II.

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Nell'appartamento Takami-Todoroki, i due ragazzi si stavano rollando dei meritatissimi spinelli per scacciare lo stress del lavoro e, in generale, della settimana. Toya se ne stava scompostamente seduto sul divano con le caviglie incrociate sul tavolino di fronte, e stava accendendo la play. 
Quel pomeriggio faceva piuttosto caldo in casa, era una settimana dalle temperature insospettabilmente alte. Keigo girovagava in jeans e a petto nudo, e anche Toya se ne stava senza maglietta, con lo spinello appena rollato sistemato dietro l'orecchio frattanto che finiva l'aggiornamento della play.

"Partitina?" chiese lanciando un'occhiata a Keigo.

"Sì, accendi il mio joystick".

Keigo sprofondò sul divano, vicino all'amico, e si sporse sul tavolino per trafficare con l'erba e la cartina. 
Toya avviò il loro gioco sparatutto preferito.

"Ci sei?" gli chiese impaziente.

Aveva proprio voglia di rilassarsi con la canna in bocca e una bella partita alla play. 
Raramente passavano quei pomeriggi rilassanti, tra lavoro e impegni personali il tempo era poco e ogni tanto Toya aveva nostalgia dei vecchi tempi e di quando passavano così interi pomeriggi.
Ciò che non avevano calcolato era che la partitina divenne subito una competitiva sfida, mentre i due amici fumavano e parlavano di tutto, compresi gli argomenti che non si trattavano con chiunque, come i problemi con la famiglia, il sesso e le vicine di casa.
Toya, mentre il suo personaggio veniva sparato e assalito ripetutamente da quello di Keigo, si era un po' nervosamente sfogato su suo padre, sul lavoro al pub quando le cose non giravano come voleva lui, e si era lamentato anche di Hana, che purtroppo, tra le altre cose, abitava anche dall'altro lato del muro.
Keigo lo ascoltava in silenzio, ma dopo un po' gli fece un sorrisetto allegro.

"Tutte queste situazioni ti mandano decisamente in frustrazione, dovresti scopare di più. Non riesci neanche a non prenderle dal mio personaggio".

"Quanto sei stronzo a chiamare il tuo personaggio come mio padre?"

"Se vuoi, alla prossima schermata di selezione lo chiamo Hana. Tanto ti fa sempre il culo, sei già abituato" scherzò allegro Keigo, mentre mettevano in pausa tra un combattimento e l'altro per trafficare con la canna. 

"Non dirlo nemmeno per scherzo. Mi manca solo avere a coscienza quella stronza." borbottò facendo un lungo tiro.

"Quella stronza ha un nome e tu lo ricordi benissimo mio caro Toya."

Alzò gli occhi al cielo.

"Che mi dici invece della tua di amica. Se vuoi posso chiamare il mio personaggio Saori." lo provocò giocando lo stesso gioco.

Keigo sorrise per niente imbarazzato.

"Ah, scusami, non avevo capito che miravi a essere scopato da me".

L'amico gli lanciò un cuscino.

"Ricordami perché sono tuo amico." 

"Perché sono un gran figo!" 

"Dio aiutami.." borbottò Toya alzandosi per andare a cercare delle birre in frigo.

"Merda abbiamo finito l'alcool, com'è possibile?"

Keigo sospirò teatralmente.

"Beviamo come due alcolizzati cinquantenni Toya, sarebbe stato strano se fosse ancora fermo lì!" 

"E adesso come la risolviamo?"

"Chiedi alle ragazze. Scrivi a Hana" lo punzecchiò distrattamente, mentre faceva scorrere la lista delle opzioni alla play.

"Non le scrivo manco morto a quella lì. É già tanto se ho il suo numero. Preferisco morire di sete che scrivere a quella." asserì convinto.

Keigo fece un tiro dalla canna facendo uscire del fumo.

in love with judasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora