi raccontate?» mi era mancato dormire con loro. Ad Hogwarts sin dal nostro secondo anno Ginny era stata sistemata con noi. «Tuo fratello è sempre più bello» «Ginny! Con quale modestia me lo stai dicendo! Poi sono più bella io» «E poi io sarei Miss Modestia» Iniziò così una lotta di cuscini. Tutto stava tornando alla normalità.

𝐀𝐥𝐥 𝐨𝐟 𝐲𝐨𝐮... 𝐃𝐫𝐚𝐜𝐨 𝐌𝐚𝐥𝐟𝐨𝐲Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora