IV.

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Keigo aveva insistito per prendere in mano la situazione, con espressione allegra mentre due su quattro erano imbronciati e si guardavano ancora in cagnesco, per portarli a un nuovo pub cubano che non vedeva l'ora di provare e che gli avevano consigliato in molti.

"¿Alguien habla espanol?" domandò allegro, cercando lo sguardo di Saori, che si voltò a sua volta a guardarlo contenta.

Le tese la mano e lei la strinse entusiasta, poi, ancora euforica, cercò la mano di un'imbronciata Hana accanto a lei, per una riconciliazione, guardandola con occhi teneri. Keigo si accorse della cosa e, scherzosamente, guardò Toya.

"No, col cazzo che ti prendo la mano. Sembrate tre coglioni, per la cronaca". 

Hana sorrise a Saori.

Non riusciva mai ad arrabbiarsi troppo tempo con lei.

"Toya smettila di parlare solo per dare aria alla bocca." lo stuzzicò.

Lui le fece il dito medio.

"Smettila di indossare quei pantaloni così stretti solo per sculettarci dentro."

Hana spalancò gli occhi.

"Mi stavi guardando il culo?"

Toya si accese una sigaretta.

"Non ho mai detto di averlo guardato."

Hana gliela rubò dalle mani e se la infilò in bocca. 

Fece un lungo tiro.

"Grazie."

"Ma prego fai pure..."

Entrarono nel pub cubano e si guardarono subito intorno, mentre un forte odore di erba invase le loro narici. 
Là dentro si suonava e si ballava in modo talmente sensuale che sembrava che stessero facendo l'amore sulla pista. I sigari facevano un grosso fumerone e odore forte che ti faceva venire voglia di fumare come un dannato.
E l'alcool scorreva a fiumi. Sarebbe stato facile ubriacarsi lì dentro.

Saori ci mise poco a perdere il conto dei drink. Si strinse al braccio di Hana, ridacchiando, mentre poco più in là Keigo stava cercando di farsi capire dal barista, un uomo possente dalla testa rasata e l'aria piuttosto annoiata.

"Mi amigo piensa... que habìa...ci fosse qualcosa...en su drink" cercò di spiegargli, indicando Toya che stava seduto contro il bancone con espressione un po' mistica e assente.

"Que habìa...cosa c'era en su margherita?"

"Escuchame bien: sal de mi bolas".

"Eh? Temo di non aver compreso-"

"Levati dalle palle" tradusse lui nella loro lingua.

"D'accordo, come non detto".

Keigo aiutò Toya a rimettersi ritto e, reggendolo per una spalla, si avvicinò a Hana e Saori che stavano imitando le persone in pista e stavano facendo un civettuolo balletto di coppia.

"Andiamo a prendere un po' d'aria, qui ci stiamo facendo di brutto!"

Uscirono per qualche minuto e in effetti si ripresero parzialmente, Toya sembrava stare di nuovo bene.
Keigo lo guardò stupito.

"Certo che se ti sei già ripreso, vuol dire che sei abituato a roba buona".

"Ma se tu stai meglio di me..." 

Si sorrisero battendosi il cinque.

"Ahh la droga!" esclamarono insieme.

Fin da ragazzini Keigo e Toya avevano l'abitudine di farsi di tanto in tanto.
Avevano condiviso serate che non avrebbero mai dimenticato e di cui parlavano spesso.

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