26. Affetti familiari

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(Nel capitolo si tratterà di alcuni
temi abbastanza delicati, purtroppo
sono necessari per capire meglio le
vicende della trama. Spero di non urtare la sensibilità di nessuno 💜)

Io e Hayden ci rivestimmo, scambiandoci in continuazione qualche bacio innocente.

Poi, come se si fosse ricordato sul momento, si scusò e scappò via da me velocemente, giustificandosi con un impegno.

Avevo appena passato la notte più bella della mia vita, eppure il mio demone sembrava distratto quella mattina.

I suoi pensieri non mi includevano, forse per mancanza di una dovuta comunicazione, o per bisogno di proteggersi.

Il prima possibile gli avrei fatto capire la mia vicinanza, ma soprattutto la mia presenza.

Lasciai quell'appartamento così accogliente, che in poche ore era riuscito a contenere i miei ricordi più importanti.

Iniziai a camminare fra le via canadesi, ancora con un peso invadente nel cuore.

La questione con mia "mamma" non era ancora risolta, sentivo il bisogno di farlo.

Quasi in apnea varcai la soglia di casa mia, cercando di non fare troppo rumore.

In fondo il pilastro fondamentale della mia vita fu proprio lei, non ci sarebbe stato nessun legame di sangue per unirci, eppure riuscì a non farmi mancare nulla pur essendo da sola.

Mi sentivo costantemente circondata dal suo affetto, se avessi avuto bisogno sapevo di poter contare su di lei.

«Ren, finalmente sei a casa io...» la vidi sbucare fuori dal salotto, una coperta avvolta attorno al corpo e gli occhi arrossati.

Il mio cuore non resse nel vedere quell'immagine raccapricciante, il solo pensiero di esserne stata la causa mi distrusse.

Mi avvicinai senza proferire parola, abbracciandola.

La cullai fra le mie braccia, proprio come era solita fare da quando ero bambina, ogni qual volta che ricevevo uno spintone o a scuola le giornate sembravano non finire.

Dopo esserci scambiate la dose giusta di affetto, mai troppa, ci recammo in salotto e ci sedemmo nei due lati opposti del sofà.

«Bambina mia, pensavo fosse giusto così, ti ho sempre amato come una figlia. Tu sei mia figlia Ren, non potevo chiedere di meglio... nascondertelo non è stato fatto per ferirti.» la voce era convinta, ma notai comunque un leggero tremolio nel labbro inferiore.

«Lo so mamma, so che tu non mi faresti mai del male. La notizia mi ha scioccata, eppure tu rimani sempre la stessa! Sei stata tu a fare di tutto per me, e non ti ringrazierò mai abbastanza.»

Le chiesi di raccontarmi di più, sapevo di non poter stare a bada con queste domande, volevo sapere di più sul mio passato.

Ma soprattutto, scoprii il passato di mia madre.

Mi disse di non poter avere bambini, nonostante quello fosse uno dei suoi sogni più grandi.

Ci provò molte volte, eppure qualcosa non andava. La diagnosi finale fu un colpo basso per lei.

Il suo compagno dopo ciò la lasciò, spezzandole e calpestandole per bene il cuore.

Si sentì in colpa per mesi dopo quest'accaduto, pensava di essere lei il problema nella coppia, iniziò a sottovalutarsi e ritenersi meno importante degli altri.

Come un arcobaleno, arrivai io, squarciai quell'orribile tempesta che rischiò di distruggere la donna magnifica che diventò.

Tutti i nostri ricordi felici attraversarono la mia memoria, e non ricordai nemmeno una volta dove potei cercare mamma migliore.

Una donna così coraggiosa, che riuscì a sostenere sua figlia anche durante uno dei periodi più brutti della sua vita: la depressione.

Il fiore di loto tatuato sul mio braccio, era identico al suo. Per quanto contraria a questi "marchi indelebili", decise di segnarsi a vita assieme a me, per non scordarci mai di questo nuovo inizio.

Iniziammo a raccontarci tutto ciò che ci eravamo perse in questi giorni o in questi anni.

Le raccontai di Hayden, di come mi fossi totalmente innamorata di quel ragazzo.

Così magnetico e misterioso, capace di attirare la mia attenzione in poco tempo.

«Non dobbiamo ripassare le regole su cosa fare con i ragazzi vero? Non sono pronta!» arrossii violentemente, quella risposta fu ancora più chiara.

«Ren, per Dio!» esclamò contenta, scoppiando poi in una risata contagiosa.

Le dissi persino della sua stramba famiglia, sembrava così contenta che fossi riuscita a trovare così tante conoscenze.

Omisi alcuni dettagli su di loro, tipo dove li conobbi oppure dello strano specchio nascosto in casa nostra.

Alle mamme non si racconta tutto tutto, no?

🪷

Il telefono prese a vibrare, segnalandomi l'arrivo di una chiamata.

«Alya, pronto?» sperai vivamente che non mi avesse chiamata per sapere i dettagli di quella notte, sarebbe stato fin troppo imbarazzante parlarne con sua sorella.

«Piccola Ren! Sta sera Matt organizza una nuova festa, senza nessuna veggente sta volta...»

Mending the darknessDove le storie prendono vita. Scoprilo ora