14. Il gioco di Thomas

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1...2...3!

Con un balzello aggraziato, la bimba dai capelli ramati, arrivò nel bel mezzo del corridoio principale dell'ala dei Figli dell'impero. Si voltò a guardare la donna vestita di bianco alle sue spalle, fiera della sua leggiadria, aspettava di essere lodata come si meritava.

"Bravissima Silene Alba!" Esclamò lei sorridendo. In fin dei conti questo era il suo lavoro: curare, saziare, coltivare ed idolatrare la piccola Silene Alba, la più giovane della famiglia imperiale. Risultava essere anche la più coccolata e viziata ma, nonostante ciò, non aveva mai fatto un capriccio. Non aveva mai richiesto qualcosa di stravagante. Tutto ciò che le piaceva era disegnare e parlare.

Silene Alba interruppe bruscamente il suo gioco, attirata dalla porta sorvegliata da una guardia che conosceva bene. Lei conosceva tutti coloro che frequentavano il palazzo dato che amava chiacchierare e fare domande su domande. Il soldato seduto di fronte alla porta era Pedro. Silene aveva imparato che a lui non piaceva molto chiacchierare, infatti una volta si era addirittura addormentato mentre gli parlava. Lo aveva trovato un po' maleducato ma Rufus gli aveva spiegato che doveva essere molto stanco.

Rufus era il suo preferito. La faceva sempre ridere e certe volte gli faceva degli scherzi stupidi. Silene, da un po' di tempo a questa parte, annunciava a tutti di essere fidanzata con lui, diceva che lo amava e che lo avrebbe sposato presto.

"Buongiorno piccola Imperatrice." Gli disse Pedro trovandola a fissarlo poco distante.

"Ciao!" Gli urlò posizionandosi di fronte a lui. "Cosa fai?"

"Il mio lavoro. Sto di guardia."

"A cosa?"

"A questa porta."

"Perché?"

"Perché è importante che sia sorvegliata. Non deve entrare o uscire nessuno, capisci?" Pedro era arrivato al limite massimo di parole pronunciabili in una conversazione. "Ora vai, vai a giocare Silene..." Le sorrise.

Lei non ricambiò il sorriso. "Cosa c'è dietro questa porta? Chi dorme qui? Pensavo fosse vuota."

"Un'amica della mamma e di papà."

"Posso vederla?"

"No."

La tata di Silene provò a convincerla ma la bambina sembrava irremovibile. Mentre il soldato parlava con la tata, nel pallido tentativo di convincerla nel portare via la bambina, Silene bussò piano alla porta. Non la notarono neanche. Poco dopo, la porta si aprì lentamente e una bellissima donna, dai capelli lunghi e chiarissimi si affacciò all'uscio, cercando con lo sguardo trasparente chi l'avesse disturbata dai suoi pensieri.

Silene Alba fu meravigliata dalla sua pelle di candida porcellana, liscia come quella delle sue bambole rare, e quando i suoi occhi la incontrarono, si sentì pervadere internamente da un delizioso solletico, da un'energia simile a quella delle streghe. Del resto, era sicura che se mai avesse incontrato una strega, una strega buona, le avrebbe fatto provare proprio la stessa sensazione.

Pensò che fosse magia.

"Buongiorno Figlia dell'impero... A cosa devo la vostra visita?" Chiese la strega buona a Silene Alba.

Pedro e la tata erano immobili e desolati. Fecero all'unisono un cenno di scuse alla bella strega.

"Ora mi ricordo di te!" Esclamò la bambina battendo le manine e saltellando gioiosamente. "Solo che eri tutta sporca e i tuoi capelli sembravano diversi..."

"Li ho lavati!" Rispose accarezzandoli. Silene stava ammirando il lungo vestito che la copriva: Dal tessuto sottile color pesca, le spalline composte da un ricamo, seguiva le sue forme delicate lasciando scoperte le caviglie e i piedi nudi.

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