9. 1000 anni e portarseli bene

48 3 5
                                    

La moto in questione era un mezzo molto simile alla sua omonima terrestre, infatti ne aveva conservato il nome. La differenza sostanziale consisteva nel fatto che questa moto non aveva ruote, non le servivano affatto, librandosi ad un metro dal suolo.
Una fitta rete di sensori captava le inclinature, i dislivelli, ogni ostacolo nel raggio di cento metri. In questo modo la guida era assistita al 99%.
Certo, per gli imprevisti, la responsabilità era totalmente del pilota, del resto la moto non forzava assolutamente nessuna manovra, si limitava a stabilizzare la distanza dal suolo, prevedendone i cambiamenti.
Nayeli accarezzo' la carenatura nera dalle forme tondeggianti e allungate che rendeva la creatura meccanica aggressiva e al tempo stesso ammaliante.
La sentì ricca di spessore, appena ruvida, sotto ai polpastrelli.
" Buongiorno, Luminosa Lettrice. - Rufus le fece un breve inchino e la guardò stupito. - Vi piacciono i mezzi sportivi?"
"Non avevo mai visto niente del genere... le usate spesso?" Nayeli lo guardava indossare i guanti, già in sella alla sua moto, di un rosso cupo e sfumato.
"Ogni tanto, quando vogliamo cambiare aria... di solito andiamo nelle zone verdi, per pescare e nuotare. Con queste ci si mette davvero poco... -sorrise gaiamente infilando gli occhialoni.- Avanti Vinicio, sali e allacciati le cinture, vorrei evitare di sentirmi abbracciare... grazie." Ridacchio' appena, guardandolo da uno specchietto retrovisore.

Xerses si accostò alla ragazza e fece un cenno a Pedro che rispose lanciandogli un oggetto piccolo e leggero che prese con una mano.
Si pose dietro di lei e cominciò a tirarle indietro i capelli per farne una coda di cavallo. Le ciocche scivolavano tra le sue dita come la sabbia più fine, li avrebbe accarezzati per molto più tempo, ma sentiva ogni occhio decifrare i suoi gesti così fece il prima possibile. Non poté non notare una vibrazione delle sue piccole spalle, un brivido.
"Ti sto facendo male? Devo legarli per non correre il rischio che si impiglino in qualcosa... non vorrei voltarmi e accorgermi di averti lasciata su qualche ramo.."
"Non mi hai fatto male." Rispose Nayeli, arrossendo e facendo ondeggiare la coda alta e luminosa.

"Da quando si danno del tu?" Sussurrò Rufus a Vinicio, alzando un sopracciglio.
"Da oggi a quanto pare..." Disse Vin ingobbendosi alle sue spalle.
Rufus emise un'altra risata divertita ma al tempo stesso si promise che avrebbe fatto una chiacchierata col suo migliore amico.
Non aveva nessuna voglia di vederlo impiccato.
Sapeva che non stava tenendo una distanza consona e percepiva una sorta di magnetismo che doveva essere subito soffocato.
Non andava.
Non andava per niente bene.
Lo avrebbe osservato con attenzione.
Al tempo stesso era quasi benevolmente sconvolto per il nuovo Xerses che si trovava dinnanzi. Vederlo cedere alle proprie voglie non era di certo da lui. Lo aveva sempre visto apatico, deciso, freddo.
Da dove era uscito quello sguardo rassicurante, quel tono di voce pacato..? Gli sembrò quasi che il suo sorriso sghembo si raddrizzasse.
Di una cosa era certo: sarebbe stato al suo fianco proprio come Xerses aveva sempre fatto con lui, fin quando, da bambini, si nascondevano nelle torrette sulle colline di sabbia, giocando a fare i soldati.
"E tu cosa ne pensi...?"
L'aiuto di Vin gli sembrò essenziale, anche perché aveva già intuito quali sentimenti provasse per la Lettrice di Anime.
Vin rimase in silenzio per un istante, poi parlò con un filo di voce quasi impercettibile.
"Io penso che... Lui non si renda conto. Forse dovresti parlargli. Non lo dico per interesse personale...del resto ti stai accorgendo anche tu di qualcosa di strano..."

La seduta della moto era piuttosto alta, quindi il Capitano aiutò la ragazza a salire e allaccio' le cinture che l'avrebbero tenuta al sicuro durante il viaggio. Un nodo in gola non gli permetteva di respirare. Si sentì affannato come un vecchio.
Prese un lungo respiro mettendo gli occhiali e accenno' verso Rufus, sentendosi fin troppo osservato.

Il clima del nord era molto instabile, durante il giorno la temperatura era mite, mentre la notte congelava la superficie dei fiumi e dei laghetti. Piccoli laghi, nelle incanalature di una vasta distesa di roccia liscia e scura, ai cui lati crescevano piante dall'aspetto ancestrale con foglie grandi e spesse di colore giallo indiano. Fra di esse sbocciavano fiori bianchi lanugginosi, tondi come code di conigli, pronti per essere trasportati dal vento in un'altra regione vicina.
Era una zona molto limitata del pianeta 8, una zona verde in cui crescevano alcuni piccoli villaggi agricoli e di pescatori.
Molto del cibo consumato in capitale proveniva dalla fascia verde, ma il primo importatore assoluto rimaneva Golgota.

VETERNUSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora