TESH
Lipsia non era pronta ad avere tra i suoi ranghi una bambina come me, questo lo capii non appena scesi dalla vecchia Fiat di mia madre e camminai a passo spedito verso quella che sarebbe stata la mia nuova casa. Una vecchietta, nostra vicina, salutò mia madre e me con un dolce sorrisino sdentato attraverso la sua siepe di margherite ben curata.
-Benvenuta cara, che bel bambino, quanti anni hai tesoro?-
Bambino. Mi aveva scambiata per un ragazzo. Non che non fosse plausibile, già da allora portavo i capelli molto corti, a caschetto, gli abiti larghi coprivano la mia figura mingherlina e non è che a cinque anni si abbia una anatomia ben distinta.E Tesh non era nemmeno un nome da ragazza, a quanto ne so io.
-Sono femmina brutta racchia-
Le dissi con sdegno, mia madre le sorrise a occhi sgranati e leggermente in imbarazzo, sperando che quella anziana signora dai capelli bianchi raccolti in una crocchia ordinata non mi avesse sentito.Entrammo in casa con due scatoloni, uno a testa, erano quelli i nostri unici averi. Nel mio c'erano soltanto due cose: la mia chitarra giocattolo e un plettro rosa che ritraeva una barbie dai capelli lunghi e biondi, per giunta oleografico.
La mia camera era al piano superiore, in quello inferiore c'erano la cucina, il soggiorno, uno sgabuzzino e un bagno. Io dormivo nella mansarda, tutto era già completamente arredato. Il minimo che il mio vecchio potesse fare per noi, dopo aver piantato in così malo modo la mamma.
Ci aveva trovato lui questa casupola in questo paesino di montagna, in Germania, isolato e popolato solo da vecchi ultra ottantenni. L'idea non mi esaltava, per niente.
La mia salvezza arrivò esattamente un anno dopo, quando io avevo iniziato la scuola elementare da poco meno di un mese. Quella stupida divisa mi stava di merda, i miei capelli corti e riccioluti non si abbinavano proprio per nulla alla gonnellina, estremamente corta anche lei, che ero costretta ad indossare.
La brutta vecchiaccia che mi aveva scambiata per un maschio morì e sua figlia decise di vedere quella casa vecchia e piena di polvere. Nel corso dei mesi l'anziana ci aveva invitato varie volte a prendere un the, me e mia madre, intendo. Ma noi avevamo sempre rifiutato. Quella mi sembrava il tipo di vecchietta che aveva soltanto caramelle paragonabili a blocchi di cemento armato, e onestamente tenevo fin troppo alla mia dentatura sana.
Erano in tre, una donna con due bambini a carico, completamente diversi l'uno dall'altro. Li vidi arrivare in auto dalla finestra della mansarda e mi sembrò quasi di rivivere il mio di arrivo.
Uno dei due aveva i capelli neri e tirati all'indietro con vagonate di gel fissante, fatta eccezione per un ciuffo di capelli che, ordinato, gli ricadeva sull'occhio sinistro. Lipsia non era pronta nemmeno a reggere due come loro. L'altro aveva dei dreadlocks sulla testa, sciolti e molto corti, dei vestiti quasi uguali ai miei, riguardo le loro misure, intendo.
Fui contenta di avere finalmente qualcuno di strambo quanto me, a scuola tutti mi avevano iniziato a deridere e una volta per questo mi sono beccata una bella punizione, per aver tirato un pugno sul naso ad un altro bambino. Pietoso.
Il giorno seguente, attraverso la siepe, mia madre iniziò a parlare con quella dei due ragazzini, ma il discorso stava durando troppo a lungo, così la invitò a bere un caffè in casa.
Era una domenica di fine settembre, il freddo era ormai alle porte e io indossavo dei bermuda militari e una felpa rossa fiammante, compresa di cappellino del medesimo colore con la visiera spostata sul retro della testa.
Riuscii, dal piano di sopra, a distinguere la voce della donna da quella di mia madre, e infine il bisbigliare dei due ragazzini.
