II.🔞

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Hana aveva lasciato due bottiglie di birra al loro tavolo, offerte dalla casa, e poi si era allontanata dopo aver raccomandato Keigo di trattare Saori con un certo riguardo.
Rimasti soli, lei lo guardò un po' sorpresa ma anche un po' ammaliata, cercando tuttavia di nasconderlo.

"Credo che Hana ti conosca piuttosto bene" constatò Saori.

"No, non è vero" sorrise allegro Keigo, poggiandosi il viso contro il palmo della mano e ammirando la ragazza seduta di fronte a sé.

"È solo che Hana ha sempre belle parole per tutti".

Saori rise e annuì col capo.

"Questo è vero. Ma vedo che ha una predilezione particolare per Toya e te. Ecco, gli insulti rivolti a voi due sono in un certo senso molto sentiti e sinceri" spiegò con tono dolce.

"Che posso dire, presto potrai constatare da te il clima che c'è sul nostro pianerottolo. Siamo vicini amichevoli e alla mano, - be', non Toya, ma io sono molto amichevole, e abbiamo la tv più nuova e da cinquantasei pollici. E poi puoi chiamarmi se ti serve qualche piccola riparazione in casa. In sintesi, mi adorerai".

Saori lo guardò divertita.

"Ah, vedrò di tenerlo a mente".

Mentre sorseggiavano la birra, cominciarono a chiacchierare un po' di tutto e ridere e scherzare.
A fine serata si ritirarono insieme dal pub, visto che ormai abitavano nello stesso palazzo.
E fu tutto molto normale, poiché davvero avevano riso insieme tutta la sera.
Parlarono e scherzarono almeno fino a quando non entrarono in ascensore, quando i loro animi si quietarono un po'. Saori si poggiò di schiena contro lo specchio, e giocò distrattamente con una ciocca lilla della sua coda alta.
Keigo restò in silenzio accanto a lei, con le mani nelle tasche del giubbotto di pelle.

Uscirono sul pianerottolo e si guardarono con un sorriso.

"Bene, entrambi a casa" scherzò Saori.

Camminarono fino alla porta dell'appartamento in cui vivevano le due ragazze, e Keigo si fermò appena oltre, a qualche passo dalla porta di casa sua e di Toya.
Le fece un sorrisetto malizioso.

"Dobbiamo ammettere che è un po' strano".

"Il fatto che ci ritiriamo a casa insieme e ci fermiamo a due porte accanto?"

"Sì, decisamente".

"Hai ragione, soprattutto visto quello che c'è stato solo ieri sera".

Keigo batté le mani una contro l'altra, come se Saori avesse pienamente centrato il punto.

"Ecco! Insomma, magari una sera di queste ti immaginerò nuda che ti stringo i fianchi mentre ondeggi su di me, e tu sei solo oltre la parete, e magari stai dormendo. Saresti così vicina, eppure non potrei toccarti come ho fatto nella mia auto".

Saori dischiuse le labbra, sentì immediatamente il desiderio germogliare dentro di lei e si chiese mentalmente come fosse possibile che a quel ragazzo bastasse una frase per avere un potere del genere su di lei.

Takami Keigo.
Con quegli occhi di falco e l'aspetto così sensuale poteva essere davvero una seria minaccia per una con un autocontrollo, a quanto pareva, misero come il suo.

Infatti, Saori lo raggiunse con un paio di passi e gli accarezzò il viso, guardandolo negli occhi. Gli cinse il collo con le braccia e cercò la sua bocca per un bacio lento ma sensuale.

"Tu sei uno che ha capito tutto, vero?" gli mormorò guardandolo coinvolta.

Keigo la guardò eloquentemente divertito, mentre le stringeva un po' le mani sulla vita per rendere l'abbraccio più saldo e farle capire che non l'avrebbe lasciata andare facilmente.
E infatti, con lo stesso trasporto della sera prima, entrarono insieme nell'appartamento di lui.
Si baciarono fino alla camera da letto, si disfecero in fretta dei vestiti. Lui le sfilò i jeans e lei si sciolse i capelli, passandoci le mani attraverso per districarli. Si accarezzarono i corpi nudi, e Saori si ritrovò molto attratta dalle sue braccia muscolose.
Keigo si strinse il membro, ormai durissimo, su cui aveva velocemente srotolato un profilattico e lo sfregò avanti e indietro contro la sua femminilità, facendolo scivolare tra le labbra bagnate ma senza penetrarla.

in love with judasDove le storie prendono vita. Scoprilo ora