18. Fiore di loto

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HAYDEN'S POV🥀

Non sarei dovuto rimanere lì, non assieme a lei. Ma non potevo andarmene sapendo di star lasciando mia sorella nelle mani di un'assassina.

Quella ragazzina non sarebbe riuscita a convincermi con due occhioni blu ed un bel fisico, anche se la notte scorsa non esitai nel soffermarmi ad osservare le sue cosce scoperte a causa della maglietta striminzita che stava indossando.

Eppure quel mostriciattolo dormiva serenamente accanto a me, e guardarla in quelle condizioni con i capelli arruffati sul viso e le labbra schiuse, la facevano sembrare innocente e indifesa.

Non potevo lasciarmi ingannare da un buon faccino, nessuno preleverà dalla mia memoria certi ricordi, nessuno mi ridarà indietro mia madre.

Mia sorella continuava a sostenere di come i miei pregiudizi fossero troppo affrettati, dovevo darle una possibilità... la risposta era no. Non l'avrei fatta entrare nella mia quotidianità per potermi studiare meglio, non sapeva di che cosa potevo essere capace.

La mente umana può essere ben più contorta di quello che si possa pensare, potrebbe diventare da un momento all'altro sempre più imprevedibile.

Iniziò a muoversi fra le lenzuola, come una dannata bambina, probabilmente in preda all'ennesimo incubo della nottata. Evidentemente aveva trattenuto il sonno per troppo per potersi assicurare di disinfettare al meglio le mie ferite, forse per pena, ma avrei potuto farlo benissimo da solo.

Anche se, ammetto, di non aver pensato nemmeno per un secondo di allontanare le sue mani dai miei tagli. Probabilmente quel tizio mi aveva stordito per bene, non c'era altra spiegazione.

Tra i suoi movimenti riuscii a scorgere poco sopra il gomito un tatuaggio particolare, niente meno che un fiore di loto.

Rimproveravo sempre Ren per la troppa curiosità, ed in quel momento ero io a voler scoprire di più.

Mi avvicinai cautamente, sfiorando con la punta dei polpastrelli il marchio. Potevo ritenermi esperto nel campo, le mie braccia erano oramai tappezzate da questi simboli colorati.

Il fiore era stato riadattato in una forma abbastanza stilizzata, l'interno era colorato di un rosa pastello quasi impercettibile, compresa la fogliolina verde alla base della pianta.

Non potei non notare come il mio tocco non riuscì a passare inosservato, provocandole così un'ondata di pelle d'oca.

«Non toccarmi... stronzo.» con la voce ancora impastata dal sonno e gli occhi chiusi, quella frase non poteva che risuonare in modo adorabile. Più che un ordine, pareva una supplica.

«Questo fiore non ti ha aiutata, non dovrebbe tenere lontani gli spiriti cattivi? Direi che non ha proprio funzionato.» mi rigirai sul fianco, per poterla guardare meglio «Come può permettersi un angioletto di finire tra le grinfie di un demone? La vostra incoscienza mi diverte parecchio.»

Si sfilò il cuscino da sotto la testa, sbattendomelo sul petto, davvero un ottimo tentativo per abbattermi. Fortunatamente non tutti gli insegnamenti di mio padre si possono considerare inutili, come quello di allenare i riflessi.

Con una mano e senza difficoltà riuscii a circondare i suo polsi, bloccandola, e facendola svegliare completamente.

«Pensandoci meglio, credo che quella famigerata gomitata, sia stata un colpo di fortuna.» non sapeva nemmeno difendersi.

«Tu credi?» quel tono furbo non mi convinceva, in un attimo piegò il ginocchio cercando di colpirmi.

Con la mano libera riuscii a placare il movimento, catturandole la caviglia. Senza rendermene conto ero finito completamente sopra di lei.

I suoi occhi cercarono rapidamente i miei, facendomi notare subito il colorito delle sue guance. Era diventata un pomodorino.

«Non sei per niente divertente!» chiuse gli occhi utilizzando tutte le sue forze per rotolare via da me, o dal mio contatto. «Ora promettimi di rimanere qui, non puoi farti vedere da tua sorella... non qui, non in queste condizioni.»

Si sistemò con noncuranza la maglietta, guardandomi in modo severo.

«Te lo prometto, fiore di loto.» risposi a mia volta ghignando, riferendomi esplicitamente al suo tatuaggio. E così, in men che non si dica mi ritrovai da solo all'interno di quella stanza.

🪷

Erano passati dieci minuti, forse quindici, le sentivo ridere e blaterare con un volume piuttosto chiassoso. Ma chi ero io per rimanere immobile in una camera che mi implorava di essere scoperta?

Iniziai a guardarmi intorno, voleva cercare di entrare nelle nostre vite no? Bene, allora l'avrei colta di sorpresa, pronto a ricambiare i colpi.

Ma attorno a me vedevo solamente la camera di una ragazzina, niente di sospetto o personale. Quasi spoglia e formale. L'unica speranza poteva essere ritrovata nei cassetti, solitamente sono il luogo più "sicuro" dove rifugiare le proprie cianfrusaglie. Mi avvicinai al comodino affianco al letto, e finalmente trovai qualcosa in cui frugare e mettere le mani.

Stavo invadendo la sua privacy? Beh, forse.

Un quadernino, alcuni elastici per capelli, una ridicola mascherina per la notte con sopra stampato il muso di un fenicottero, qualche monetina ed infine... due piume.

Quelle erano proprio le mie.

I conti non quadravano, ricordavo molto bene di aver inserito la prima in mezzo ad una delle tante pagine di un libro antico, quella mattina ero lì, assieme a lei.

Fu la prima volta che riuscii a vederla realmente, fu anche il primo passo per farla incuriosire al nostro mondo.

Ma la seconda? Non ero di certo stato io ad inserirla, questo vuol dire solamente una cosa...

Qualcuno ha compiuto lo stesso gioco per arrivare al mio angelo.

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