-Anche io ho una figlia della vostra età, aspettate ora la chiamo, sarà di sopra-
Feci un respiro profondo prima di udire la voce soave di mia madre chiamare il mio nome. Scesi rapida le scale e infine vidi, in modo fin troppo ravvicinato, i miei due nuovi vicini di casa.-Tesh, loro sono i nostri nuovi vicini, Bill e Tom-
Tesi la mano verso di loro, quando quello con i capelli neri mi fece un sorriso a trentadue denti stringendola con forza.-Io sono Bill-
Almeno sarebbe stato facile distinguerli, mi dissero che erano gemelli.
-Tesh-
Dissi io imbarazzata.Quello con i dread non aveva un'espressione amichevole quanto quella del fratello, non si presentò nemmeno a dire il vero.
-Portali in camera tua, farete amicizia-
Disse mia madre, guardai per un istante anche la donna al suo fianco: era giovane e aveva la pelle candida e morbida all'apparenza, quasi setosa.Con un cenno della mano feci capire ai due ragazzini di seguirmi, speravo potessimo andare d'accordo, dato che non avevo avuto alcun amico prima di allora, nessuno voleva esserlo.
-Allora Tesh, tu quanti anni hai?-
Era sempre Bill a parlare, col tempo si rivelò un buon amico, chiacchierone e schietto, e io un'ottima ascoltatrice per i suoi discorsi senza capo né coda.-Sei, li ho compiuti il mese scorso, e voi? Siete gemelli non è vero?-
Non furono loro a dirmelo, contrariamente alle aspettative lo avevo capito da sola. Erano così simili ma così diversi l'uno dall'altro e si muovevano in simbiosi, sempre.-Sei la prima che lo capisce da sola! Forte! Noi sette, li abbiamo compiuti a inizio settembre-
Bill sorrideva sempre, il che era un bene, nonostante l'apparenza dark e gotica l'unica cosa che mi veniva in mente da associargli era la luce spontanea del sole.Sorrisi imbarazzata, notando poi suo fratello girarsi intorno nella stanza osservando le pareti, i mobili, le mensole e tutti gli oggetti sparsi qui e lì.
-Ti piace la musica?-
Oh, eccome se mi piaceva: l'unica cosa che non incriminavo a mio padre era avermi trasmesso l'amore per quest'ultima, e di avermi regalato quella chitarra giocattolo.-Si, molto, a voi piace?-
Tom, dato che Bill era l'altro e lui non aveva nemmeno pensato di presentarsi, alzò distrattamente le spalle e incurvò le labbra verso il basso.-A me piace ascoltarla-
Rispose invece Bill. Tra i due era indubbiamente il più estroverso, nonostante a primo impatto credessi il contrario.Trovammo molto di cui parlare: a Bill non piacevano gli sport mentre Tom era patito dell'adrenalina, nessuno dei due andava bene a scuola, anche Bill era stato scambiato per uno del sesso opposto come la vecchia aveva fatto con me, Tom odiava gli insetti, Bill aveva paura delle altezze... Erano speculari, l'uno all'altro. Ciò che piaceva a uno non piaceva all'altro e viceversa.
Erano simpatici in fin dei conti e, anche se con molta fatica, anche Tom era riuscito a spiccicare parola durante la conversazione e di questo fui molto contenta.
Bill e Tom Kaulitz, i miei primi veri amici.
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[Primo capitolo di questa nuova storia su Tom Kaulitz, chitarrista dei Tokio Hotel! Come vi è parso? Grazie per essere arrivate fin qui, lasciate una stellina, se arriviamo minimo a 10 pubblicherò i prossimi capitoli, non costa nulla!
Alla prossima,
Arabelladoove❤️]
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ɪғ ʏᴏᴜ ᴀʀᴇ ᴛʜᴇ ʀᴏᴄᴋ, ɪ ᴀᴍ ᴛʜᴇ ʀᴏʟʟ [ᴛᴏᴍ ᴋᴀᴜʟɪᴛᴢ]
FanfictionAvere tredici anni e un sogno nel cassetto così ingente diventa davvero difficile quando vivi in una cittadina come Lipsia. Ce la faranno Tesh e i suoi amici a realizzare il proprio sogno? Lo scopriremo soltanto leggendo! Started: 06/05/2023 Ended:...