5. Tulipani

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Prima le mani, poi il viso e piano piano tutto il mio corpo venne risucchiato da quello strano specchio. La testa girava vertiginosamente, e poco dopo mi ritrovai a terra.

Tastai con il palmo della mano il terreno, trovandolo disgustosamente umidiccio e sgradevole al tatto. Avevo la costante sensazione di non riuscire ad aprire gli occhi, sebbene non ci avessi nemmeno provato... me li strofinai, e senza rendermene conto mi impiastricciai completamente il viso di terra.  Feci quello che a me pareva un enorme sforzo: aprire gli occhi e rendermi conto di non essere più rinchiusa in quelle quattro mura del mio bagno.

Misi velocemente a fuoco la vista per poter analizzare lo strano posto in cui mi trovavo.

Guardai d'istinto verso il basso, dove poco prima avevo captato del terriccio, e si formò una smorfia divertita sul mio viso nel vedere le impronte delle mie mani proprio lì.

Intorno a me vidi milioni ciuffetti d'erba e molti fiori sparsi qua e là, ma soprattutto vidi un campo pieno di tulipani. Mi alzai con tutte le mie forze, nonostante sentissi le ossa più indolenzite del solito... ero caduta per arrivare qui? Eppure la mia memoria non ricorda una botta simile.

Mi posai la mano sul fianco cercando di mettere a tacere quel dolore immenso, quando però le mie dita sfiorarono qualcosa di leggero e morbido. Girai lentamente il viso, pregando di non avere una tarantola sulla vita, vedendo con immenso stupore che sulla mia schiena erano spuntate un paio di... ali!

La mia faccia era indescrivibile, dire che le mie labbra erano spalancate dallo stupore era persino poco. La mascella toccava letteralmente a terra! Lo shock era dovuto da più cose messe tutte assieme, come avevo fatto a non accorgermene prima? Ma soprattutto non mi sarei mai aspettata delle ali cosi maestose. Erano completamente bianche, la luce del sole mi faceva intravedere qualche riflesso dorato, erano meravigliose. Quindi ora potevo volare?

La minima parte razionale che veniva conservata in me mi disse, o mi pregò, di non farlo. Effettivamente non sapevo come controllarlo, non sapevo nemmeno dove mi trovavo... dovevo evitare qualunque pericolo.

Mi sembrava quasi di essere nel mondo delle favole, non mi capacitavo ancora di nulla. In meno di una settimana era successo di tutto, dai ricordi alle apparizioni. Non davo più per scontato nulla.

Mi avvicinai finalmente a quell'incredibile campo di tulipani, pronta ad immergermi completamente fra essi, quando la lama di una falce apparse ad un soffio del mio viso. Oh cazzo quella falce avrebbe potuto cavarmi un occhio.

«Ei tu! Quest'area é riservata... dovresti saperlo.» mi fece eco la voce di una ragazza, la stessa che mi stava puntando quella maledetta falce un palmo dal mio viso.

Indietreggiai di un passo, allontanandomi dalla sconosciuta.

In altezza la superavo di qualche centimetro, ma la sua bellezza era disarmante. Il corpo ben proporzionato ed asciutto, le gambe invece, erano snelle e slanciate. I suoi lunghi capelli biondi cadevano perfettamente sulle sue spalle sottili. Venni catturata subito dalle sue iridi verdi, che concludevano in bellezza il suo viso, assieme ad un naso all'insù e delle labbra piccole, ma carnose.

Notai che anche lei possedeva un paio di ali, sicuramente molto più macabre del suo aspetto. Le piume che le componevano erano grigie, più si scendeva, più il colore diventava intenso.

«Mi dispiace davvero- sono appena arrivata qui. Non volevo assolutamente rovinare nulla di tutto ciò, stavo cercando di ambientarmi in modo autonomo» le mie parole sembravano scuse su scuse, ma speravo che almeno questa ragazza avrebbe potuto darmi una mano.

«Sei appena arrivata? Effettivamente il tuo viso non mi é molto familiare. Mi... dispiace essere stata brusca, ma é mio dovere proteggere tutte queste speci nel nostro mondo. Questo é uno tra i pochi campi di tulipani rimasti, alcuni ingrati si sono divertiti a distruggere la nostra flora!» sembrava davvero dispiaciuta nel pensare a tutto ciò, devo ammettere di aver abboccato a pieno nella sua trappola. «Il sole sta quasi per tramontare, deduco che tu non abbia un luogo dove passare la notte quindi se non ti dispiace potresti venire con me. Non vorrei lasciarti qui da sola, é sempre meglio rimanere riparati al chiarore di luna.»

Il suo gesto mi parve gentile, beh nel mio mondo nessuno avrebbe ospitato una sconosciuta nella propria abitazione, quindi accettai senza esitazione. Rimanere da sola al buio non mi entusiasmava affatto.

Ci incamminammo verso quella che mi venne descritta come casa sua, io zoppicavo leggermente e la mia compagna di viaggio se ne accorse.

«In ogni caso io sono Cady, ti dispiace raccontarmi come sei arrivata qui? E soprattutto per quale motivo stai zoppicando»

Le raccontai tutto, sicuramente non sapevo se fosse una persona fidata o meno, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno. Avevo bisogno di essere capita e di liberarmi di quel peso insostenibile.

Le raccontai della piuma, dei ricordi, del mio specchio e del mio arrivo in quel mondo magico.

Lei invece mi descrisse questo strano ambiente fatato, mi promise che il giorno dopo avremmo fatto una visita per riuscire a farmi ambientare velocemente, e mi avrebbe anche spiegato come tornare a casa.

La casa di Cady pareva molto accogliente, mi diede dei vestiti puliti e mi fece fare una bella doccia. Dopodiché ci preparammo due panini con degli ingredienti svuota frigo e infine mi condusse in quella che per quella sera sarebbe stata la mia camera da letto. Si scusò per il disordine e socchiuse la porta, l'ultima cosa che sentii furono i suoi passi allontanarsi da lì.

La camera non era disordinata, ma bensì spoglia. Probabilmente una camera che non utilizzava da molto tempo, o che non era mai stata utilizzata. Mi sistemai sul materasso e cercai di ripararmi dal freddo con delle misere lenzuola consumate, anche se fortunatamente quella notte passò in fretta, data la mia evidente stanchezza.

Mending the darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora